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POESIA SULLA POESIA 2


POESIA SULLA POESIA 2
Si chiama metaletteratura la letteratura che assume se stessa come oggetto della propria riflessione. Nel caso particolare, la metapoesia è la scrittura che prende ad argomento i criteri e le convenzioni della poesia, insistendo sui processi, anche contraddittori, della pratica letteraria in versi.
I poeti:
Alessandro Agostinelli, Sandrino Aquilani, Pasquale Balestriere, Bruno Balzan, Fabio Barbon, Giancarlo Baroni, Diego Battaglia, Corrado Calabrò, Ennio Cavalli, Daniele Cavicchia, Gian Citton, Alfredo Alessio Conti, Enrico D’Angelo, Ottaviano De Biase, Antonio Donadio, Aldo Gerbino, Fabio Grimaldi, Gianfranco Jacobellis, Franco Manzoni, Renato Minore, Roberto Pacifico, Umberto Piersanti, Silvio Ramat, Eugenio Rebecchi, Gian Paolo Roffi, Davide Rondoni, Paolo Ruffilli, Rodolfo Vettorello, Umberto Vicaretti, Gian Mario Villalta, Stefano Vitale

Alessandro Agostinelli
PREMURA
se la parola e il canto
ti troverai a officiare
se l’inganno del tempo
ti porterà a viaggiare
il sacro che credevi
legato alla poesia
non sarà più un segreto
né autobiologia.

Sandrino Aquilani
IL SAPORE DELL’ARIA
C’è sempre una poesia
che aspetta
di essere scritta
quante volte si è sordi
a un richiamo
a un grido di aiuto
un segnale divino
ma quante parole
ci vogliono
per descrivere
il sapore dell’aria
notti di luna
per dire di rose
e di spine
di un albero in fiore
eppure
basta fermarsi a guardare
il resto lo scrive la penna
se hai inchiostro nel cuore.

Pasquale Balestriere
POESIA
Ti passo attraverso.
Imperverso
tra ritmi e tormenti.
Se sento
prodursi parola
già sola
nel giorno che gela
una vela
io armo felice
che dice
la storia dell’uomo:
uno gnomo
ch’è perso nel bosco
più fosco.
Per metri diffusi
dischiusi,
– già pronto al passaggio
viaggio –
ti prendo, poesia,
eresia.

Bruno Balzan
NOBILE MENZOGNA
Nobile menzogna…
la poesia… sdraiata accanto
alla mia pagina bianca
nel suo insolvibile…
irrimediabile enigma di
essere che non riesce ad
esistere… le parole vagano
in Lei… inquietanti spiriti…
alla ricerca di un corpo… di
una sostanza a cui afferrarsi per
poi… potersi concedere al
miracolo di una… qualsiasi
tangibile esistenza…

Fabio Barbon
POESIA
Sulla pagina bianca
la poetica parola
non è grammatica
è anima che vola,
la poesia non c’è,
è uno spazio vuoto,
solo tempo,
essenziale perché,
quesito dell’assurdo,
il senso non senso,
assoluto demiurgo,
significato, musicalità,
creazione del verso,
nuda verità,
intero universo,
recita umana,
amletica ombra,
luce arcana.

Giancarlo Baroni
I POETI
girano con le carte sotto il braccio:
una per ogni idea che gli germoglia
un’altra per ogni affetto trascurato.
Capita che si feriscano contro l’angolo della casa
poi – da acrobati – volteggiano fra le virgole.
Questi uomini di carta spostati dal vento
come la polvere dei viali
come le nuvole che si riformano.

Diego Battaglia
BATTEREM SULL’INCUDINE
Batterem sull’incudine
come il giallo e rosso ferro
contorsioni di parole
affinché l’immaginario
in orecchio percepisca
nuovo suono di visione
atmosfere conosciute
ma ben vaghe il lettore.

Corrado Calabrò
INFATTI
La stessa pioviggine da mesi;
eppure siamo a maggio, è primavera.
Come un velo bagnato si restringe
quest’altro giorno di delusa attesa.
Persiste questa pioggia
persiste dal mattino quietamente
e instilla negli occhi e nella mente
il senso di stanchezza della sera.
“Persino i fiori sfianca tanta pioggia;
si sono ripiegati sullo stelo.”
“Stanchi amori, falsa primavera.”
“Ho detto i fiori. Che c’entra l’amore?”
“L’amore? E’ come se l’avessi detto.”
“Che c’è, pure oggi di cattivo umore?”
“Infatti.”

Ennio Cavalli
LA POESIA
La poesia segue tutte le regole
e non ne rispetta nessuna,
non tocca carne al venerdì
indossa il burqa,
ma al venerdì si incarna
in una guapperia di ranocchi
nell’atrio rumoroso di una dalia,
dentro il burqa si spoglia per amore
come nel salone delle feste
di un castello assediato.
La poesia ha gambe leste,
il ghepardo mangia la sua polvere,
è l’unica gualdrappa che l’indomabile unicorno
sa sentirsi addosso.
La Biancaneve dei poeti bacia
un Cucciolo sfrontato
e la lanterna scende a valle
per un remoto turno di doppiaggio.

Daniele Cavicchia
SI MOSSERO
Si mossero nel rispetto di quel vuoto
sulle note di una danza primordiale
come fossero nel ventre dell’inizio
oppure confusi nell’urlo della fine.
Non solo dalla china è possibile cadere
anche se tutto fosse un verde
dove l’occhio potrebbe annegare
le mie parole altro non sarebbero
che una dedica sulla nuvola del diluvio.
Le ombre bisbigliano un oscuro alfabeto
il grido aveva ferito i tronchi e seccato le radici
ogni cosa annunciava un nuovo disordine
nessuno sapeva se è più vicino alla santità
ciò che resta o quello che viene a mancare.
Ma ogni domanda contiene la risposta;
ogni altare un sacrificio.

Gian Citton
DEDICA
Gioco di sere e sebre
vanto d’incauti amanti
mùgichi glaubri
e lacrime torture!
a te soltanto affido, o musica,
l’estrema mia paura
d’esserti appresso
e copularti mai.
Femmina dotta e maledetta
perché mi sgroppi in flou?
e coi viandanti vai saccenti:
gente bassa che passa per convento
e sa tutto segreto
e per segreto intende.
Ed io qui all’aria
in aperta campagna, in peritanza,
a rimare stelle-dito sul quadrante e
bella luna (ormai come sedurti?)
luna-poesia soffice vento, lana
di vetro, trucco – e dentro niente!
solo voglia di te sensibilmente
decoro luna-poesia
o mia amorosissima ruffiana.

Alfredo Alessio Conti
RIMANE IL MISTERO
Da dove viene la poesia
se non dalle profondità del mondo
oltre lo spazio indefinito
al di là del tempo
nel logos e nel caos primordiale.
Rimane il mistero impenetrabile
nella risposta.

Enrico D’Angelo
A UNA STRANIERA
Mi chiedi forse semplici parole
per scriverti poesie, ed io ti sorrido
perché per riuscirci dovrei dapprima
imparare a scriver senza dolore;
ma questo (che tu non sappia, mi fido)
è solo del cielo, rima o non rima.

Ottaviano De Biase
LA PAROLA
La parola
punto fermo al centro dell’universo
proprio là dove ogni forma di vita
si connette in sequenza con le altre.
La parola
ogni parola un’immagine
un significato
un insieme di universi pressoché assoluti.
La parola
una poesia
i cui versi imbastiti sono dono del creato.

Antonio Donadio
PER UNO SPUNTO DI POETICA
(alla domanda cos’è la Poesia)
trasalimenti d’aria
che impediscono il respiro
ombre come giochi di mani
alle pareti nel convulso risveglio
nell’urlo che soffoca il respiro
nato e subito disperso già
troppe volte mascherato
nel rifiuto di silenzi

Aldo Gerbino
TENEREZZE, FEROCIE
Mi parla, Bacchini, d’aver udito “il picchio giù nel Rio”,
con i suoi “gridi”, i suoi algidi “remoti spaventi” perfusi
di “scorie stellari”. Mi pare che di tale udire tema Canetti
quando ci racconta d’essere tesi, scossi, quasi “ammaliati
d’universo”. A me sembra che noi, stremati, annaspiamo
nel tramaglio di un tessuto comune. Ma son le forme care
a Pier Luigi ad offrirmi, come seme sbucciato, al cosmo,
all’organico, alla ruota d’una mutazione che su tutti grava
movendo chele, rizomi, platex, riposte maree per svelarci
speranze da disperanti solitudini o le sofferte cieche gioie
di un incontro. E se egli afferma di vedere “un Iddio
selvaggio, unico”, io credo che la sua “ferocia nascosta
nella tenerezza precisa di una mano” l’abbia vista, forse
(ancora per poco incolume) appena toccata: nella mia?

Fabio Grimaldi
LA PAROLA
la parola non segue
lo spartito della vita
non siede sul gradino della convenienza e della moda
brucia i ragionamenti minacciosi
svuota la continuità del tempo
disperde il rimedio e la necessità
usura i rimorsi interminabili
impasta la terra all’azzurro
congeda la fatica e il sudore
qualcuno sussurra
di non lasciare, parola, che il mondo
guardi l’abisso

Gianfranco Jacobellis
LA MUSICA DEL VERSO
Esiste la musica del verso
la poesia toglie alla realtà
ciò’ che non serve si fa ascoltare
e si fa guardare come un fantasma colorato
appoggiata al nulla nostrano
fuori della linea del destino
scrive la musica dell’anima
raccoglie gli attimi invisibili
che solo chi supera il reale
può guardare

Franco Manzoni
TEOREMA DELL’ASSENZA
dall’abissale vuoto si principia
cercando di ridare vita
nel gioco degli ossimori
desiderando udire novella voce
a chi finitudine aggiunse a oblio
metamorfosi essenza del reale
brivido di creazione lacerante
diviene la parola raggio sacro
o sacrificale di un sanguinante
occulto dio presente

Renato Minore
CALLIOPE
Cammini sulle braci
e poi senti che scotta
i pensieri ossessivi
fanno bau bau
siamo qui perché
per cosa per come
tra necessità e finzione
non vale la pena
ma vale la pena
tra finzione e necessità

Roberto Pacifico
SAPEVO CHE COS’ERA LA POESIA
Sapevo che cos’era la poesia,
(o magari m’illusi di saperlo).
Era forse il gorgheggio virtuosistico
di un usignolo con le piume blu
intravisto per sogno tra le fronde
di un gimkobiloba.
O forse il canto felice di donna
la mattina mentre rifà la stanza,
la grazia volante di Fred Astaire
che canta e volteggia con Ginger Rogers.
Lampeggia a volte nel buio del cielo
solcato dalla luce intermittente
di un aereo; talvolta è una finestra
accesa, l’unica di un grattacielo
che nella notte svetta come un cero
spento.

Umberto Piersanti
MEMORIA D’INFANZIA
ah ! come
come fermarlo
quell’ odore di viole
così limpido e freddo
nell’ aiuola innevata,
ma solo un poco,
di quel marzo remoto
del 1945?
e l’ aria invasa
di benzina
dei camion polacchi?
la parola lo ricerca
e assedia,
gli si stringe e avvicina
e mai lo coglie

Silvio Ramat
COL VERSO
Fare col verso come fanno i rari
pittori del reale,
che descrivono intero l’universo
raffigurando una bottiglia, un panno
poggiato su una sedia.
E invece, il verso
tutt’al più riesce a infilare una rosa
nella bottiglia, a voltare la sedia
dalla parte del sole.

Eugenio Rebecchi
CANI, FANTASMI E POETI
C’è attesa per la notte oscura
quando i fantasmi incrociano le braccia
e osservano gli umani aver paura.
Abbaia un cane da guardia
pronto a mordere chi s’avvicina troppo.
Il ladruncolo fugge via precipitoso
cercherà un altro posto dove rubare.
Che poesia è mai questa?
Che fine ha fatto il poeta?
S’è chiusa una storia, tutto qui.

Gian Paolo Roffi
*
è solo il ritmo dell’endecasillabo
unito al settenario   che sostiene
questo pensiero   fragile   assetato
di risposte mancate.
questo vorrei   e voglio:   costruire
frasi armoniche   strofe   simmetrie
di numeri e parole   anomalie
contese   inusitate.
come infilare perle:   il ritmo attento
alle forme   ai colori.   il risultato
un giro di bellezza   un dono   un premio
conseguito   accettato

Davide Rondoni
VOLER BENE A UNA PERSONA
Voler bene a una persona
è un lungo viaggio –
rupi, cadute d’acqua e bui
improvvisi, dilatati
il chiuso di foreste,
lampi a volte
sul silenzio così vasto del mare
e strade sopraelevate, grida
viali immersi all’improvviso
in una luce sconosciuta.
Voler bene a uno, a mille, a tutti
è come tener la mappa al vento.
Non ci si riesce ma il cuore
me l’hanno messo al centro del petto
per questo alto, meraviglioso fallimento.
Sugli altipiani di ogni notte
eccomi con le ripetizioni e le mani rovesciate della poesia:
non farli stare male, sono tuoi, non farli andare via

Paolo Ruffilli
PAROLE
Poche semplici uniche parole
solo strettamente necessarie
secche scorticate nel loro lividore
quasi puntiformi e tuttavia capaci
per ampie ondate in successione
di ingrandire e amplificare il senso
dentro lo splendore illuminante
della sua accensione, fino a indurre
la più inedita ardua comprensione.

Rodolfo Vettorello
POICHÉ NON MI BASTA LA VITA…
mi faccio domande e rispondo da solo.
Non basta al mio cuore la vita che vivo,
io cerco parole di canto,
sommesse o sonore, colore di fuoco,
da mettere in fila per prescrivere frasi
ch’io possa chiamare col nome che amo.
Io, tutte le volte che avverto mancarmi
qualcosa che sia
di conforto alla vita,
mi metto al mio tavolo e scrivo Poesia.

Umberto Vicaretti
RINASCENZA
Le parole nascoste che amorevole
e sconosciute Calliope mi porge,
un’altra resa mostrano al chiarore:
si fanno diafane, sbiancano in fretta.
Così, perduto il fascino
segreto e l’incantesimo del raggio
appena nato, anch’esse nella teca
chiusa ripongo delle mie memorie.
Ma poi testarde tornano, fuggite
a guado nella notte a fare chiaro
(preziosa scorta, scampoli di sole),
se un grido crocifigge il gelsomino
e lento sfalda il cuore.
Redento alle chimere ed ai miraggi,
alla misura torno della luce.

Gian Mario Villalta
PERCHÉ CONTINUO A SCRIVERE
Sempre ti manca quello che hai: vivere.
Qualcosa di più necessario, seguiti a chiedere,
qualcosa che ti convinca, ti vincoli a.
“Perché continuo a scrivere?”
Forse perché puoi finire
lo fai, come uno cammina di sera
prima di cena, o un altro vanga l’aiuola,
o mette a posto il garage, perché tu potresti
– come lui – non varcare più l’ombra
dei lampioni, l’altro smettere di sperare
che germini il seme o più non sapere se le sue cose
sono ancora lì – potresti così tu non essere
più tu che lo chiedi, ti avventuri, tu
che diventi tu che lo scrivi.

Stefano Vitale
ALFABETO MUTO
Cerchiamo la parola esatta, ancora
che viene dal bene
che ci afferri come un destino.
Cerchiamo la parola esatta, luce
nella piega delle labbra
nel gesto lieve delle dita.
Cerchiamo la parola esatta, argine
che ci renda lo splendore del silenzio
senza vergogna ne rassegnazione.
Ma quel che abbiamo e
un alfabeto muto
passo senza cognizione
pieno d’errori
distrazioni, omissioni.

 

 

 

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