LAGAZZI SULLO STATO DELLA POESIA
Quarant’anni fa il curatore di un prezioso volume intitolato Il pubblico della poesia (1975), raccogliendo un’anamnesi a caldo delle ricerche poetiche a cavallo tra anni Sessanta e Settanta, formulava l’ipotesi che la poesia non sarebbe mai uscita dallo «stato di semi-clandestinità» cui l’avevano relegata i movimenti di contestazione e la crociata del politico ai danni del letterario. La sintesi di Berardinelli non aveva sapore di veglia funebre o nostalgica, ma riconosceva un carattere proprio della poesia, il suo passepartout per la vita eterna: proprio perché non ha spazio, la poesia non può nemmeno perderlo, e sarà questo suo adagiarsi ai margini e negli interstizi a far sì che nulla Continua a leggere →