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FEMMINILI IMPRONTE DI FABIO BARBON

FEMMINILI IMPRONTE DI FABIO BARBON

Il titolo di questa raccolta di poesie d’amore di Fabio Barbon Femminili impronte (Biblioteca dei Leoni) è già indicativo delle sue qualità: le impronte indicano un attaccamento alla terra, l’aggettivo “femminile”, invece fa riferimento ad una figura di donna che a volte è quasi angelicata, a volte è fortemente corporea e carnale. Insomma si tratta di poesie che si muovono fra cielo e terra, dai caratteri elevati a quelli più concreti. Nella poesia da cui è tratto il titolo della raccolta Barbon ci dice: “Ti amo / per i tuoi vestiti di silenzio” , e subito dopo “Ti amo / per il gioco dei Continua a leggere →

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AD UNA IGNOTA: una poesia di Gozzano musicata da Joe Natta

AD UNA IGNOTA: una poesia di Gozzano musicata da Joe Natta

Tutto ignoro di te: nome, cognome, / l’occhio, il sorriso, la parola, il gesto; / e sapere non voglio, e non ho chiesto / il colore nemmen delle tue chiome. // Ma so che vivi nel silenzio; come / care ti sono le mie rime: questo / ti fa sorella nel mio sogno mesto, / o amica senza volto e senza nome. // Fuori del sogno fatto di rimpianto / forse non mai, non mai c’incontreremo, / forse non ti vedrò, non mi vedrai. // Ma più di quella che ci siede accanto / cara è l’amica che non mai vedremo; / supremo è il bene che non giunge mai!

 

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NUOVI CONFINI IN ANNAMARIA FERRAMOSCA

 

NUOVI CONFINI IN ANNAMARIA FERRAMOSCA

«mano che scrive / parla con il tempo / scrive   ostinata / prima del nuovo diluvio […] / mano che scrive   ostinata / a fermare il tremore»

La poesia può invitare l’irreale a sognare il reale. La poesia, questa “mano ostinata”, evita che il mondo esterno ci soffochi con  sigle, codici, canoni, gabbie. Impone una “visione interna” delle cose che le renda irripetibili, sempre altre. La condizione del poeta, il suo personale ‘percepire’, è stare ad occhi aperti tra sonno e veglia, affabulando: «il silenzio delle pietre non è assoluto / scavando li senti farfugliare i morti / raccontano di semine  di gelate nella vigna Continua a leggere →

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LA POESIA DELLA SETTIMANA: GIANI

Maria Teresa Giani

Bozzetti di primavera  III

Dalla luce traggono l’energia del volo

le rondini, pattinatrici agili del cielo;

i corpi ascetici, rastremati dal viaggio

tra continenti, da biada rada tra scali

rari, graffiti in movimento, conquistano

sciando a falci tese un superiore stadio

di profonda altezza, e di gaiezza fanno

stridere l’aria, squassata dall’invernale

inerzia e noia, la cerchiano con liturgica

grafica eleganza, come anelli nuziali

tra terra e cielo.

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LA POESIA DI VITTORINO CURCI

LA POESIA DI VITTORINO CURCI

A dispetto di teorie più o meno romantiche, che si fatica a debellare e che vorrebbero collocarli nella categoria dei sognatori o tra i frequentatori del mondo delle nuvole, i poeti degni di questo nome  hanno da essere teste pensanti. Il verbo ‘debellare’, però, non ci piace particolarmente, evoca conflitti, contiene il sostantivo bellum ed è sinonimo di sconfiggere, distruggere, annientare,  non si addice ai poeti, perlopiù gente pacifica. D’altro canto, si sa, nel bene o nel male le teorie governano il mondo e allora tocca lasciarle ai teorici, salvaguardando i sogni, però, che di sicuro aiutano a campare, come  la poesia. E comunque la si giudichi questa defettibile ‘cosa’ che chiamiamo poesia, rimane una risorsa espressiva inalienabile e quanto mai necessaria per un’umanità emotivamente stitica, tendente a Continua a leggere →

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LA POESIA DELLA SETTIMANA: GATTO

Alfonso Gatto

ISOLA
Avvicinarsi all’isola, a quel soffio
marino ch’è nel lascito del cielo,
e scoprirla di pietra, di silenzio
nell’agrore dell’erba, nel relitto
del làstrico squamato dai suoi scisti:
questo è rabbrividire sul mio nome
improvviso nel mònito del vento.
Più nessuno lo chiama, e l’esser solo
a scala del mio sorgere, riemerso
dal mio sparire all’avvistarmi, è spazio
che l’aperto raggiunge per fermare,
per chiudere alla stretta del suo scoglio.
Il viaggio, l’amore, in quell’arrivo
fermano il conto e il tempo, nello spazio
il nome nel raggiungermi mi chiude.

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BIGONGIARI A BARBERINO DI MUGELLO

BIGONGIARI A BARBERINO DI MUGELLO

Sabato 13 aprile, Barberino di Mugello rende omaggio a Piero Bigongiari (15 ottobre 1914 – 7 ottobre 1997) a cura di Camilla Bencini e Paolo Fabrizio Iacuzzi, sotto l’ala del Comune, con il patrocinio del MIBAC e il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia. Bigongiari che, a partire dal 1949 e fino alla sua scomparsa, dimorò nel palazzo degli Aiazzi Mancini in Piazza Cavour 17, scrittore, traduttore, critico letterario e artistico, professore di letteratura moderna e contemporanea all’Università di Firenze, è stato uno degli intellettuali più Continua a leggere →

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IL MONDO DELICATO DI GIULIANA PIOVESAN

IL MONDO DELICATO DI GIULIANA PIOVESAN

Entro in punta di piedi in questo libro di poesie di Giuliana Piovesan, Le immagini dell’aria (Biblioteca dei Leoni), raccolta in me stessa e in ascolto. E sento un suono e vedo immagini simili a quelle disegnate da Emily Dickhinson. “In casa ero la più piccina / Mi ero scelta la stanza più piccola / Di notte, la lampada, il libro / e un geranio”, scriveva la Dickinson e simile mi sembra il mondo poetico di Giuliana Piovesan. Sono liriche delicate che si muovono fra realtà e illusione disegnando ricami preziosi e incisivi. L’amore è vissuto in modo molto intimo ma reso universale Continua a leggere →

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IL TEMPO IN PAOLA PAROLIN

IL TEMPO IN PAOLA PAROLIN

E uscire alfine (Anterem Edizioni) di Paola Parolin è un poemetto sul tempo come labirinto. Quel tempo che, pieno di tacche e segni, non consegna però nessuna chiave per essere decifrato e in cui nessun momento è maggiormente significativo di un altro. I segni, anelli concentrici, si richiamano l’un con l’altro, ma non offrono appigli al decifratore. Il tradito, gli amori, gli amici, le folle non sono figure concrete, ma simboli, al modo in cui li rilancerebbero i tarocchi, diversi in contesti diversi. Le promesse non sono ancora divenute cose accadute, i ricordi Continua a leggere →

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“DALLA PARTE DEL TEMPO” DI SONIA GIOVANNETTI

“DALLA PARTE DEL TEMPO” DI SONIA GIOVANNETTI

“Dov’è il tempo se non nella memoria /che tutto lega al cerchio del durante/e l’essere fa eterno, e fin la storia/acconcia a tratto immoto del pensante./ Dispensa, il tempo, quella ria illusione/del viver somigliante a un proseguire,/e fa di sua apparenza distrazione/ da ciò che sta e ignora il divenire,/ giacché nel tempo ha dimora il vero/ che non trasmuta né conosce mete/ ma sempre torna a sé lungo un sentiero/ ove infinito il ciclo si ripete/ come in quel fato, amico del mistero,/ che porta al riapparir delle comete” (Il tempo). È iniziando da questo sonetto Continua a leggere →