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LA MUSICA NELLA POESIA DI ANTONIO SANTORI

LA MUSICA NELLA POESIA DI ANTONIO SANTORI

Volendo cercare ciò che unisce Antonio Santori alla tradizione italiana della poesia, al di là delle molteplici possibili tangenze occasionali, l’unico vero dato assoluto e dunque significativo è l’adesione a quella predominanza musicale che lega tra di loro a doppia mandata i poeti eredi del “filone operistico”, ultimo dei quali nella modernità Giorgio Caproni. Santori ha in comune con questi poeti intimamente melomani, “compositori” che usano le parole come note, non solo la dominante della musica quale traino esclusivo della parola poetica (il ritmo che detta legge a tutto il resto, di una sonorità insieme dissonante e squisita), ma anche la costruzione architettonica, cioè poematica, di un Continua a leggere →

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‘ROSA DEI TEMPI’ DI MICHELE BRANCALE

‘ROSA DEI TEMPI’ DI MICHELE BRANCALE

Nel secondo Novecento i maggiori poeti italiani sono stati in gran parte toscani, con una singolare radice a Firenze: Luzi, Betocchi, Bigongiari, Ranchetti, Caproni. Ma anche nella prima soglia di questo nuovo secolo, le terre d’Arno si sono dimostrate assai elargitorie allevando una genìa di voci significative nello scenario italiano, pur nello spettro variegato delle loro biografie e dei loro esiti artistici: da Roberto Carifi a Sauro Albisani, da Alba Donati a Claudio Damiani, da Rosalba de Filippis a Paolo Iacuzzi, fino alla voce peculiare, per grammatura del verso e visione del libro, di Michele Brancale. La tessitura delle sue due ultime opere in poesia, Salmi metropolitani (Edizioni del leone,
2009) e Rosa dei tempi (Passigli, 2014), inframezzate da quel particolare che è il suo poemetto a quadri dedicato a Continua a leggere →

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LA POESIA DI CLAUDIO POZZANI

LA POESIA DI CLAUDIO POZZANI

“Ti ho visto in faccia in quella stanza / io sporco di sangue e muco / tu stravolta e curiosa. / Ho tentato di dirti che non ero sicuro / di voler restare fuori di te / ma le parole che avevo in testa / nella mia bocca si impastavano male /…. / ti avevo appena fatta soffrire / ti avevo fatta sanguinare  / eppure ero io a piangere e tu a sorridermi /… / Ti ho visto in faccia in quella stanza  / e darei tutto quello che ho per ricordarmene.” Versi estratti dalla poesia con cui si apre questa autoantologia di Claudio Pozzani Spalancati spazi (Passigli), che non si legge come antologia, perché Continua a leggere →

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‘REPARTO ANIME’ DI ALBERTO DI RACO

‘REPARTO ANIME’ DI ALBERTO DI RACO

Di fronte a un testo come Reparto Anime (Edizioni del Leone) di Alberto Di Raco, la cui storia poetica ha una sua avara ma indubitabilmente forte densità di risultati, ci si può anche domandare se non si stia assistendo a un rigurgito di quella letteratura “industriale” che fra i tardi Cinquanta e i primi Sessanta fece tendenza e provocò un dibattito probabilmente più clamoroso di quanto il valore dell’oggetto in realtà non meritasse. Domanda legittima in termini volgarmente tematici; assolutamente implausibile, nella fattispecie, in termini di intenzioni, di visione, insomma di linguaggio. E per molte ragioni. Di Raco non appartiene anagraficamente a quella generazione di intellettuali che scoprì la realtà di fabbrica come un enigma da comprendere e un dèmone da esorcizzare, con tutti gli Continua a leggere →

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LE POESIE GIOVANILI DI MAURIZIO CUCCHI

LE POESIE GIOVANILI DI MAURIZIO CUCCHI

Lʼultima sezione del libro di Maurizio Cucchi, Paradossalmente e con affanno (Einaudi), intitolata “La sciostra”, propone una forma, quella del prosimetro, poco frequentata dalla poesia italiana. Ravvisabile già nei testi giovanili (editi in plaquette tipografiche o del tutto inediti) che compongono la maggior parte del volume, lʼoscillazione fra versi e prosa si dà come una costante nel lavoro del poeta milanese. Il verso e lʼimmaginario prosaico («Osserva – Sabatino – attento/ i miei consigli»; «La tua tovaglia a grossi quadri/ bluarancio non sciorinare in briciole./ Accosta ogni volta con ansia/ al palato la cucchiaiata») sono alla base della sua prima raccolta Continua a leggere →

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FRANCO FORTINI E L’IMPEGNO

 

FRANCO FORTINI E L’IMPEGNO

Il poeta italiano in qualche modo emblematico della sofferta e stratificata scelta dell’impegno è Franco Fortini, la cui produzione in versi, pur essendo quantitativamente limitata, è importante. La poesia di Fortini si colloca, nella più complessa sua esperienza critico-narrativa, dentro la prospettiva di una denuncia drammatica della “realtà sottoculturale” del mondo borghese italiano e il suo impegno nasce da un versante propriamente di consapevolezza intellettuale. Ecco perché, al di là dell’idea di poesia come “strumento di lotta” e di intervento reale, l’esperienza di Franco Fortini affonda le sue radici nella più profonda autenticità, in un nucleo problematico che è quello della tensione interiore. Ma non basta. Di Franco Fortini, ha detto Andrea Zanzotto che “troppo profondo è il suo impegno per Continua a leggere →

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STANZE INQUIETE DI LUCIANNA ARGENTINO

STANZE INQUIETE DI LUCIANNA ARGENTINO

Ci sono libri che poggiano su un progetto definito, solido, anche se arioso: è il caso delle Stanze inquiete di Lucianna Argentino (La Vita Felice). I testi formano quasi un canzoniere, quotidiano eppure destato dal mistero. Sono tutte «stanze» dedicate: scritte per persone che hanno incrociato l’autrice nel suo ruolo di cassiera di un supermercato, così protesa sull’abisso dell’altro, attenta a decifrare il prossimo e in cerca di un ascolto reciproco.Perciò la Argentino dà voce a «quel desiderio confuso di poter mettere il cuore / nel cuore di un altro», con la «memoria scorticata a tutto raccogliere e salvare». Degli altri non è solo quel che appare a fare appello Continua a leggere →

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TONINO GUERRA

TONINO GUERRA

La rivisitazione, sinora mai così accurata e completa, dell’opera di Tonino Guerra,fa de Il paese che è dentro di me di  Luigi D’Amato (Maggioli Editore) un punto di riferimento insostituibile per chi voglia conoscere a pieno la scrittura del poeta di Santarcangelo e del “Circolo del giudizio” di Santarcangelo di Romagna, il gruppo dei poeti di cui Tonino Guerra faceva parte. L’indagine ermeneutica portata ai diversi campi della produzione artistica di Tonino Guerra, poeta, sceneggiatore, pittore e artista, tende a ricostruire in un discorso organico ed originale, con la ponderata chiarezza della scrittura critica, gli intrecci fondamentali che hanno legato una delle voci più alte della nostra poesia Continua a leggere →

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‘SANGUE AMARO’ DI VALERIO MAGRELLI

‘SANGUE AMARO’ DI VALERIO MAGRELLI

È ripartita in dodici sezioni l’ultima raccolta poetica di Valerio Magrelli, Il sangue amaro (Einaudi), dodici come i mesi di un anno e come i fogli di un calendario; e questa analogia fondamentale pare confermata dalla presenza, in sesta posizione, di un gruppo di testi esplicitamente modellati nella forma dell’almanacco, mese per mese, intitolato Annopenanno. Questa epigrafe – con uno dei numerosi bisticci e giochi di parole presenti nell’opera – precisa ulteriormente il senso del libro, retto in buona parte da una meditazione sul tempo attraversata dalla schisi tra andamento ciclico e traiettoria rettilinea, e ne espone inoltre una delle cifre patiche più importanti: quella pena, disposta sull’arco che va dal dolore al furore, legata all’osservazione del tempo e, in misura non minore, dei suoi abitatori. È un acre e definitivo disgusto per la vita il sentimento primario espresso dal Sangue amaro, una rabbiosa Continua a leggere →

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‘TELEPATIA’ DI GIAN MARIO VILLALTA

‘TELEPATIA’ DI GIAN MARIO VILLALTA

A distanza di cinque anni da Vanità della mente, che gli aveva procurato riconoscimenti importanti, Gian Mario Villalta ha pubblicato una nuova raccolta di versi, Telepatia (LietoColle). Si tratta del libro più crudo e più duro che questo poeta abbia scritto. E anche del più anti-letterario, perché in questi componimenti che alle risorse della poesia attingono comunque senza timore, la letteratura non costituisce in alcun modo un’alternativa alla vita, una possibilità di sublimazione o di redenzione, anche soltanto conoscitiva. La poesia, insomma, qui non salva nulla e nessuno, a cominciare dall’autore. Composto di diciannove poemetti scanditi quasi tutti in quattro movimenti o sequenze, il libro si può leggere come un accerchiamento progressivo di quella che non saprei definire altrimenti che come una ferita esistenziale. Detto più semplicemente: come una slogatura, un’asimmetria tra se stessi e una Continua a leggere →