2

LA POESIA DELLA SETTIMANA: ACCROCCA

Elio Filippo Accrocca

IL RITORNO
Non riesco ad abituarmi
a non vederti più, a non sentirti:
è forse la condanna per chi resta?

Se avessi potuto raccogliere
nel cavo della mano la tua voce,
avrei almeno un’eco del respiro…

La tua aurora ancora scrive: è il fiato
d’una parola che rimane, il segno
della tua presenza indecifrabile.

Oggi due moto per le vie di Roma
(la stessa marca, stessa cilindrata):
ho chiamato, ma hanno accelerato.

Se ripercorro quella litoranea
o sollevo la sabbia di Lavinio,
tra le dita riaffiora il tuo profilo.

La filigrana del viso
torna a emergere dal vuoto,
come a un’estrema lente di follia…

0

LE METAMORFOSI DI GIOVANNI SATO

LE METAMORFOSI DI GIOVANNI SATO

La scrittura di Giovanni Sato in Le metamorfosi del cuore (Biblioteca dei Leoni) ricalca coraggiosamente le orme dei maggiori poeti erotici della letteratura. Con la medesima esuberanza metaforica e nel rispetto delle più rigorose leggi formali, l’autore confida nell’empatia con il lettore offrendosi alle più ardite immagini “Il mio amore è un vero fuoco / che incendia le onde della mente” e “e fammi conchiglia / del tuo mare profondo”. Il tema è sempre attuale e così Continua a leggere →

0

LA POESIA DELLA SETTIMANA: CROVI

Raffaele Crovi
UNA CASA
Se abbandonate
se deserte di voci
se vuote o disabitate
le case si ammalano
cominciano a creparsi
a sgretolarsi, finché diventano
un cimitero senza croci.
Perciò, almeno una volta
al mese io vado a trovare
la mia casa di campagna,
la mia solida compagna
degli anni di ragazzo,
la testimone disinvolta
delle inquietudini della gioventù:
non c’è finestra, stanza, davanzale,
in essa, a cui non abbia dato del tu.
Magari le faccio visita
senza entrare,
ma ne accarezzo i muri,
dicendo: «Sta buona, sono qui intorno,
potrai imprigionarmi, se vuoi,
la prima volta
che farò ritorno,
ma intanto non nutrirti
della muffa verde che sbuca
dalle tue pietre, combatti il tempo –
intacchi, se vuole, i calanchi,
ma non i tuoi solidi fianchi –
tu resisti, mansueta, io arrivo,
non chiuderti come una tomba,
lascia aperta la soglia,
perché entri a far riposare
il mio corpo stanco
nella tua stanza più spoglia».
0

CORRADO GOVONI

CORRADO GOVONI

“Ecco che cosa resta / di tutta la magia della fiera / quella trombettina / di latta azzurra e verde, / che suona una bambina / camminando, scalza, per i campi.” Inizio questa mia conversazione su Corrado Govoni con i primi versi della poesia La Trombettina, forse uno dei testi più noti del poeta: con questa ingenuità, la purezza, una sorta di malinconia ed anche la meraviglia che è propria di uno sguardo bambino. La poesia è tratta dal libro Il quaderno dei sogni e delle stelle, pubblicato con Mondadori nel 1924, ma noi andremo molto più indietro per parlare dell’artista, Continua a leggere →

0

GIORGIO BASSANI POETA

GIORGIO BASSANI POETA

…   Giorgio Bassani poeta. Anzi, dovremmo dire Bassani tout court, visto che lui stesso si è sempre definito “poeta”. Oggi una dichiarazione secca come questa “Sono un poeta, sostanzialmente un poeta” suonerebbe perlomeno curiosa. Perché? Perché i romanzieri di oggi non leggono più poesie, né tantomeno le scrivono (e si vede, verrebbe da aggiungere: vogliono tanto imitare gli americani, ma non hanno capito che probabilmente l’unico modo per dare Continua a leggere →

0

MARIO SPECCHIO

MARIO SPECCHIO

… “Non combattevi contro il fato, Ulisse. / Nessuno ostacolava il tuo ritorno / ma il veleno sottile del tuo sangue / condannato alle smanie furibonde / che solo il mare conosce / quel destino / avevi maturato sotto il sole / cocente sulle spiagge della Troade.” Ulisse è l’uomo che non sa assaporare le gioie perché spinto dalla  continua smania di ricerca verso l’ignoto ed è anche Faust, personaggio che Mario Specchio aveva già affrontato in una traduzione Continua a leggere →

0

LA POESIA DELLA SETTIMANA: FORTINI

Franco Fortini

QUANDO
Quando dalla vergogna e dall’orgoglio
Avremo lavate queste nostre parole.

Quando ci fiorirà nella luce del sole
Quel passo che in sonno si sogna.

0

LE REVOLVERATE DI GIAN PIETRO LUCINI

LE REVOLVERATE DI GIAN PIETRO LUCINI

“Capelli folti e barba intonsa e bruna; / ampia fronte; occhio chiaro e scrutatore; / sopra alle rosse labra si raduna / coll’ironia sarcasmo sprezzatore. / Parlar breve: commetto alla fortuna / del Tempo – e Gloria incalzo – il mio valore; / ed alla solitudine opportuna / corpo deforme e sereno dolore. / Col riso schietto suscito diane / allegre ed in silenzio m’appostillo; / sdegno le pigre bugie cotidiane. / Fiero, iracondo, tenace, cortese: / il Bene e il Male abburatto e distillo; / più che amicizia eleggo odio palese”. Così si autoritrae Gian Pietro Lucini (Milano, 1867 – Continua a leggere →

0

BERTOLUCCI IN CAMPO

BERTOLUCCI IN CAMPO

… Che Attilio Bertolucci, l’autore de La camera da letto, abbia speso le sue doti non solo per la propria opera ma in azioni tali da schiudere nuove strade alla creatività altrui, è una cosa evidente a chiunque conosca la storia letteraria del Novecento: sappia come sia stato lui a mettere in contatto Livio Garzanti con Pasolini e con Gadda, o ricordi quanto egli si sia dato da fare per promuovere la conoscenza di Silvio D’Arzo e di molti altri outsider di grande respiro, da Ubaldo Bertoli a Fernanda Romagnoli a Paolo Bertolani. E ce lo racconta Paolo Lagazzi in “Un poeta in campo”, uno dei capitoli del suo ultimo libro Come ascoltassi il battito d’un cuore (Moretti & Vitali). Certo è impossibile stringere simili azioni in una precisa mappa progettuale, in una Continua a leggere →

0

NERANEVE DI CLAUDIA MANUELA TURCO

NERANEVE DI CLAUDIA MANUELA TURCO

“Storia di antiche violenze”, è questo il sottotitolo del poema recentemente pubblicato da Brina Maurer, alias Claudia Manuela Turco, Neraneve e i sette cani (Italic). Pur essendo scritto con un carattere relativamente piccolo attira l’occhio e richiama un pensiero, una riflessione. In punta di piedi e di penna, come è nello stile dell’autrice, senza sbraitare o predicare, ci conduce a osservare la frase come in una lastra fotografica. Siamo portati a vedere per contrasto che quell’aggettivo, “antiche”, in realtà cela e racchiude il suo contrario, o meglio una connotazione priva di demarcazioni cronologiche: le violenze non sono mai antiche, sono sempre presenti, nella memoria e nei gesti. Sono Continua a leggere →