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IL GUSTO DELL’HAIKU NELLA POESIA MODERNA

IL GUSTO DELL’HAIKU NELLA POESIA MODERNA

L’haiku è un componimento poetico di tre versi, composti rispettivamente da cinque, sette e cinque sillabe o, più esattamente, more. Nato in Giappone nel XVII secolo, deriva dal tanka (cfr. Elena Dal Pra, “Haiku. Il fiore della poesia giapponese da Bashō all’Ottocento”, Mondadori), genere poetico formato da cinque versi con un numero di more in sequenza di cinque, sette, cinque, sette, sette. Haiku e tanka sono forme di poesia breve, che esprimono la predilezione della cultura giapponese per ciò che è minuto, come leggiamo nelle “Note del guanciale” di Sei Shōnagon, perché «tutte le cose piccole sono belle». La poesia breve ha avuto cultori illustri anche nella cultura europea (per esempio Giuseppe Ungaretti, Sandro Penna, Tomas Tranströmer e molti altri). La poesia breve, con la Continua a leggere →

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PREGHIERE IMPERFETTE DI NADIA SCAPPINI

 

PREGHIERE IMPERFETTE DI NADIA SCAPPINI

Percorrere l’opera in versi e in prosa di Nadia Scappini, di cui esce ora  Preghiere imperfette (Moretti&Vitali), è come avventurarsi tra i vialetti, gli alberi, i fiori, i muschi e le pietre di un giardino luminoso e vibrante d’ombre, accogliente e percorso da soffi, fruscii, tremori provenienti da chissà dove, intrisi di un intenso profumo spirituale, palpitanti di un’eco viva della sacralità radiosa e dolorosa del mondo.  Procedendo, per così dire, in punta di piedi fra i territori della poesia (le raccolte La luna nuda, Il ruvido mistero, Un’ora perfetta e Come dire dell’amore, senza dimenticare il monologo in versi La bilancia del cielo), quelli della narrazione (i romanzi Le ciliegie sotto il tavolo e Sonia e il poeta, i racconti di Topografie interiori) e quelli della scrittura saggistica (le riflessioni su preghiera e poesia di e tuttavia Ti cerco, le escursioni tra cibo e convivialità di Limone ruffiano), Nadia è andata via via Continua a leggere →

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LE POESIE DI DAGERMAN

LE POESIE DI DAGERMAN

Stig Dagerman (1923-1954), svedese, è uno di quei talenti precoci che compiono tutto quello che li riguarda creativamente parlando entro i trent’anni, indipendentemente dal fatto che si sia deliberatamente tolto la vita al compimento dei 31 anni. Del resto aveva tentato di farlo qualche altra volta già prima e, a spiegarne almeno in parte la prospettiva autodistruttiva, c’è la sua vicenda biografica, anche se l’autore più tardi ha descritto l’infanzia come l’epoca forse più felice della sua vita. Ma, in seguito all’abbandono da parte della madre nei primissimi mesi dopo la nascita e per la difficoltà del padre minatore di garantire le condizioni essenziali alla crescita, il piccolo Stig fu ospitato e cresciuto dai nonni paterni. Nei nonni, similmente a quanto accadde allo scrittore austriaco Thomas Continua a leggere →

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PER IL CENTENARIO DELLA NASCITA DELLA SPAZIANI

PER IL CENTENARIO DELLA NASCITA DELLA SPAZIANI

Sarò felice come a Treviglio?” Frase questa che Maria Luisa Spaziani amava spesso ripetere nel corso della sua lunga vita.  “Sono stata felice, a Treviglio, e ogni volta che nella mia vita molto ricca ho vissuto momenti molto belli, il parametro di base è stato Treviglio” così ha dichiarato ricordando gli anni (1955/1957) trascorsi a Treviglio come insegnante di lingua francese presso il Collegio Facchetti della cittadina bergamasca. La poetessa (o meglio il poeta, come lei stessa amava definirsi) aveva risposto a un’inserzione sul Corriere della sera: “Cercasi professore per collegio lombardo… ”.  Erano anni in cui aveva necessità di lavorare. Il benessere familiare aveva subito un tracollo a causa del grave stato di salute del padre, ripetutamente infartuato, che aveva costretto la famiglia Spaziani Continua a leggere →