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MORETTI E CESENATICO

MORETTI E CESENATICO

Negli scrittori crepuscolari i luoghi, fisici o idealizzati, dimore reali o letterarie, costituiscono spesso l’essenza della loro espressione artistica. Il legame con la provincia è una caratteristica comune: nel caso di Marino Moretti, Cesenatico e la Romagna.  Nella scelta dei paesaggi, che sono sempre dell’anima, forte è l’influenza dei simbolisti francesi, le cui opere sono pervenute a questi scrittori italiani attraverso riviste quali la “Revue des deux mondes” e Continua a leggere →

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LA POESIA DELLA SETTIMANA: DALESSANDRO

Francesco Dalessandro

L’APPRODO
All’azzurro mitissimo, al
vago volo che v’appare e vi
sosta ammaliato, al vento
che lievissimo spira,
al caso che solo
avvenne, al dopo che
non c’è
né ci sarà

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A PROPOSITO DI PALAZZESCHI

A PROPOSITO DI PALAZZESCHI

Ogni tanto si presenta un’occasione per tornare a parlare di Palazzeschi, ma l’eco intorno non è più quella di una volta. L’eclissi della neoavanguardia, che ne aveva assunto il rilancio, ha coinvolto anche lui. Quando ci lasciò, quasi novantenne, nel ’74, era un patriarca. Oggi se ne va con quei morti che camminano in fretta. Calvino ha posto fine alla querelle se la letteratura del Novecento dovesse esser letta in chiave avanguardistica o secondo la stabilità aurea Continua a leggere →

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UNA POESIA DI CARLO BETOCCHI MUSICATA DA JOE NATTA

UNA POESIA DI CARLO BETOCCHI MUSICATA DA JOE NATTA

ROVINE

Non è vero che hanno distrutto  / le case, non è vero: / solo è vero in quel muro diruto / l’avanzarsi del cielo / a piene mani, a pieno petto, / dove ignoti sognarono, / o vivendo sognare credettero, / quelli che son spariti… / Ora spetta all’ombra spezzata / il gioco d’altri tempi, / sopra i muri, nell’alba assolata, / imitarne gli incerti… / e nel vuoto alla rondine che passa.

Carlo Betocchi

 

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L’OSSERVATORIO DI DALESSANDRO

L’OSSERVATORIO DI DALESSANDRO

Un edificio bianco in cima a una collina, un po’ severo e appartato, solo in parte visibile fra gli alberi e sormontato da cupole dalle quali si osservano le stelle. Presenza discreta, l’Osservatorio astronomico romano di Monte Mario segna uno dei cardini dell’universo spaziale de L’osservatorio, libro-chiave nell’opera di Francesco Dalessandro (1948); frutto, come tutto il suo lavoro poetico, di una lunga pazienza, di un soffermarsi sull’esperienza e sui modi del suo comporsi in “versi inesausti, dolenti e rapinosi”, come li definisce Gabriella Sica. Ai piedi e attorno all’Osservatorio Continua a leggere →

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POETI STRANIERI: JEAN-CHARLES VEGLIANTE

POETI STRANIERI: JEAN-CHARLES VEGLIANTE

Jean-Charles Vegliante, nato a Roma da una famiglia italiana presto emigrata in Francia, compendia nella sua esperienza originale la presenza della grande poesia d’oltralpe con quella nostrana, in un ambito di vero bilinguismo profondo. Come ha sottolineato Giovanni Raboni è “un poeta che viene da una grande tradizione come quella francese, ma anche contemporaneamente da una grande tradizione come quella italiana, che risultano in qualche modo intrecciate, come se una filtrasse dentro l’altra e interagisse con l’altra non in momenti successivi, in una sorta di compenetrazione assoluta”. Una poesia colta e raffinata, ma lineare e fortemente segnata da un senso tutt’altro Continua a leggere →

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GLI ARCHETIPI NELLA POESIA DI LUCIANA FREZZA

GLI ARCHETIPI NELLA POESIA DI LUCIANA FREZZA

Luciana Frezza, Comunione col fuoco. Tutte le Poesie (Editori Riuniti). Quella di Luciana Frezza, scomparsa a Roma, dov’era nata, nel 1992, può definirsi una presenza discreta nella poesia italiana del secondo Novecento. Conosciuta e stimata anche come traduttrice, soprattutto della poesia francese dell’Ottocento, richiesta per questo da editori come Einaudi Feltrinelli e Rizzoli, ha pubblicato in vita diverse raccolte a partire dagli anni cinquanta, tra cui ricordo La farfalla e la rosa, voluta da Giorgio Bassani nella biblioteca letteraria della Feltrinelli; la stessa dove apparve Le porte dell’appennino di Paolo Volponi, per restare in tema di poesia. Negli anni ha affidato la sua opera a piccoli Continua a leggere →

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LA DOMINANTE LOGICA DI CARLA PAOLINI

LA DOMINANTE LOGICA DI CARLA PAOLINI

Ossessionato come sono dalla recente (giovanile o meno) s-vena poetica (cosiddetta), anemica poiché svenata e svenevole in una disperata quanto vana ricerca di superare senza danni gli abissi scoperchiati dal Novecento, e di resistere ai terrori di una sapienza freddamente se non sgradevolmente rivelatrice e priva quindi di consolanti orpelli post-romantici, confido che in questa occasione mi sia concesso di affascinarmi, letteralmente, di fronte alle ultime prove della poesia di Carla Paolini MODULATI/modulati (Anterem). In una analisi della poetica greca, ormai Continua a leggere →

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LA POESIA DELLA SETTIMANA: PAZZI

Roberto Pazzi

L’ACQUA
Quando ho sete faccio scorrere
a lungo l’acqua, vorrei poterla
bere più fresca, sempre più fresca.
Mi è capitato di non potermi decidere
e rimanere col bicchiere vuoto in mano,
pensando all’acqua che berrei
se attendessi ancora un po’.

È una differenza così leggera,
da riempire il mare nell’attesa:
c’è qualcosa di così mortale
nell’acqua, che ieri ho tremato
sentendo un bambino dire “ho sete”.

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ELIS ISLAND DI SILVIO RAMAT

ELIS ISLAND di Silvio Ramat

La figura di Silvio Ramat è una delle più autorevoli della poesia italiana che ha all’attivo un congruo numero di sillogi, pubblicate dai più prestigiosi editori e raccolte nel 2006 nel volume Tutte le poesie 1958-2005, edito da Interlinea. Alla sua attività di poeta, Ramat affianca quella di studioso della letteratura italiana, con un occhio di riguardo per la produzione novecentesca. In questo contesto ci limitiamo a ricordare il volume più recente di versi Continua a leggere →