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IL DOMINIO DELLA PAROLA NELLA POESIA DI ANDREA ZANZOTTO

IL DOMINIO DELLA PAROLA NELLA POESIA DI ANDREA ZANZOTTO

Ha detto bene Stefano Agosti nell’inquadrare la natura particolarissima della poesia di Andrea Zanzotto, che bisogna valutare in tutta la sua accentuazione il concetto di “esperienza verbale”. Nel senso che, nella vicenda del poeta di Pieve di Soligo, il linguaggio non solo si pone al centro dell’esperienza del mondo, ma diventa addirittura costitutivo del mondo nell’intera sua produzione: Tutte le poesie (Mondadori). Certo occorre subito precisare che, affrontando lo straniamento tipico della realtà esistenziale contemporanea, Zanzotto si consegna alla nevrosi del linguaggio e, a decidere della sua poesia, è la parola “nel vuoto”, la parola che “sfonda” e guida il componimento risalendo da profondità oscure, dall’inconscio di freudiana memoria. In questo senso, della ricchezza esorbitante di un mondo Continua a leggere →

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LA POESIA CIVILE DI PIETRO SPATARO

LA POESIA CIVILE DI PIETRO SPATARO

È difficile fare l’analisi della poesia perché la poesia deve essere ascoltata e parlarne in termini logici è terribilmente rischioso. Corro il rischio e vorrei parlare di Cercando una città (Manni), seconda prova poetica di Pietro Spataro, con una prefazione di Pietro Ingrao. Qualcuno ha detto che si tratta di poesia politica. Direi meglio: poesia civile. La poesia civile nel nostro paese non è molto frequentata, bisogna forse tornare al Pasolini della “Ceneri di Gramsci” e al Quasimodo di “Uomo del mio tempo”.  Il libro di Pietro Spataro è diviso in quattro sezioni che portano quattro titoli emblematici: Genealogie, Cartografie, Lunario, Planetario. Genealogie è una sorta di storia del mondo prima di questo in cui viviamo, prima che avvenisse quella che Pasolini ha chiamato la grande mutazione antropologica. In Continua a leggere →

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L’ULTIMATUM DI MARIA GRAZIA NIGI

L’ULTIMATUM DI MARIA GRAZIA NIGI

La poesia non è soltanto il nettare dell’anima, ma sa anche interpretare l’angoscia civile e la precarietà del tempo in cui viviamo. Mentre spirano i venti di guerra e la violenza e il caos scandiscono quotidianamente le azioni degli esseri umani, la verità sensibile del poeta entra nel cuore del quotidiano e cerca di spiegare del corso dell’esistenza i meccanismi di decomposizione. Una volta c’era la poesia d’impegno civile e di denuncia, che partiva dal dato concreto dell’esperienza reale per dare una lettura del sentimento del mondo. Questa poesia d’impegno quasi sempre era orientata politicamente e la sua lettura si rivelava miope e faziosa. Oggi è raro trovare, nella poesia contemporanea, esempi che si ispirano all’impegno civile, ma quando accade ci si accorge che il crollo delle ideologie Continua a leggere →

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LA DOMUS AUREA DI EUGENIO REBECCHI

LA DOMUS AUREA DI EUGENIO REBECCHI

Una vita intensa, vissuta senza mai smettere di interrogarsi, di cogliere il senso dei giorni che scivolano via sempre più veloci e dei sogni che, con essi, tramontano per farsi cenere, pronta a dissolversi…  E’ da questo punto che occorre partire, se si vuole esplorare il complesso, profondo e coinvolgente universo estetico di Eugenio Rebecchi. Operatore culturale, editore, critico brillante e acuto, pittore e poeta, nella sua raccolta di liriche Domus aurea (Blu di Prussia)Rebecchi  narra sé stesso, con un tono che coniuga, con impareggiabile perizia, garbata ironia e tensione elegiaca; descrive i momenti significativi del suo fragile e precario esserci nell’essere, misterioso e impenetrabile; racconta le rapide e fugaci epifanie, le inquietudini e i trasalimenti dell’anima in perenne attesa di risposte; espone la sua visione Continua a leggere →

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LA STELLA VARIABILE DI VITTORIO SERENI

LA STELLA VARIABILE DI VITTORIO SERENI

L’ultimo libro di poesia di Vittorio Sereni è uscito nel 1981, si intitolava Stella variabile. Dopo neppure due anni, l’autore è scomparso, avendo scritto poche altre cose in versi, recuperate nel volume dell’intera sua produzione poetica, Poesie (Mondadori). Stella variabile apparve dopo quindici anni dalla precedente raccolta, Gli strumenti umani del 1965, quarto libro di versi, con Diario d’Algeria (1944) e Frontiera (1941), in cinquant’anni e più di lavoro poetico. Sereni non è un poeta prolifico: un senso dei reali limiti della poesia lo ha sempre tenuto in disparte, riservato e discreto, lontano da qualsiasi forma di militanza e di impegno e da qualsiasi clamore. Restio a cavalcare la pretesa “funzione” del poeta Continua a leggere →

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L’INQUIETO VIVERE DI MARGHERITA GUIDACCI

L’INQUIETO VIVERE DI MARGHERITA GUIDACCI

Il canto dell’inquieto vivere trova non comuni accenti di sofferenza e di passione in tutta l’opera di Margherita Guidacci e, in particolare, in libri come Paglia e polvere o Neurosuite o L’altare di Isenheim e in particolare nell’ultimo, Il buio e lo splendore (Garzanti). La dimensione dell’ignoto si configura, nell’immagine, come passo che si avvicina dietro le spalle, e ha la cornice di un cielo deserto e di una terra che ha ripudiato la misura del tempo (nell’evidenza esemplare della successione di testi di “Terra senza orologi”). La verifica di una decomposizione dell’uomo, oltre a trarre gli indizi dai dati della cronaca quotidiana, si evidenzia nell’accentuazione (fino all’ansia, dai risvolti perfino patologici) della speranza che giunga infine il messaggero ad annunziare la soluzione, a portare la Continua a leggere →

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IL DIALETTO DI ERNESTO CALZAVARA

IL DIALETTO DI ERNESTO CALZAVARA

Ernesto Calzavara è uno dei casi più interessanti ed emblematici di una certa evoluzione intellettuale del dialetto. Un suo titolo Come se – Infralogie (All’Insegna del Pesce d’Oro, con la prefazione di Cesare Segre, adesso in Raccolte Poetiche, Università Ca’ Foscari) è esemplare di quel gioco interlinguistico e infradialettale che caratterizza una poesia che fa ampio ricorso alle tecniche dissociative e fonosimboliche dell’avanguardia e sperimenta le possibilità offerte dalla mescolanza delle lingue (italiano, veneto, francese e latino), dentro un ampio spettro di sfumature dell’ironia. Quella di Ernesto Calzavara è una poesia il cui linguaggio è esposto all’interferenza creativa, con l’effetto Continua a leggere →

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ABELARDO ED ELOISA SECONDO ROBERTO DALL’OLIO

ABELARDO ED ELOISA SECONDO ROBERTO DALL’OLIO

“L’amore  è tutto ciò che si sa dell’amore”: questi due versi di Emily Dikinson che aprono il libro di Roberto Dall’Olio Tutto brucia tranne i fiori (Moretti e Vitali) sono il migliore dei modi per iniziare questo poema. I personaggi sono Abelardo ed Eloisa, e la persona parlante è sempre la donna. Abelardo, nato nel 1097, è un filosofo alla moda nella Parigi del XII secolo; nata nel 1100, Eloisa è una giovane colta che si innamora del maestro. Il poema si divide in capitoli, una ouverture e altre 11 stanze. Conclude il libro una nota dell’autore ed una postfazione di Edoardo Penoncini. Roberto Dall’Olio, bolognese, è docente di filosofia e storia al liceo Ariosto di Ferrara. La storia, Continua a leggere →

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L’ANIMA DEL MONDO DI DONATELLA BISUTTI

L’ANIMA DEL MONDO DI DONATELLA BISUTTI

La ginestra torna ancora a fiorire, ma non è più la stessa.  Continua a trasformarsi, in perenne metamorfosi, rimanendo il simbolo dell’umano resistere alla morte, che incalza fino dal giorno in cui si nasce. Resta la possibilità di penetrare nel regno del mito e del sacro, di una saggezza archetipica che abita il cuore dell’inconscio. E’ questo il percorso che Donatella Bisutti indica nella silloge Dal buio della terra (Empirìa). Per cancellare il panico tremendo della fine, che angoscia il nostro vivere e limita le passioni, è necessario prepararsi al volo, farsi farfalla, ascoltare le Continua a leggere →