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IN RICORDO DI SANDRO PENNA

IN RICORDO DI SANDRO PENNA

Nel 1977 moriva uno dei nostri maggiori poeti. Bollato come osceno per la sua omosessualità, sempre distante dall’ambiente letterario, ma con estimatori d’eccezione: Sandro Penna. Dormiva con una stufa elettrica legata al letto e puntata contro. Mangiava per lo più omogeneizzati. Non apriva mai le persiane e raramente usciva di casa. Ogni tanto però faceva venire una macchina con autista e se ne andava in campagna, nella periferia romana, a prendere Continua a leggere →

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LA POESIA MITICA DI GIUSEPPE CONTE

LA POESIA MITICA DI GIUSEPPE CONTE

… È nel giro di anni dal ’68 in poi che si forma la personalità intellettuale di Giuseppe Conte (il volume ricapitolativo della sua produzione è Poesie 1983-2015 negli Oscar Mondadori). La reazione del giovane poeta alla democratizzazione in atto della poesia  è immediata e perentoria: rifiuto della massificazione della poesia e la ferma decisione di riproporre una poesia esoterica, mitica, panica, mitomodernista, innica che saltasse la democrazia lirica del decennio precedente per riagganciarsi alla tradizione del D’Annunzio dell’Alcyone, al Foscolo mitico e Continua a leggere →

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GLI UBRIACHI DI STEFANO VITALE

GLI UBRIACHI DI STEFANO VITALE

La saggezza degli ubriachi (La Vita Felice) di Stefano Vitale è libro scritto avendo ben presente un crescendo di innegabile effetto, sia dal punto di vista della resa poetica, sia dal punto di vista del legame con l’arte spirituale per eccellenza, la musica. Se, infatti, nelle prime sezioni, l’assunto – limpidamente dichiarato nei versi finali della seconda poesia della raccolta – oscilla nella resa tra gli estremi, da un lato, di un linguaggio aforistico, strutturato da un anaforico “così” (con duplice funzione introduttiva, sia di conseguenze logiche sia di similitudini), e di aperture, Continua a leggere →

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I DRAGHI DI RENZIA D’INCÀ

I DRAGHI DI RENZIA D’INCÀ

Bambina con draghi di Renzia D’Incà (Biblioteca dei Leoni) è una silloge complessa, labirintica, nella quale la visionarietà ha sicuramente una funzione chiave per l’Io della bambina/donna alla ricerca di un equilibrio interiore, che le permetta di allontanare i mostri (tra i quali «i draghi appunto con cui si è misurata», come acutamente sottolinea nella prefazione Paolo Ruffilli) che hanno sconvolto il suo passato, violando l’innocenza dell’infanzia. Nei versi delle varie sezioni nelle quali è diviso il libro Continua a leggere →

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LA POESIA DELLA SETTIMANA: PAGNANELLI

Remo Pagnanelli

Tombeau

L’anno ha pochi giorni perfetti.
Non ci lascia mai incolumi la divinità felpata.
Noi la subiamo come l’eccessivo caldo
o il troppo freddo.
Nel corso passano senza freno i dagherrotipi
della nuova eleganza e ci portano via
le donne e la vita.

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VOCI DI CONFINE DI BALZAN

VOCI DI CONFINE DI BALZAN

In “Voci di confine” (Biblioteca dei Leoni), così scrive Bruno Balzan: “Siamo il nostro mistero che la ragione non comprende…il senso nascosto che ci ricollega al nostro giusto”: negazione ermetica dell’essere, la poesia di Balzan, che in tali versi posti a sigillo dell’opera ne esprime l’essenza più intima e veritiera. Tramite strofe strettamente inter-connesse in una rete lessicale e contenutistica ben definita, l’autore ci conduce alla ricerca dell’etica di un corpo che sfugge a se stesso, estraniandosi nel nulla assoluto (“Questo corpo ha/ tutta l’aria di/ uno straniero che vuole Continua a leggere →

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I LIBRI DI CORRADO GOVONI

     

CORRADO GOVONI

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LA POESIA DELLA SETTIMANA: ADDAMO

Sebastiano Addamo

TRAMONTO
Questa luce corvina e i cavalli
impazienti battano la paglia per
la futura età senza ombre, gli alti
occhi sono spenti strisce di suoni
illuminano i deserti,
eco di sonni e labili attese
d’albe vecchie, ossari si rizzano
dappertutto,
non vogliamo nemmeno
espiare non aspettiamo più niente
parole inconsolabili
nella sera trasparente almeno fracassino
le tempie spezzino le rampe, gli spazi
corrodano una volta lasciati dagli
dei in fuga.

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LA POESIA DELLA SETTIMANA: VIGOLO

Giorgio Vigolo

STAZIONE

In sere d’eterno
diluvio m’è grato rifugio
la cupola interna
della stazione; e mi basta
sentire l’odore di zolfo
del fumo dei treni
perché subito si sfreni
la mia fantasia sedentaria
e via se ne fugga
fuor della scura tettoia
cercando nel buio dei prati
la gioia dell’erba nera

che succhia la pioggia.
Cammino su e giù per l’asfalto
di questa gran piazza coperta
che simula un vuoto mercato
o una cattedrale smessa.
I greci avevano il portico candido,
ma a noi meglio si conviene
questo fumoso chiesone
sconsacrato, ridotto a stazione.
Chiaror di lampi celebra
sotto l’arco di ferro
il puro altare delle montuose nevi.

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IL SOGNO SECONDO JACOBELLIS

IL SOGNO SECONDO JACOBELLIS

“Sulla nostra / incerta presenza / qualcosa caduto / dal piombo del cielo / disorienta l’attesa / nasconde l’amore / si frange come l’onda / che perde la riva / resta soltanto / un ripostiglio di luce / e l’ultimo suono / uscito dalla soglia: / la vita bipartita / ha perso l’ancora / e cerca la chiave / per fermare il tempo.” Così Gianfranco Jacobellis nella sua ultima raccolta A lezione di sogno (Biblioteca dei Leoni). Nel sogno le figure, i colori, i tratteggi, le illusioni, gli Continua a leggere →