Bruno Balzan è nato nel 1956 a Treviso, nella cui provincia vive a Valdobbiadene. Ha pubblicato le raccolte di versi Il respiro delle parole (Edizioni del Leone, 2005), Viaggio attraverso… (Edizioni del Leone, 2006), Dove sei? (Edizioni del Leone, 2008) e una raccolta di aforismi e pensieri tra parentesi (Biblioteca dei Leoni, 2012). Per il teatro ha scritto un dramma in due parti dal titolo La montagna blu (2007), portato in scena a Milano dal Centro Italiano di Ricerche Teatrali i Rabdomanti.

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POESIE

da VIAGGIO ATTRAVERSO

Rinascere altrove
Oltre la mente
c’è un oltre che non sa
un andare che non va
un qualcosa che non c’è.
La porta del limite
conduce al baratro
della verità.
Cosa c’è da perdere in fondo?
Qui tutto è un giocare
in attesa della buona sorte.
Non si vive mai veramente!
Qui si recita la commedia
di un qualche destino,
emulando e rielaborando
il gioco di altri attori.
Uscire dalle mappe del destino?!
Non ci sono più appoggi.
Bisogna munirsi di ali
per librarsi al di sopra
gl’ingranaggi della vita.
O essere leggeri,
trasparenti,
per passarci attraverso.
Non è una porta
da aprire,
da oltrepassare:
è un morire
per rinascere altrove.

da VOCI DI CONFINE

Come
…Come guardare la
mia nuda presenza
…e tremante…nella
vastità del mondo…
prima d’aver indossato
ogni forma di vestito…
prima d’aver recitato
qualsiasi stralcio di
commedia?…

…Come poter scusare al
mio senso…la
variabile sotterranea che
mi srotola in un infinità di
moti dell’animo…che
mi smembra in
diavolo e angelo…che
forza ad esplorare
l’incerto confine che
mi racchiude?…

…La nostra origine…
questo nostro incerto
fragile…terribile
miracolo!…

Fuori di me
…Vivere l’eterno:
il “per sempre…”
cosa posso immaginare in
un simile tempo?…
un tempo che
non ha più tempo?…

…Quale fantasia accende la
paura del morire… la
paura di staccarmi da
me stesso…
impedire il flusso naturale
di ogni evento?…

…Cosa posso immaginare di
ciò che non è spazio e
non è tempo?…

…La morte mi
spingerà oltre… in
un viaggio
fuori di me… dal
mio essere
tale e cosciente…

…Ma che viaggio è
un viaggio dove
perderò me stesso?

…Dove non potrò più
ritrovarmi e
raccontarmi e
rivedermi…
esperire il mio limite?…

…Che canto ha il
proprio morire?…

…Questo addormentarsi che
fugge da nessuna parte… da
un luogo che si scioglie… che
perde il suo colore per
spalmarsi nella propria
…assenza?…

…E qui è mai
l’assente se manca
il fautore stesso
dell’assenza?…

Colui che può
alzare la mano e
testimoniare:

…Io non ci sono più?!….

Nulla di ciò che pensi
…Nulla di ciò che pensi
può essere catturato…
quando hai allungato la
mano e stretto il pugno…
tutto è già successo… tutto
se n’è già andato… e
tu rimani lì… col
tuo pugno vuoto e
il tuo pensiero scaduto…

…Nulla di ciò che pensi è
ciò che veramente hai…
tutto ti passa vicino… ti
sfiora e se ne va… nella
pellicola del già stato…
senza che ti sia
riuscito mai… d’averlo
fermato… per farlo tuo
…toglierlo dal progredire
del tempo che
non ha tempo per il
tuo punto di vista…

…Nulla di ciò che pensi può
essere posseduto… tutto
ha una scansione e
ineludibile procedimento…
tutto si allontana… e
tu lo vedi andare… l’unica
impressione che ti resta è
una strana recita che
insaporisci con qualcosa che
ti dia la sensazione di
essere appartenuto a
un qualche contenuto a…
una qualche misura della vita.

Assenza
…Assenza:
vuoto e assenza…
questo il progetto di
una vita che si dibatte col
corpo e con le parole… a
indagare il senso… nel
cercare il consenso… di
un ordine celeste
scaraventato sulla pagina
dell’universo… su
ogni verso progettato e
musicato sul pentagramma
dell’infinità…

…Assenza:
vuoto e assenza…
questa la mancanza… la
perpetua danza
dell’incontenibile…
dell’impronunciabile…
dell’andarsene qua e là
impregnati di anima e
di ogni mistero…con
in mente la memoria… di
un sintagma pronto
fatto e scontato:
“io c’ero”…

Il piedistallo
…Io sono qui…
…Tu sei lì… ma
entrambi non siamo
da alcuna parte…
partecipiamo solamente
all’ordine del nostro pensare…

…Dove sarà mai il
mio adesso?… il tuo
ieri?… il suo domani?…
…solo onde che si
accavallano nella mente…
mentre “fuori” l’universo è
uno smisurato oceano…senza
coscienza e senza volontà…
sembra tutto un grande
giuoco di prestigio… dove
tutto… per esistere ha
bisogno di un continuo
trasformarsi… niente
è mai com’è!… tutto ha
movimento e mutazione
fragore e silenzio… lampo
di luce e buio profondo… un
enorme piedistallo
appoggiato in un
soffio di coscienza…

…Io sono qui…
…tu sei lì… ma
dove siamo veramente:…?
…stati d’animo nella
voragine di un attimo…

Blasfemia
…Sollevo il lembo del corpo
per scoprire il flusso… del
mutevole che continua…
ogni guardare è un occhio che
raccoglie un fascio di colore… un
muoversi di luce…
ogni orecchio teso è
un suono che canta… un
torrente che fluisce… tra
le ossa del mio limite…

…Tocca! Tocca tutto il sacro
…tutta questa profana danza
…tutta questa insistente preghiera
che ti invita al peccato… alla
blasfemia di essere vivo…

INEDITI

L’ultima luce
…Lontani dall’acqua che
ci ha partoriti… con
queste nude coscienze che
tramano fuochi d’amore nella
fiamma del corpo:
ultimo sfuggente caposaldo che
rimane in estasi tra
il cuore e il labbro vermiglio
di un sorriso…

…Non c’è che un nitido
travolto-inconsistente destino tra
le onde accavallate e poi
riassorbite in questo restare di
ombre e vibrazioni…

…La notte e il giorno che
ci accompagnano…
possono guardare nel
labirinto colorato della vita e
accogliere nel suo racconto
ogni ultima luce che
ci resta…

(Aprile 2012)

La misura
…Ognuno misura la sua vita con
un metro che gli è proprio…
è un metro elastico che
crede di allungare all’infinito…
e con quel metro si mette a
misurare tutto quanto… e
allunga e accorcia per far
rientrare ogni cosa… tutto
in una sua misura… tutto
rientrante in una prospettiva… tutta
una speranza personale che
alla fine non ha
distanza alcuna…

…Speranza è il gioco che
s’intraprende con
l’ammanco del futuro… è
un modo per deviare la
direzione incastonata
nell’inesorabile del tempo… che
conosce per inerzia la
sua progressività…
e per niente
e per nessuno
farà mai uno sconto…

…La misura della vita è
una misura semiaperta… dove
la chiusura è congiunta
all’indefinito… è come
un detenuto in libertà vigilata che
…non conosce lo scadere
della pena…

(Maggio 2014)