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SULLA GUERRA 3

SULLA GUERRA 3
Donatella Bisutti, Michele Brancale, Franco Buffoni, Anna Maria Carpi, Vittorio Cozzoli, Maurizio Cucchi, Enrico D’Angelo, Renzia D’Incà, Patrizia Fazzi, Sonia Giovannetti, Valerio Magrelli, Franco Manzoni, Renato Minore, Maria Grazia Nigi, Paolo Ottaviani, Paolo Ruffilli, Lilia Slomp, Silvia Venuti
Antoni Farrè, Bombardamento di Barcellona

Donatella Bisutti
IL GENOCIDIO
Mescolate le une alle altre le membra,
privati di una lapide,
privati del pianto,
privati anche del ricordo di un nome
cadaveri destinati a disfarsi
uno sull’altro
per sempre sottratti agli affetti.
Come bisce o serpenti aggrovigliati
in pose scomposte e oscene
non esseri umani ma rifiuti
gettati in una discarica
a occultare il massacro
colpevoli solo di essere diversi
vittime di un genocidio che ha spopolato Tebe.

Michele Brancale
AL PRINCIPIO DI TUTTO
Stanno sovrapposti i corpi con le braccia distese,
le mani contorte o aperte al cielo.
Sono gruppi di fratelli nemici, spesso assiepati insieme.
Hanno i più occhi chiusi, altri aperti ma spenti
e si sente salire un grido muto,
nell’inerzia dei carri distrutti e di armi abbandonate ovunque, fino al lago
Sulle acque due cigni cominciano la danza,
disegnando la forma perfetta dell’amore e di un futuro
e cantano e piccole onde percorrono la superficie fino a riva.
Che se ne fa il drone che li sorvola?
Non fosse manovrato, sceglierebbe di annegare e sparire.
Ma quel grido muto è arrivato già lontano,
intenso e più veloce della luce nell’universo e oltre i suoi limiti,
attraversando i buchi neri,
senza poter essere trattenuto dalla trama,
fino al cuore di un padre, di una madre,
al Principio di tutto.

Franco Buffoni
LA VECCHIA STRADA PER MONTECASSINO
La vecchia strada per Montecassino
Tracce ancora di asfalto romano
Anno decimo dell’era fascivolo
Su ‘sta pietra liscia a dorso di balena
In una leggera pioggianebbia mi sollevo
Da solo scollegato sottostante
Al levigato tratturo
Diverticolo dell’Appia
Un capitello tra i rovi
Alzando il capo un barlume chiaro
Lo squarcio al grigio del cimitero
Polacco. Settemila diciottenni
Infilati in fretta come cristiani
Dai lupi di vedetta.

Anna Maria Carpi
1944
In un paese, casa popolare,
terzo piano, una stanza, una finestra
con la vista sui campi,
e laggiù in fondo era la città,
la nostra, ed era in fiamme.
Io chiedevo perché, e lei: “Bombardano!”
“Chi bombarda?” “ Sono gli alleati”.
“Chi sono gli alleati?” “Americani, inglesi”.
“E noi?” “ Noi… noi, noi siamo gli sfollati”.
“Dov’è papà?” “A Milano,
lui lavora”. “E non torna?”
“Io spero questa sera, sempre che…
vadano ancora i treni”.
Rabbrividisce, e io torno ai miei giochi.

Vittorio Cozzoli
LE GUERRE
Le guerre, sì, ma quali, dentro e fuori?
Anche quelle che per tutta la vita l’uomo
fa contro se stesso? I nemici? Gli invisibili
leoni che ruggiscono sulle nostre teste o quelli
che, ubbidienti, sparano anche ai bambini?
Le guerre, sì, ma quali? Anche quelle che tu,
disgraziato nostro presente, vai preparando?
Rileggesse qualcuno Osea, là dove dice:
Già nel seno materno Giacobbe litigava
con il fratello gemello Esaù; da adulto
ha litigato con Dio. Egli ha lottato contro
un angelo e ha vinto. Poi ha pianto
e ha domandato grazia”.

Maurizio Cucchi
IL BERSAGLIERE FERITO
E mi raccontava un po’ cupo,
lì nell’angolo della stanzetta,
del mangiare rubato dalle pentole,
della città di Dnepropetrovsk
delle povere scarpe e tutto
come suonava strano. Poi del braccio
ferito mi mostrava il bianco ancora vivo
sfregio. Sentivo e non capivo,
capivo solo il suo dolore inciso.

Leggiamo adesso di quei luoghi e dell’orrore
che quotidiano li devasta
e ancora più di allora non capisco.
Così io penso che l’umano spesso fa,
distrugge, e crede di sapere ma non sa,
ma crede di capire e no: continua a non capire

Enrico D’Angelo
BELLUM
A torme battaglianti in disunirci
d’ognun la Vita, trapassando in sorte,
infame è cauta prima di dirci
ove ci porti oltre le soglie. Morte.

Renzia D’Incà
LE NOSTRE VITE
Una vita non vale solo
una. una vita ne vale cento
centomila

e se la tua la mia
le nostre vite
ne varranno mille

e mille ancora
e allora niente sfumerà
niente finirà

se non nel vuoto
dell’assenza
dell’indifferenza

Patrizia Fazzi
VIGILIA DI GUERRA
Ho bisogno di disegnare fiori
in questa sera sospesa
sul buio di una guerra
troppe volte annunciata.
Corolle colorate
su esili verdi steli
come i nostri cuori tesi.
Petali sgargianti
tra la sabbia incolore,
trappole che abbaglino
i feroci generali
e incantino la tempesta del deserto.

E forse ancora il cuore potrà
vincere su una ragione
che più non sa districare se stessa.

Sonia Giovannetti
COSÌ VICINA È LA MORTE
Così vicina è la morte
nell’aria aggrovigliata dal gelo
e sotto un filo spinato
crivellato di colpi.
Scavo con le unghie
e allineo corpi nel dolore
di questa linea rossa
che non si placa.
In questo punto
in cui ruota l’abisso
rivedo il volto di mia madre
e invoco il giorno in cui
tutto il male se ne andrà
con la prima acqua
di un piovere a dirotto.

Valerio Magrelli
LA GUERRA
La guerra è il contrario della legge, perché sospende ogni divieto.
La guerra è l’assoluta Libertà: l’Io ha cancellato l’Altro.
La guerra è l’Io assoluto, senza limiti, il sogno di Sade e di Caino.

Franco Manzoni
SCIAME DI TORCE
tripudio del lutto
davanti al plotone
consegnati i pugnali benedetti
dal battesimo dell’aria
il pilota spalancando gli occhi sul mondo
paracadutisti di paglia
lanciati come sonde
bruciati dai lanciafiamme nel mare
uno sciame
di torce che sale

Renato Minore
ORA
Se l’universo (o chi per esso)
ci ha creato
per avere qualche buona
informazione che lo riguardi,
ora che uccidono uomini
come mosche
con il drone che li innaffia,
il momento è propizio
per sparigliare ogni dato
nell’infinità vanità
del tutto.

Maria Grazia Nigi
LUCIDITÀ DELL’ODIO
L’Odio nel suo efferato lampo assassino
È cieca luce…
Oscuramento della Ragione
Dove si ottiene morte e distruzione
Andiamo tutti alla deriva?
L’Antidoto è la Pace di cui tanto si parla…
Ma che volutamente non arriva!

Paolo Ottaviani
TRISTE FILASTROCCA DEL PACIFISTA
Pacifista generoso
tutta pace e niente guerra
hanno invaso la mia terra.
Altruista e pacifista
niente guerra e tutta pace
dentro un sacco il figlio giace.
Pacifista assai cortese
sempre pace e mai una guerra
perché sanguina la terra?
Hanno ucciso i miei bambini.
Educato pacifista
non ti piace ch’io resista?
Pacifista assai eloquente
ch’io scacci l’invasore
ti disturba il buon umore?
Pacifista ragionante
dici che non c’è partita
per l’inerme è già finita.
Pacifista bilanciere
la potenza del terrore
non t’accende di furore?
Mai una guerra e sempre pace
pacifista assai gentile
hai sepolto il tuo fucile?
Pacifista coscienzioso
un tuo avo partigiano
col fucile andò lontano.
Pur sapendo di morire.
Per giustizia e libertà.
E si mosse con pietà.
Pacifista pacifista
se non offri il tuo sostegno
di qual pace sarai degno?

Paolo Ruffilli
PER ETTORE TORNATO DALLA GUERRA
Con quel viso tagliato dalle rughe,
gli occhi stanchi cascanti sopra
il naso, i capelli radi e bianchi.
La tua vita dopo la guerra, un normale
mai cessato dentro e fuori case di cura,
senza la speranza e senza la paura.
Di te, avevo allora il senso
di una mosca salva ma impazzita
dentro il vaso, di un maggiolino
legato al filo per la zampa.
Oggi, l’impressione è quella della
carne dolorante resuscitata in qualche
modo dalla mente ma assediata
e messa in scacco dal suo sangue.

Lilia Slomp
MONITO
6 agosto 1945
Sovrano di rapine l’orizzonte
Hiroshima la bella, l’immortale
miraggio ora, solo buco nero
scavato da un piccone senza nome.
Sbigottita la morte alla sua falce
inginocchiata alla mietitura
folle d’agosto, orfana di spighe.
Anime erranti, ombre delle ombre,
marcia di solitudini disperse
braccia in alto per tastare il vento
come piante in scheletri di rami
arresi all’abbandono delle foglie.

Silvia Venuti
NEL SILENZIO
La guerra era nel silenzio di mio padre.
Nel suo sguardo basso per tacere anche con gli occhi.
Non seppi mai della prigionia del campo,
solo nel delirio del morente disse:
Hanno una gran paura che parli, ma io zitto…
Io sono la sua memoria vivente.
Ho scritto in me la tragedia dei compagni morti,
delle paure abissali, del dolore e dello strazio,
del terrore d’essere, sempre, all’ultimo istante della vita,
solo, nell’infinito oscuro.
Ho scritto in me la violenza sugli inermi,
gli sfinimenti per fame e le fatiche estreme,
il sibilare delle bombe e le sirene degli allarmi,
le conflagrazioni, le granate.
La guerra era nel silenzio di mio padre.

Quante vite donate per la pace!
La pace con quel suono di parola che sa di latte,
e serena visione di celesti cieli.
Pace del cuore in cui affonda armonia e tranquillo fare.
Pace di fraterno andare in un mondo tornato Eden
con Natura e Bellezza strette in luminosa intesa.

 

 

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