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SULLA GUERRA 1

Antoni Farrè, Bombardamento di Barcellona

SULLA GUERRA 1
Poesie di: Sandrino Aquilani, Giancarlo Baroni, Maria Rita Bozzetti, Vittorino Curci, Silvana Dal Cero, Marco Ignazio De Santis, Raffaela Fazio, Gianfranco Jacobellis, Mauro Imbimbo, Tiziana Marini, Valeria Massari, Roberto Pacifico, Paola Parolin, Susanna Piano

Sandrino Aquilani
FIGLIO DI UN SOLDATO
È finita sul quel prato
sopra un fiore rosso
che non è mai sbocciato
due bussi sulla porta
il silenzio ed una lettera
non aspetta più risposta
eppure la promessa
è che saresti ritornato
ed io figlio di un soldato
quello come tanti
che non è mai nato.

Giancarlo Baroni
ASSEDIATI
Pronti a trafiggerli
con le frecce dagli spalti
a ustionarli di liquidi bollenti
scorte di cibo abbondanti. All’improvviso
piove il corpo di un appestato
lo scagliano con una catapulta.

Maria Rita Bozzetti
TRAGICO ASSISTERE
Immagini di guerra accecano
senza pudore una speranza di fine,
e un desiderio di pace svanisce
ogni notte nel fischio dei missili.
Nessuna tenerezza colora
gli ultimi sprazzi di sereno
che pare siano in fila pronti per le fosse.
Mi vergogno di poter parlare
libera nel mio silenzio di casa,
là c’è solo resoconto di vittime,
edifici affossati nella polvere,
rumore di bombe che terremotano
e spietate mutilano con morte,
là nulla si sceglie ma tutto pesa
su spalle di bimbi, vecchi, malati,
imprigionati in un circolo di dolore
che asfissia il giorno e soffre
in tragico assistere.

Vittorino Curci
ASPETTIAMO
dov’è il finimondo? alle spalle o davanti?
non siamo mai usciti dalle trincee.
la testa di guillaume non è ancora bendata.
dopo l’ultimo giro veloce
sentiamo tutto il peso di essere come siamo
ma nessuno si chiede dove e quando
abbiamo sbagliato

ora sostiamo nei pressi di una prigione
non siamo più in fuga e nessuno ci insegue.
diffidiamo delle belle parole
e le nostre biografie sono mute.
aspettiamo. aspettiamo in silenzio.
presto passeremo dallo sterile al fertile
dal tremore della mano a una scrittura di fuoco

Silvana Dal Cero
SCHEGGE
Schegge volano
corpi cuori infranti
rosseggiano nel cielo cupo
Fragile, una mano
come fiore s’apre alla luce.

Marco Ignazio de Santis
UN GRIDO MUTO E LOGORE PAROLE
Quest’oscuro destino terrestre
non riscattano parole d’occasione
o atti vani e gesti d’impotenza.
Il sangue gronda dai giornali
e tutta la storia è cronaca mortale.
In fondo chi siamo e dove andiamo,
che cambierà quaggiù
se un giorno non ci saremo?
La vita scorre come cieca lava
e l’entropia corrode l’universo;
la gioia ha volto di Chimera
e franano i sogni
dal crinale dell’Utopia.
Perciò non chiedermi, compagno,
rami d’ulivo o colombe;
soltanto questo ho da offrirti:
un grido muto e logore parole.

Raffaela Fazio
QUESTA GUERRA CI OFFRE
(per Etty Hillesum, ispirata al suo diario)
Questa guerra ci offre
una sola lezione.
Non vendetta
non altrove il riscatto:
in noi stessi
estirpare quel buio
di cui soffre la terra
quel male
che si vede nell’altro.

Gianfranco Jacobellis
DI NUOVO
Di nuovo
il bambino rovente
ha preso per mano
cielo inconsapevole
che conduce
il consueto
ingiusto guerriero
oltraggio della luce
al tiro della morte
in sella all’ippogrifo

Mauro Imbimbo
LAGGIÙ
Nel salotto abitato
da noialtri, di qui,
osserviamo in TV
un salotto forato
da quel missile, lì.
Deploriamo giacché
è insensato, n’est pas?
Non vediamo il perché,
non vediamo alcunché.
Tutti guerrafondai,
bella fonte di guai.
Segue spot, plin plin.

Tiziana Marini
DUNKERQUE
Ognuno di voi era mio padre
ogni ramo di ciliegio affossato
ogni respiro di morte.
Molto prima che l’attesa
la fuga il naufragio la salvezza
diventassero progenie
ai punti cardinali della guerra.
Ero io. Accarezzami, padre
se mi volgo a quella prigionia
e al fango che sporcava i nostri piedi
all’impasto velenoso di cielo e mare.
Lasciamo Dunkerque con l’alta marea
con la tenerezza a fianco della notte
guardandola nel modo giusto,
finché diventa giorno.
E costruisci ancora attorno a me una casa.

Valeria Massari
GUERRA
Una macchia che si spande
a sporcare i pensieri,
i sogni belli,
di oggi e di ieri.
Insidia dilagante
che coglie alle spalle,
in modo aberrante.
Che al confronto ti costringe
e alla lotta ti spinge.
Una pozza che annega
e ogni istinto di vita,
con perfidia, rinnega.

Roberto Pacifico
L’ALTRA GUERRA
Anche in tempo di pace e democrazia
non si ferma la contabilità di un’altra guerra.
Penso alle vittime dei terrorismi,
della criminalità e della follia,
penso ai morti, ai feriti, agli sfollati
di cicloni e tempeste che devastano
come stormi di bombardieri
territori, paesi e interi popoli,
penso alle vittime degli incidenti
sul lavoro e di omicidi stradali,
Alle centinaia di donne uccise
dai loro uomini, e alle vittime
di atroci malattie che non lasciano scampo
(almeno in guerra puoi morire con onore).
Pensate ai caduti di questa guerra:
guerra che non finisce mai neanche
in tempo di pace e democrazia.

Paola Parolin
LONTANI
sono lontani
un’istantanea attiva il cervello specchio
per un poco
sono lontani
entrano nel numero naturale
quelli che entrano
quelli che escono
sono lontane le case le strade le città devastate
uomo operoso sei silente
uomo misericorde sei poco
sei poco anche tu uomo ideologico
voi impegnati specchio degli indifferenti
non avete contezza
dell’uno dell’altro
dell’altro ancora
dei molti a uno a uno
il numero vi confonde
e vi protegge
dall’annientarvi per dolore
nessuno infine si cura di loro
lontani

Susanna Piano
(AL CENTRO DELLA STANZA)
Se la parola può evocare
allora il poeta pronuncia “Tregua
Se la parola può generare
allora il poeta annuncia “Concordia
Se la parola può invocare
allora il poeta ripete “Pace
Se al poeta resta una sola parola
allora il poeta scrive “Vite
e lascia che si annidino
al centro della stanza
fino a che un brivido
non risvegli le stelle.

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Commenti 1

  1. Sandrino Aquilani

    Sandrino Aquilani
    3 Marzo 2024 @ 7:15 • Modifica
    Quanto mai opportuno scrivere sulla immane tragedia che è la guerra, nella speranza di non dover scrivere mai più.

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