Mauro Imbimbo è nato a Foggia nel 1955 e vive a Firenze, dove insegna Filosofia e Storia in un liceo. Ha pubblicato di poesia Droghe e coloniali (Edizioni di Storia e Letteratura, 2019, inserito nei dieci selezionati del Premio Viareggio Poesia 2020). Si è occupato di didattica della filosofia e ha pubblicato con altri colleghi un manuale per i Licei nel 2004, presso la casa editrice Palumbo. È autore di traduzioni dall’inglese: L’isola del Tesoro (AMZ, 1987), un manuale di filosofia di John Hospers (Mondadori Università, 2003).

mauroimbimbo1955@libero.it

 

POESIE

da DROGHE E COLONIALI

Manifesto
Ho giurato di sciuparmi,
darmi in pasto già condito,
mi consumo e mi diverto,
è da un po’ che l’ho capito,
sgambettando senza posa,
nel can-can della mia vita.

Una piccola riforma
La gravità dell’ora
non mi perdonerà,
che la mia vocazione
d’autista in foglio rosa,
perduri sciagurata
col coprifuoco e tutto.
Balorda scioperaggine morale:
comincia dai semafori
chissà dove si arriva!
Fortuna è bella e pronta
la svolta educativa:
trenini e parchi-giochi,
gimkane da cortile,
programma castigato
per reprobi cocciuti.

Al Sud
Spaghetti e indignazione,
un piatto un po’ indigesto
sul desco familiare/
a sud del Garigliano.
Quei lirici mutismi,
tragedie in bianco e nero,
li trovi solo al cinema
col Bergman d’annata.
Nel regno di quaggiù,
tra risse e pennichelle,
non resta proprio il tempo
per darsi pena alcuna
di andazzi sbrindellati,
né onore né principi.
Pernacchie col caffè,
ma senza tanto impegno,
svagata messa a punto
di storiche opinioni.

Atteggiamento
Nostrale è quel rimpatrio
al collaudato ieri,
coscienza in braghe larghe,
vi sguazzi che è un piacere.
Si inaugura il futuro?
E’ di rigore il blu.
Nel sazio ciabattare,
che porta il nuovo sole,
l’attendo qui, in pigiama,
la dopolavoristica
divisa dell’amore.

Divertimenti
1) Tra colpi di coda/
e apologhi amari/
il cerchio si chiude/
sui punti nodali.

 2) Lo schiaffo morale/
sul colle fatale/
a degna chiusura/
di un giorno feriale.

 3) Se passano le logiche aberranti/
nel clima di terrore dilagante/
non resta che tornarsene a Lavagna/
è l’ora di una cura dimagrante.

4) Nel cuore di una crisi ineluttabile/
nel corso di un disastro indescrivibile/
nuovissimi pensieri poliestere/
acriliche esperienze irrestringibili.

5) Paralipomeni?
Parastatali !/
sulla corsia dei ludi autostradali/
Emerge una figura carismatica/
minaccia la riforma burocratica.

6) Corsetteria, Radioestesia/
non trovi che mi vivo tutta mia?/
Sul corpo dell’inconscio zodiacale/
si placa la ragione occidentale.

7) Il compito a casa:/
sopralluoghi sul corpo del corpo/
e proprio e l’altrui/
a scopo ricerca./
L’arcano è vicino/
a chi parla e a chi ascolta.

8) La pietra miliare/
nel foro interiore/
occlude la vista/
di un mondo migliore

Giochetti
S’ acquatta
la coda di paglia
nel vicolo cieco.
Indubbio
segnale deviante,
destabilizzante,
quantunque
l’accordo di massima
fra i partners Cee
ne attenui l’effetto.
Sospetto:
se sale la febbre inflattiva,
e cala lo sforzo concreto,
rispunta,
in barba al divieto,
la coda di paglia
nel vicolo cieco.

L’incertezza
Allorché i dubbi,
inquietanti, manco a dirlo,
si affollarono sfacciati sulla via,
allibiti rimasero i fanciulli
che d’inquietarsi non avevan punto voglia.
Se i malvagi non vanno più in castigo
accade che gli eroi, disoccupati,
rinserrata la virtù nel fodero,
guadagnino la spiaggia e l’ombrellone.
Nel nuovo evo delle targhe alterne
contegno calvinista i giorni dispari,
libertinaggio sfrenato i giorni pari.
Sonnecchia, nel frattempo, innanzi al sole,
un condottiero con l’accappatoio.

A Fulvio
Riposa intorno a me, casto,
il disordine.
Dietro cespugli di indirizzi antichi,
appunti certamente sconosciuti,
un fazzoletto,
una marca da bollo troppo lisa,
tu soltanto, caparbio, mi talloni,
sin dentro il ripostiglio dei miei giorni.
Eppure, al tempo del principio,
razzolavamo felici a Chinatown;
c’erano ancora in giro degli eroi
che di tristezza spossati, e di pudore,
sorridevano, di rado, nel finale.
Ritrosia adorabile, la loro,
tra gli aforismi e le revolverate:
La Rochefauld dimora in California?
Il passato è un frutto saporito,
il futuro strabico e scipito,
il presente prefettizio e assembleare:
chi si suicida per un 6 in condotta,
chi fugge lesto con l’argenteria,
ma noi, domestici e ringhiosi quanto basta
trarremo scampo e sicuro giovamento
in quel “non so”che scivola,
svogliato e reticente,
Bignami dello Spirito.

INEDITI

Accade…
Albagia di quei bacucchi
con la solita alitosi,
e i rimorsi per le truffe,
e la rabbia da smaniosi.
Imminente è già la fine
e la bava scorre lenta
dalle labbra volitive
dei canuti adolescenti.

Il giorno del Signore
Domenica, sappi,
decide il Signore,
deponi il commento,
riposa il neurone,
nel giorno a lui caro
non fare rumore!
Osserva il sembiante
ceduto allo specchio,
vedrai che la spocchia
dispare all’istante.
Seguace ti senti
di Dea Opinione?
Sospendi il giudizio
e scopri Pirrone.

Finisce qui
Incurie curabili
divennero croniche,
motivi risibili
ci resero inabili,
le reiterazioni
di molte viltà,
di riffa o di raffa,
condussero qua.
Origini ignobili
di misera età.

Dove sei, Gustave?
Vogliamo sapere di Tutto
dai siti che dicono tutto,
sbattiamo sul viso ai potenti
scoperte per tutti gli utenti,
ma questi potenti diranno
che non conosciamo un bel niente.
Ce l’hanno con noi di sicuro,
con noi che troviamo risposte,
tenute sinora nascoste,
perfette per tutti i perché.
Fra tanti Bouvard e Pecuchet
esiste almeno un Flaubert?

Sognare l’amore
Restare in ammollo
nell’acqua d’amore,
vestiti e calzati,
festivi e giulivi,
facondi e proclivi
a candidi motti,
al modo del Cerri
di tanti anni fa.
Non è forse questo
un sogno d’amore?

Limitare gli eccessi
Stroncare il poeta
al test d’ammissione
nessuno lo vieta.
Ne segue la dieta
e un sano appetito
per versi versati
in dosi mignon,
talora charmant.
Il numero chiuso
è una garanzia,
a meno che il Tar
ammetta ricorsi,
e allora il poeta,
stroncato e sciancato,
pretende rimborsi
dai critici bolsi.
Difende il suo onor
con igneo furor.

Pillole amare
1) La càntica nova
divenne melmosa
stagnando biliosa
in lurida gora

2) Chi pone le basi
in base alle cose
s’accasa nel chiuso
di scatole irose

3) Gettarsi da un metro
sul prato fiorito:
immane coraggio
del vate compìto

4) Primeggia il primate
ripieno di ratio
nel far del suo meglio
straziando la stirpe
che invoca la ratio.

5) Pascendo carogne
senz’altra missione
prepari solerte
un’altra Passione

Dare e avere
Chi conta non cerca
la resa dei conti.
Chi cerca la resa
dei conti avanzati
non conta, né cerca
soltanto un acconto
ma il saldo completo
di ogni spettanza,
null’altro che avanzi
nel tempo a venire.
Necessita ardore
per simile ardire,
è arduo trovarlo
e resta sovente
il mucchio di mosche
nel pugno impotente.
Se chiedere conto
invano dovrai
la fede nel fato
ripristinerai.

Questo è…
Le frattaglie della vita,
della vita in primo piano.
Tante pene, tanti strilli,
della pingue giovinetta
nella rosa cameretta
e la mamma, poveretta,
rigonfiata, rimbambita,
e le chiostre in bella vista,
non c’è nulla che non vada,
sono degne di un dentista,
di un dentista brasiliano.
Già scomparsi gli sdentati,
che piacevano a Pierpaolo,
furoreggia l’estetista,
signoreggia il forsennato,
l’applausometro registra
un finale insanguinato.