2

GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA 2021

GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA 2021
Pietro Aloise, Lucianna Argentino, Fabrizio Bregoli, Franco Buffoni, Giorgio Caproni, Claudio Damiani, Renzia D’Incà, Vivian Lamarque, Mario Luzi, Alda Merini, Eugenio Montale, Maria Grazia Nigi, Roberto Pacifico, Susanna Piano, Umberto Piersanti, Antonella Rizzo, Paolo Ruffilli, Umberto Saba, Edoardo Sanguineti, Nadia Scappini, Claudia Manuela Turco, Giuseppe Ungaretti, Alessio Vailati, Gian Mario Villalta, Stefano Vitale, Francesco Zevio

Passerà di Pietro Aloise
                      a Carlo e Roberta
Passerà
questa melensa ecolalia
questo vento borioso che schernisce
queste attese snervanti che sfibrano
quest’arrogante presunzione
che tarpa le ali
queste leccate di culo
che non lasciano traccia
queste noiose sceneggiate
che magnificano il nulla
e finalmente –
dopo tanta ipocrita convivenza –
s’inonderà di rose
il mio calvario.
Nell’attesa
scompiglio il sentiero
alle formiche.

Davanti alla finestra di Lucianna Argentino
Davanti alla mia finestra
passa il mondo intero
eppure è solo un rettangolo di luce tra due pareti
su cui al mattino batte il sole
e ha la stessa trasparenza
che si addice al vetro e allo sguardo umano
quando in esso il tempo cambia direzione
e la sua freccia si conficca nell’attimo
che geme disorientato come chi troppo a lungo
ha guardato in alto.

Drowining Girl di Fabrizio Bregoli
(“Ragazza che annega” – Roy Lichtenstein, 1963)
Chiediamo aiuto a chi non sa soccorrerci,
schedati qui: aporie in resina acrilica
mani che si sporgono a pelo d’acqua.
Le palpebre si serrano sui volti
saldi nelle loro linee giuridiche,
tendono il filo a piombo sui nistagmi
confinano la loro furia elettrica.
Frantumi – noi – di una storia a episodi
in una trama che non ci appartiene,
che vede scorrere nel fermo immagine
profili sempre troppo mossi, messe
a fuoco sui loro spigoli duri. E
ci si trova qui, disegni animati
sul doppiaggio di una legenda equivoca,
la parodia perfetta di una voce,
la sua onomatopea triste. Soltanto
didascalie di noi
vita in sottotitoli.

Il nostro antenato più antico di Franco Buffoni
Se è la presenza della bocca
E dell’intestino
Ad essenzialmente definirci
Come organismi bilaterali,
È l’Ikaria wariootia il nostro
Antenato più antico.
Ritrovato tra i fossili australiani
Cinquecento milioni d’anni fa già presentava
Due aperture connesse da un tratto digerente
Un fronte e un retro.
Da lui sono venuti pesci anfibi
Rettili e mammiferi.
Dunque anche noi.
L’Ikaria è un verme.
Noi, forse, un glitch.

Le carte di Giorgio Caproni
…Imbrogliare le carte,
far perdere la partita.
È il compito del poeta?
Lo scopo della sua vita?

Tutti quelli che muoiono di Claudio Damiani
Tutti quelli che muoiono in questa guerra virale
sono come i morti insepolti degli antichi
lasciati ai cani sul campo di battaglia,
non poterono i familiari lavare i loro corpi
ungerli e piangerli e preparare il rogo,
trasportati di notte su camion militari
come sacchi di spazzatura in altri cimiteri.
Ma noi sappiamo che la loro battaglia fu eroica,
combatterono fino all’ultimo sangue
un corpo a corpo senza risparmio di colpi,
alla fine caddero facendo risuonare
con fragore la loro pesante armatura.
La loro vita è incisa nel cimitero del tempo
a memoria perenne, e la loro tomba è un altare.

La mia vista è un teatro di Renzia D’Incà
sai, quando ti hanno sfilato l’anima
quei morti già morti anzi putrefatti
che se cerchi di spiegare ignorano
sai, quando ti hanno sfilato l’anima
mentre ti aggrappi alla bellezza
del bene o di Dio o del Creato
e la risposta è si muore anche noi
e una volta sola e vissuti peggio
Eravate già morti durante traversata
già durante la vostra prima sola volta
sepolcri imbiancati vi chiamate
senza cuore avidi di beni e spade
nati ad essere uomini
come lupo ad altri uomini
questo siete e nessuna carità vi placa

Gelosia per la luna di Vivian Lamarque
Oh essere anche noi la luna di qualcuno!
Noi che guardiamo
essere guardate, luccicare
sembrare da lontano
la candida luna
che non siamo.

Vola alta, parola di Mario Luzi
Vola alta, parola, cresci in profondità,
tocca nadir e zenith della tua significazione,
giacché talvolta lo puoi – sogno che la cosa esclami
nel buio della mente –
però non separarti
da me, non arrivare,
ti prego, a quel celestiale appuntamento
da sola, senza il caldo di me
o almeno il mio ricordo, sii luce,
non disabilitata trasparenza…

I poeti lavorano di notte di Alda Merini
I poeti lavorano di notte
quando il tempo non urge su di loro,
quando tace il rumore della folla
e termina il linciaggio delle ore.
I poeti lavorano nel buio
come falchi notturni od usignoli
dal dolcissimo canto
e temono di offendere Iddio.
Ma i poeti, nel loro silenzio
fanno ben più rumore
di una dorata cupola di stelle.

Non chiederci la parola di Eugenio Montale
Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l’animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.
Ah l’uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l’ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!
Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti:
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

Stato soave di Maria Grazia Nigi
Sai quanto sanguina
la carne viva di una parola
che non scende,
sulle mie labbra semiaperte.
Tutto dipende dal soffio musicale
del pensiero che la prende,
per trascinarla via ma non per sempre.
Tacitamente,
come un bocciolo rosa che s’arrende,
l’anima mia si schiude e attende…

I versi migliori sono alle spalle di Roberto Pacifico
I versi migliori sono alle spalle.
Forse non ritroverò più le pietre
iridescenti scambiate per gemme,
i bianchi levigati sassolini
che scelsi credendoli opali o avorio:
i ciottoli che fra la grigia ghiaia
verdi o rossi mi parvero rubini
o smeraldi, non furon scelti a caso,
per vana esibizione od ornamento.
Quei frammenti di vita minerale
sono pietre miliari di un percorso
tortuoso e senza bussola: che possa
tu, lettore, sentirli vivi e belli
– testimoni di un’antica eruzione –
come quando li trovai per i viali
di una casa patrizia abbandonata.

All’ombra della poesia di Susanna Piano
Seduta all’ombra della poesia
che oggi pare una divinità
una forza protettrice
capace di offrire riparo frondoso
di cui non si mette in dubbio
la potenza e la clemenza.

Il capriolo di Umberto Piersanti
il capriolo piccolo
s ‘ è perso ,
gemono rami ed erbe
al suo gran pianto ,
forse lo trova il lupo ,
forse la madre

Ex voto al Poeta di Antonella Rizzo
Sono qua
ad aspettare il giorno
con un canestro di verbi nuovi.
Il poeta, o chi conduce il tempo
è avvoltoio e Cerbero.
S’accoda all’umanità piangente
gode dei languori mai narrati
similitudini tra mali,
al lavoro alacre dei Pastori
nei lanzichenecchi globali
dei nostri giorni.

Poesia di Paolo Ruffilli
Poesia cos’è…
piccolo pesce
dei lofobranchi
azzurro delicato,
con pinne come ali
bocca rotonda
e due liste di denti
affilati,
pegasus draco
finito tra le zampe
della gatta.

Amai trite parole di Umberto Saba
Amai trite parole che non uno
osava. M’incantò la rima fiore
amore,
la più antica difficile del mondo.
Amai la verità che giace al fondo,
quasi un sogno obliato, che il dolore
riscopre amica. Con paura il cuore
le si accosta, che più non l’abbandona.
Amo te che mi ascolti e la mia buona
carta lasciata al fine del mio gioco.

Che cosa è la poesia di Edoardo Sanguineti
la linea (lunga che, larga che) lista
(unifica, univerte, ulcera, ustiona),
con campi e cerchi, critico e cronista:
(informa e incide e imprime, idolo e icona):
Arti e artefatti articola in artista
nessi di nodi di nuda non persona,
occhi ottativi in ottimo ottimista:
avventi e apofobie, se avverbia, aziona:
normale normativa nutre nomi,
concilia congiuntivi e congiunzioni,
esprime esclamativi, elude encomi:
succhia i supini, è soma in semi ne in stomi:
chiavi e chiodi conchiude in cavi coni,
indica indicativi in ipoidiomi

La vertigine di Nadia Scappini
s’è fatto breve il tempo, tendi la rete sulla mia via
fammi di nuovo abitare la vertigine dove la pazienza
scivola in una lingua di fraterno sentire in quegli slarghi
che misteriosamente s’accendono anche su una pagina
di poesia un faccia a faccia che poi respira dentro
pausando cammini incerti sofferti
fammi riconoscere il plurale di cui siamo appena titolari
credere in una prova d’eternità
anche se passeggera
dentro una rosa di sangue
un faccia a faccia sulla polvere del nostro impaccio
del nostro sventato entusiasmo che intoppa il fiatare
di umani santi pensieri

Il profumo della poesia di Claudia Manuela Turco
Eco giallo–verde
risuona sprigionando
agrumati aromi.
Imperitura luce color prato,
punteggiata di candore,
libera
liriche visioni.
Le parole s’incendiano,
danzano, sorridono.
Per tutti, ovunque.

Commiato di Giuseppe Ungaretti
Gentile Ettore Serra
poesia è il mondo l’umanità
la propria vita
fioriti dalla parola
la limpida meraviglia
di un delirante fermento.
Quando trovo
in questo mio silenzio
una parola
scavata è nella mia vita
come un abisso

Ali di Alessio Vailati
È pur nostra la vita, anche se spira
un vento forte che ci batte in volto;
e accade che di tanto il vento gira
o cade immoto sul tuo sguardo assorto.
Pace non v’è per le anime mortali,
tregua che lasci uno spiraglio aperto;
ma vieni ancora, vieni ancora vento
a dare ai sogni, come agli uccelli, ali.

L’ombra della voce di Gian Mario Villalta
l’ombra della voce si assottiglia
giorno dopo giorno l’incertezza
raschia i margini a ogni parola
tu sai quanto distante è sempre stato
per me il presente, per desiderio matto
dell’adesso, per timore che il prendere
tutto, tutto in una volta, mi perdesse
il dopogiorno sfasa il sincrono
degli occhi e delle labbra.

Il colore del cielo di Stefano Vitale
Il colore del cielo fa senza di noi?
Eppure ci basta un vortice d’aria
impressione di suono, parole di luce,
qualcosa che sia senza affanni,
strappi e sciocchi cappi
lingue e mani, lampo e corpo
per dare un senso al nostro planare
oltre le nude ragioni e piantare
una vigna nel mezzo della tempesta
coltivare fiamme di luce riflessa
arte discreta del richiamare dal buio
piccole cose senza più nome
intima traccia del nostro svanire.

Ricorrenze di Francesco Zevio
(Se tu voiz home qui le vaille,
garde qu’a ton bienfait ne faille
Rutebeuf)
La “giornata mondiale
della poesia”. La rima
che sorge – ahimè – spontanea
è logora, banale,
al mezzo: ipocrisia.

 

74

Commenti 2

  1. Nadia Scappini

    splendida idea quella di far incontrare Padri poeti con poeti contemporanei!
    é stato bello leggerli insieme. grazie alla Redazione di I.P.

    Nadia Scappini

    Rispondi
  2. Molto belle le poesie contemporane
    Adoro Susanna Piano

    Rispondi

Scrivi un commento