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FABIO BARBON FOTOTESSERA

FABIO BARBON FOTOTESSERA

Fototessera (Biblioteca dei Leoni), nuova raccolta di Fabio Barbon, è il diario di bordo di un intero viaggio esistenziale, come spiega l’autore stesso: l’umana avventura “alla scoperta del proprio esistere”, offrendone testimonianza nell’ottica dell’esperto marinaio che risponde alle domande sui trascorsi della propria vita, sugli inabissamenti e sulle risalite, sui naufragi e sulle rinascite. Attestata sulla linea di non coinvolgimento rispetto al caos del mondo, che è la matrice esistenzialistica della cultura del nostro tempo, la poesia di Fabio Barbon ripercorre con forza il rapporto tra il sé e il mistero dell’esistenza. L’ottica di questo sguardo, chiave di volta dell’intero libro, è il riconoscimento d’amore per le persone, per i luoghi, per le cose. E l’altro da sé, come interlocutore del possibile svolgimento (la donna amata, in particolare), è la figura che consente il riconoscimento: uno spiraglio di salvezza e di esaltazione negli spazi assediati dagli anni. C’è una misura partecipativa, un proiettarsi sempre oltre la barriera della propria vicenda e della propria storia, in una sorta di interrogativo aperto, che è la scelta del futuro nella scommessa con la vita. Dentro questa misura di coinvolgimento di sé con gli altri, si dispone tutta la fitta trama dei percorsi interiori, dei rapporti interpersonali, degli incontri e delle relazioni, del quotidiano mettersi (o rimettersi) in equilibrio, tra l’ossessiva deiezione del tempo e l’umanissimo recupero di sé e degli altri compagni di strada a lui uniti da legami di sangue, d’amore o di amicizia. Dal confronto con la realtà e dalla sua esperienza, comprese le delusioni e le sconfitte, il poeta  esce con la volontà di dare testimonianza delle aporie del mondo, in piccoli quadri incantati che si ancorano sempre a un luogo, a un’ora e a una stagione. Una poesia che è volta ad opporre il segno insieme della ragione e del sentimento non solo e non tanto alla irriducibilità delle azioni compiute e del tempo che è trascorso, ma alla potenziale reversibilità della vita attraverso l’esercizio della memoria.

Paolo Ruffilli

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