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‘UNA VITA DIVERSA’ DI JACOBELLIS

‘UNA VITA DIVERSA’ DI JACOBELLIS

Gianfranco Jacobellis, Una vita diversa (Biblioteca dei Leoni). Quando perdiamo una persona, piangiamo per lei che se ne è andata, ma anche per noi che siamo rimasti senza. Il dolore è intenso, proprio perché viviamo senza. Infatti la morte di un altro non riguarda più l’altro, ma noi. E a noi che restiamo la morte toglie una parte di vita: non abbiamo più futuro con la persona che è andata via. Inoltre, la perdita ci rimette in gioco, porta alla luce rapporti irrisolti con la persona che abbiamo perso. E, nello stesso tempo, porta ricordi intensissimi carichi di quella mancanza della persona amata che dà sì la sofferenza ma anche la dolcezza della memoria, con i suoi colori (una notte stellata, un cielo nuvoloso o la luce piena del sole) e i suoi profumi (l’odore del mare o di un fiore reciso), oltre che l’inquietudine di una sorpresa: “Spesso ti sento / come un’onda d’aria”. Ma anche la rincuorante prospettiva: “il futuro è restare / insieme a te a sognare”. Ecco la situazione in cui si muove la raccolta intensa, delicata eppure potente, “Una vita diversa” di Gianfranco Jacobellis, dominata dalla figura della moglie scomparsa e risolta “in uno spazio / virtuale e sconosciuto”, nel quale con la chiave lirica e riflessiva tipica della sua maturità l’autore ci conduce a sondare gli enigmi e il mistero della vita e a cercare un percorso dentro il labirinto.

Paolo Ruffilli

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