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GLI SCARABEI DI PAGELLI

GLI SCARABEI DI PAGELLI

Claudio PagelliLa bussola degli scarabei (Ladolfi Editore). L’autore nasce a Como nel 1975. Laureato in Giurisprudenza, dal 2004 è presidente dell’Associazione artistico culturale Helianto. Ha scritto le raccolte di poesia: L’incerta specie (2005); Le visioni del trifoglio (2007); Ho mangiato il fiore dei pazzi (2008); Buchi Bianchi (2010); Papez (2011) e La vocazione della balena (2015). Inoltre: tre plaquettes artistiche (Pulcino elefante); la plaquette di haiku Bestiario con sushi (I Quaderni Del Tipografo). Premiato in numerosi concorsi letterari, sue poesie compaiono in cataloghi d’arte, riviste di settore e siti a tema. Tradotto in spagnolo, è stato pubblicato sul Periodico de Poesia U.N.A.M. Dato per certo che gli insetti saranno il cibo del futuro – sempreché ci convincano a nutrircene – in questa raccolta essi hanno una funzione più nobile: quella di nutrire la mente e il cuore dei lettori, come alter ego non solo del Poeta, ma degli uomini tutti. L’idea è originale (Gozzano – come ricordato dal Prefatore – non aveva potuto completare la sua opera “Le farfalle. Epistole entomologiche”); è realizzata con brevi composizioni, depurate d’ogni ridondanza, che sembra lascino – al lettore attento – il piacere di proseguire il racconto, assecondando la propria fantasia. Quadretti intensi, nei quali l’antropomorfismo è evocato quanto basta, dal momento che insetti ed uomo – appartenenti entrambi al regno animale – si differenziano non solo per biologia e classificazione, ma anche per comportamenti e caratteristiche della loro esistenza. L’artificio poetico, quindi, è un continuo assomigliare e distinguere, ben diverso da altri illustri antropomorfismi poetici ed altri meno, nei quali il clima è francamente satirico o manifestamente scherzoso. Pagelli ci offre, invece, un’atmosfera poetica elegante e discreta, evocata da un duplice osservatorio, l’occhio umano e quello dell’insetto: ne risulta un dialogo muto, scultura a tutto tondo, più che bassorilievo; pur essendo diverso l’occhio e l’orientamento degli insetti, il riferimento, la bussola, appunto, è sempre un’acrobazia fatta di stelle.

Maurizio Rossi

poetidelparco.it

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