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I PERCORSI UMANI DI NADIA SCAPPINI

I PERCORSI UMANI DI NADIA SCAPPINI

Topografie interiori (Reverdito Editore). Nadia Scappini, poetessa e narratrice, instancabile promotrice culturale, da donna orgogliosa di esserlo è consapevole che la condizione femminile deve essere cantata sia in poesia che in prosa con tutte le coordinate storiche e culturali a disposizione. Cultura e sensibilità convergono in lei rendendola capace di scavare nell’animo umano al di là del genere di appartenenza per coglierne i vari aspetti e riconoscerli in situazioni diverse, sempre con estremo tatto e con una scrittura dal tratto particolare, deciso, senza orpelli inutili, ma con la precisione di chi sa narrare e trasmettere sensazioni con la forza e il coraggio della parola assaporata e coccolata dentro di sé prima di farla volare sulla carta. Nadia Scappini ha all’attivo diversi libri di poesia, saggi, romanzi e, quando decide di dare alle stampe il frutto del suo pensiero, lo fa con convinzione e con l’attenzione certosina dell’innamorato della parola che nulla lascia al caso o all’entusiasmo del momento nel pieno rispetto per chi la leggerà. È con questo rispetto che mi accingo a scrivere le emozioni provate nella lettura di questo suo ultimo libro di racconti, libro che spazia liberamente nei meandri della mente e del cuore cernendo da ogni situazione narrata la sostanza, prendendo a prestito anche citazioni colte, come d’abitudine, per dare, se possibile, ancora più potenza al narrato. Già nell’esergo riesce a catturare il lettore con il lampo narrativo di Etty Hillesum di cui estrapolo solo l’incipit: “Se voglio veramente scrivere, se voglio provare a registrare tutto ciò che in me chiede sempre più di essere messo in parole, allora dovrò appartarmi dagli altri ben più di quanto non faccia ora. Dovrò chiudere finalmente la mia porta…” Topografie Interiori è strutturato in due sezioni: donne e uomini, con sette racconti ciascuna. In chiusura, un significativo intervento dell’autrice che spazia ben oltre le solite note. Nadia Scappini dentro queste narrazioni libera il proprio pensiero in territori simbolici disegnando percorsi umani capaci di suscitare riflessioni profonde, denunciando realtà che coinvolgono ciascuno di noi. Un viaggio attuale e retrospettivo dove gli incontri, talvolta casuali, si fanno gradualmente coinvolgimento reale, denuncia nel tempo, in un percorso di accadimenti che somigliano ai nostri con in più la potenza di una descrizione che lascia poco spazio alla fantasia. Ha coraggio Nadia Scappini a calarsi totalmente nei personaggi su cui vuole indagare: un universo femminile e maschile delineato a tutto tondo che s’incista nel cuore del lettore. Colpisce l’inserimento prezioso di qualche testo poetico e perfino di una fiaba, quasi l’autrice volesse dichiarare l’importanza di quell’animo fanciullo che dovrebbe rimanere sempre vivo nel segreto di ognuno di noi aiutandoci a sognare e a inventarci la vita. Roberta Scorranese nella sua attenta e puntuale Nota di presentazione, scrive: Lorena, Fulvia, Reza, Caterina. E poi lei, Nadia, l’autrice, che in questa raccolta ad un certo punto sceglie di farsi personaggio e lentamente scivola nelle sue stesse parole. Nadia Scappini lo conferma in Confiteor che chiude magistralmente il capitolo dedicato alle donne in una sequenza coinvolgente di Quando, in risposta ideale alla domanda sofferta sulla felicità. E si potrebbero spendere molte parole su questa “confessione di cuore”, toglierebbero però l’incanto alle considerazioni dell’Autrice che non si risparmia nel ripercorrere con commozione i momenti magici custoditi nella sua anima. Una raccolta da leggere e rileggere, dunque, perché ci si può ritrovare se si ha la fortuna di possedere saggezza, sensibilità, fantasia e quel pizzico di orgoglio di appartenenza di genere. Il mondo delle donne, nonostante tutto, ancora oggi così poco considerato in parità assoluta d’intenti e il mondo maschile descritto con maestria nell’immedesimazione narrativa sbocciano a ogni pagina nella loro complessità abbracciando sfumature esistenziali importanti. Chiudo queste piccole convinte riflessioni con un Quando che ho riletto più volte con commozione, ritrovandomi in particolare sintonia: “Quando mi alzo dal letto per incontrare il silenzio verginale del mattino e ogni volta è un incanto che non so dire a parole: impronta di cielo, orma di messaggero, accende echi di ritorno, di confusa nostalgia quasi la vita avesse qui una risposta, la sua uscita”.

Lilia Slomp Ferrari

Literary.it

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