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“ORFEIDE METROPOLITANA” DI ROBERTO PACIFICO

“ORFEIDE METROPOLITANA” DI ROBERTO PACIFICO

Orfèide Metropolitana (Excogita Editore) è la raccolta di versi di Roberto Pacifico. La copertina ritrae una scultura (dal titolo “Vinta”)  di Gaetano Cellini (1908), un’opera esposta a una mostra sul liberty italiano nel periodo in cui l’autore andava elaborando questa raccolta. Gli piacque subito: in questa bellissima figura femminile convivono bellezza e sensualità neoclassica e un misterioso alone di stanchezza, di sconfitta, o semplicemente di distacco (la donna sta dormendo?). Il titolo della raccolta è stato in qualche modo suggerito a Roberto Pacifico dal poemetto “Orfeo ed Euridice” che chiude la raccolta, e descrive una giornata di un lui e di una lei dal “Risveglio” fino alla sera e al limite di una notte che diventa scenario per un dialogo con le anime secondo un modello omerico. Ma il poemetto parla di molte cose reali e attuali: alienazione cittadina, disoccupazione, riscatto (tentato) nell’arte e nella poesia,  assurdità della vita. È una summa (ci si passi il termine, forse un po’ enfatico) del vissuto esistenziale dell’autore. La raccolta si apre con un breve raccontino in prosa che dà esattamente l’idea di quello che Roberto Pacifico intende per fusione tra neoclassicismo e modernità/attualità: la scena è ambientata in un centro commerciale. Ai suoi  lettori, l’autore dice che quando ha scritto le poesie “Alla luna” e “A Silvia”, collocate all’inizio della raccolta, non pensava alle omonime di Giacomo Leopardi.

la Redazione

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