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IL LIRISMO DI STEFANINI di Paolo Ruffilli

IL LIRISMO DI STEFANINI di Paolo Ruffilli
Nel corso della sua cinquantennale esperienza, la pittura di Francesco Stefanini si è sviluppata in una forma sempre più sublimata (nel senso anche specificamente chimico, del passaggio dallo stato solido a quello aeriforme) che ha visto nello specifico la rarefazione del segno dentro il colore. Può esserci, a fondamento di tale sviluppo progressivo, un talento di fondo, che sicuramente c’è e ben radicato, ma non può non avere influito in questa graduale radicalizzazione anche un dato biografico dalle conseguenze tutt’altro che trascurabili: il trasferimento dalla terra di origine, nell’area di Pietrasanta, e il radicamento convinto nel “distretto di piante e acque” della Marca trevigiana alle spalle di Venezia.
È un fatto che, partendo da quella quadratura del cerchio tipica della dimensione razionale toscana, Stefanini si è concesso progressivamente all’apertura rispetto al paesaggismo e al colorismo veneti, spostandosi dalle proporzioni esatte e geometricamente costruite alla polverizzazione fluida e all’evaporazione della materia, dallo sforzo intellettuale e dai suoi vincoli raziocinanti a una misura più elegiaca e “sentimentale” fatta di eleganza ma nel segno di una maggiore “morbidezza” (insomma, per dirla con altre parole, dai “solidi” della tradizione toscana ai “vapori” dell’esperienza veneta).
L’interessante processo di trasformazione ha fasi e sviluppi lunghi e complessi, ma volendolo esemplificare qui per sommi capi possiamo chiamare in causa (come fase iniziale anche se non proprio di partenza, oltre le geometrie degli anni settanta) la misura impeccabile delle tele “rinascimentali” (anni ottanta) di Stefanini, in cui la visione creativa si serve di minimi soggetti dalle caratteristiche precise e “reali” (che si tratti di un oggetto, di un piano, di un panno, di una scatola, di un uovo, di un elemento floreale, di un insetto o di un uccello…) in un insieme in qualche modo sempre anche “ideale”, carico di una straordinaria forza poetica.
È la straordinaria forza poetica destinata comunque a non essere mai perduta nel prosieguo del percorso, che continua negli anni novanta e che inizia a “sfrangiarsi” come dentro un effetto vegetale (e non è un caso che foglie ed erbe abbiano sempre un’importanza centrale e per così dire “direzionale” nel lavoro dell’artista). Effetto che è sempre più caratterizzato e condizionato dalla luce e dalla sua funzione di agente del rimescolamento gassoso dei colori. Il riscontro della “poesia” è con evidenza la permanenza coerente e costante lungo tutta l’avventura pittorica di Stefanini; riscontro consolidato in un originale e coinvolgente “lirismo” pittorico, mano a mano che, rompendo la rispettiva separazione di pertinenza, il segno si è mescolato al colore, in una inedita e sorprendente “transustanziazione” che caratterizza le sue ultime raffinatissime tavole grandi e piccole.
Paolo Ruffilli
Nel Tempo Opere 1972-2022 Bevilacqua La Masa Venezia (Catalogo Antiga)

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