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ZANGHERI: BISOGNI ASSOLUTI

ZANGHERI: BISOGNI ASSOLUTI

Scrivevo in occasione di una precedente pubblicazione di Stefano Zangheri, che egli è un poeta di razza pura e che come tale riesce ad affermare in ogni sua  poesia la profondità di visione piena del sentire attraverso l’animo. E questo senza alcun cedimento all’ansia che spesso prende il poeta nel tentare di trovare qualcosa di diverso da comunicare per annullare la realtà dell’emozione. Ancora una volta, come in questa raccolta Bisogni assoluti (Magi Editore), Zangheri si sofferma sulla evanescente esperienza dell’esistenza sottoposta, come sappiamo, a dissolversi man mano che il tempo passa e con esso anche la memoria di chi vive l’odiernità. Ma se, come scrive la professoressa Rita Mascialino in una recensione  “…nulla resta stabilmente nella mente dei viventi, le memorie si dissolvono nel tempo e per altro già subito si sfaccettano in tante immagini transitorie e sovrapposte che tutte insieme non riescono che a delimitare molto vagamente quanto esperito…”, io trovo questa volta in Stefano Zangheri, che le sue poesie non presentino soltanto l’ultima immagine  di una scena che si offusca fino a sparire del tutto e dar luogo al colore nero; trovo piuttosto in lui il costante e continuo desiderio che il tutto non venga abbandonato  ai naufragi della memoria, ma affidato alla stimolazione grazie alla quale “…è occasione possibile/essere già nel giorno/aspettando ossessioni della sera/che nei ricordi/diventano sogno di un aurora” . Man mano che il racconto poetico stende i versi al chiarore di una ragione non del tutto mai presente, Stefano Zangheri, affida il suo parlare al tentativo di illuminare lo schermo nero dei suoi pensieri affidandosi a una necessaria ed improcrastinabile necessità di rintracciare il fatto, interpretarlo e consegnarlo alla pagina scritta cercando di opporsi in un certo senso al disfacimento della cosiddetta precarietà. Appare quindi evidente come la sua  sia voce sapienziale di una energia poetica che si diffonde per tentare anche di impedire al mondo di farsi aggredire  e annientare dalla catastrofe antropologica cui è costantemente soggetto. Un’altra caratteristica di particolare valore lirico che trovo in Stefano Zangheri discende dal fatto che la sua è una poesia espressa con una vera e propria polifonia di più voci e che, come tale, è capace di rendere vive in ciascun lettore le stesse sue emozioni di vita. Bisogna dire altrettanto che è anche vero che il presente di Zangheri vive di continui attimi come rifrangenza del tutto, come istanti che occupano lo spazio polverizzato in momenti che egli coglie, accorgendosi che la contemporaneità è cosa ben diversa da ciò che incide, dalla vita di profondità. Ma questo non vuol dire abbandonarsi  al pessimismo più nero e mortificante; in realtà vuole essere da sprone perché “la parola scavata nella vita” come scriveva Giuseppe Ungaretti, resti un segno indelebile, capace di sollecitare la presenza di un orizzonte di vita raccontandola in tutte le sue sfaccettature, per sottolineare e talvolta spiegare anche lo svolgere degli avvenimenti  e dei fatti che la caratterizzano. L’ho scritto e lo confermo : la poesia di Zangheri può essere considerata una pagina su cui sovrasta altera, possente e delicata nello stesso tempo , la preghiera  come sua espansione nell’etere con quella trasparenza che gli permette  di superare la malinconia del tempo perduto e di riscattarla, riconquistando, attimo dopo attimo, il tempo e non di inseguirlo rischiando di perderlo definitivamente. Così egli partecipa materialmente alla bellezza dello spirito trasportato dalle “ali del vento” e supera l’angoscia di quell’ “attimo finale” in cui non sarà possibile più “vedere alcuna alba”. Entrando ancor di più nello specifico, di ciò che scrive Zangheri,  mi pare si possa dire che quel desiderio, quasi ossessivo, di cercare dalla vita il rinnovarsi di avvenimenti, trovi il massimo della sua espressione in una poesia permeata dal sogno che Giovanni Pascoli definì “L’infinita ombra del vero”. Un sogno generoso che come scrive Alberto Moravia , possiede “…una qualità impulsiva e compromettente che spesso travolge anche  coloro che vorrebbero mantenerla confinat nel limbo innocuo della più inerte fantasia”, e che come tale possiede però il dinamismo della speranza di vita. E la ama la vita Stefano Zangheri, la ama, la desidera, la spera e la tiene stretta nei suo intimo, dialogando con lei attraverso la poesia, “dicendo, come a un amante infedele, le più belle frasi d’amore e le più angoscianti suppliche”. Tutto questo perché la poesia, dice “ la verità del cuore” che si percepisce come autentica e profonda e che solo parole particolari  e sapienti sanno rivelare, ritrovando l’assoluto nell’immersione del quotidiano e nel privato, ma anche nella lettura dei segnali più discreti dell’essere, delle sue vibrazioni poetiche impercettibili soltanto a chi non ha sensibilità e consonanza. E qui torna con pregnanza il tema dell’amore, quello per un’unica donna che prolunga l’originario amore della nascita con la madre che, sono parole sue,: “…pupa di una farfalla, si trasforma in amante ricostruendo il proprio imene per una metafisica riedizione di vita” . Eccoli quindi delinearsi all’orizzonte i bisogni assoluti , quelli che Stefano Zangheri nella sua poesia avverte a prescindere dalla condizione altrui. Li avverte in maniera individuale non per estraniarsi dal tutto ma solo per cercare nell’isolamento la relazione con la stessa profondità delle sue sensazioni e poter quindi dare il meglio di sé in ogni caso. Infine mi sembra doveroso sottolineare che, sebbene la poesia  di Stefano Zangheri, ad una prima analisi possa sembrare caratterizzata dalla dissolvenza  che tutto risucchia nel buio che attende, io trovo in essa una suprema affermazione di esistenza e il valore di un dono meraviglioso  per ognuno, da gustare e su cui riflettere in perfetta solitudine perché  “la poesia non è compagna di feste chiassose, è compagna delle ore più solitarie”, come scrive ancora nella citata recensione la professoressa Rita Mascialino.

Luigi Ruggeri

Prefazione

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