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EVANGELISTI: IL DONO DELLA PAROLA

EVANGELISTI: IL DONO DELLA PAROLA

“Pensare / Che la realtà / Non è come si vede”. Tre versi di Allegoria (Biblioteca dei Leoni) che racchiudono molto della poetica ed esprimono molto dell’appartenenza, o meglio della provenienza, di Sandra Evangelisti ad una certa tradizione. Una certa inclinazione per la metafisica, oltre che per la metaletterarietà con frequenti richiami alla ‘parola’ in quanto tale; invocata, provocata, talvolta idealizzata a occasione da cogliere. E non rifugge, Evangelisti. La possibilità negativa della parola, ovvero di ritrarre per negativi, riconduce alla stagione post-ermetica: “Non chiederò chi sei, né chi sono / né cosa sono queste parole insulse”, che inevitabilmente evoca echi montaliani. Sono tuttavia molteplici i talenti immaginativi dell’autrice, e del resto giustificando il titolo adottato per la sua raccolta, non ci si può esimere dal rilevare anche una spiccata vena drammaturgica che consente di creare uno scenario, per l’appunto allegorico, in cui sono i rapporti e i sentimenti umani ad essere posti in primo piano. In tal senso è da leggersi tutta la sezione iniziale, che porta il medesimo titolo della raccolta. E ancora, nella variegata e ricca capacità a versificare della Evangelisti, ci imbattiamo in passaggi di delicato e sofisticato lirismo: “Il cielo sorride alle stelle, / comete più accese / e code di lucciole brillano / e spruzzano intrecci / di vita di sole. ”Davvero la penna della poetessa tocca molte corde della vita ed è abile a seguire le spie dell’evento notabile, della fonte di meraviglia: è lei stessa, d’altronde, a confessarlo: “La parola è dono, / l’intelligenza è curiosità”.

Ginevra Grisi

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