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LA POESIA POP DI LUCIANA FREZZA

LA POESIA POP DI LUCIANA FREZZA

Luciana Frezza (siciliana d’origine ma romana d’adozione, è stata la moglie di Agostino Lombardo, uno dei più grandi anglisti e americanisti italiani, forse il più grande traduttore e critico dell’opera shakesperiana) è tragicamente scomparsa nel 1992, all’età di sessantasei anni. A distanza di poco più di un ventennio dalla sua morte, esce finalmente Comunione col fuoco. Tutte le Poesie (Editori Riuniti), opera completa della sua poesia, comprendente le nove raccolte pubblicate in vita (a parte Agenda, uscita postuma nel 1994, All’insegna del pesce d’oro, Scheiwiller) più alcuni inediti e le prose. La curatela è stata affidata al noto poeta e critico Elio Pecora, in sinergia con la poetessa Patrizia Lanzalaco, intima amica della Frezza. Riporto una riflessione del critico Carlo Bordini, apparsa in occasione del decennale della scomparsa della poetessa su L’Unità, per meglio comprendere la poetica esuberante, sgargiante, ma così profonda e liquida dell’autrice: “Mi sembrava che nella sua poesia ci fosse un barocco femminile, come una scrittura ovale, non rettilinea né ellittica, un rapporto strano con la realtà, che si trova anche nei lampi rotondi della Tartaruga magica e anche nei versi più piani di Cara Milano (altri libri di versi di Luciana), nel suo linguaggio misurato, mai violento, una sentenziosità ironicamente allusiva, e sempre un po’ irata, a volte eversiva, trasgressiva.”  Sempre nel medesimo articolo, la stessa Frezza definisce il suo lavoro (riferendosi a Parola Sub, suo ultimo libro editato in vita, ma volendo spaziare, parlando anche della sua poetica in generale):  “Il libro è un tuffo. Parabola sub significa andare a picco perché è andata male, ma nello stesso tempo si approfitta di questo andare a picco per saperne di più. Non c’è un’idea del capovolgimento del mondo, ma di un capovolgimento della visione, come quando si guarda sott’acqua. Scendendo giù si può vedere se stessi come chi ha pensato e sognato tutto. L’intenzione è quella di esplorare in profondità, di battersi. Un venirne poi fuori terapeutico. Di toccare livelli inesplorati. Nel tuffo, dove c’è sicuramente la volontà di risalire.” Una parola poetica vivace e sorprendente, una sensibilità acuta e pericolosa.

Antonio Bux

Bux vs Books

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