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‘INCERTO CONFINE’ DI VITALE

‘INCERTO CONFINE’ DI VITALE

Leggendo Incerto confine (PaolaGribaudo Edizioni, illustrazioni di Albertina Bollati), del suo autore Stefano Vitale si può dire che mantiene fede, in un’epoca in cui è facilissimo perderla, a quei fondamentali canoni eterni di poesia che si chiamano chiarezza di linguaggio, calda partecipazione umana, profonda specularità delle cose della vita e del mondo, magia dei simboli, colore, ritmo e fantasia. Tutti elementi che ne caratterizzano la raffinata sensibilità, ribadita in chiusura di raccolta nella dichiarazione che “La chiave è nella parola”. C’è una misura partecipativa, nella poesia di Vitale, un proiettarsi sempre oltre la barriera della propria vicenda e della propria storia, in una sorta di interrogativo aperto, che è la prospettiva del futuro o, se si vuole, la scommessa con la vita, in quella “mescita di ombre e di luce” che caratterizza tutto perché “non siamo dentro e neppure fuori / in questo incerto confine mobile”. Dentro questa misura, si dispone tutta la fitta trama dei percorsi interiori, dei rapporti interpersonali, degli incontri e delle relazioni, delle riverberazioni dall’universo della natura e della cultura. Ed è ciò che accade nell’avventura del quotidiano rimettersi in equilibrio tra ossessiva, obliqua deiezione del tempo e umanissimo recupero di sé e degli altri.

Paolo Ruffilli

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