Riccardo Minissi è nato nel 1958 a Roma dove vive svolgendo la professione di ingegnere informatico. Ha pubblicato le raccolte di poesia: Cronache del Nostro Tempo (Il Filo, 2004), Appunti di Viaggio (Edizioni del Leone, 2007), Immagini dal Mondo (Edizioni del Leone, 2008), Diario di Bordo (Edizioni del Leone, 2009). Ha conseguito numerosi premi e riconoscimenti.

riccardo.minissi@tin.it

 

POESIE

da APPUNTI DI VIAGGIO
*
Oggi i nostri tempi,
all’interno del ventunesimo secolo,
contemplano l’informazione totale,
la capacità di essere ovunque,
essere in ogni luogo dello spazio,
in ogni momento della sfera oraria.
La Rete, il Telefono Cellulare e il Computer,
rappresentano un mezzo integrato,
di cui siamo unità terminali,
pronte a catturare e a fornire
schegge di comunicazione,
per raggiungere istantaneamente,
l’altra parte del globo.
Nel mondo odierno
dell’Information Technology
e del paradigma digitale,
ci muoviamo continuamente da
un segmento lavorativo all’altro
lungo non più di dieci minuti,
spostando la nostra concentrazione,
da una sollecitazione all’altra,
mentre diverse alternative
si aprono davanti a noi.
Anche nel tempo libero
tante realtà ci appaiono,
governate dai mass media,
in multitasking,
costringendoci a fare
mille cose in contemporanea,
scrivere, guardare, giocare e
comunicare,
moltiplicando la nostra capacità
di percezione,
scenari diversificati,
aperti sui cinque continenti.
In questo contesto mi sento
come un viaggiatore universale,
sommerso da una grande quantità
di dati che genera assuefazione,
che raccoglie notizie dai giornali,
riviste, radio, televisione, internet,
ritaglia le parole dagli articoli,
sceglie e cuce le espressioni più
vicine alla sua sensibilità,
componendo un puzzle che descrive
mondi apparentemente lontani,
legati dai sottili fili della globalizzazione,
usando la poesia
con tutta la sua forza espressiva,
oltre i confini della mia individualità
limitata.

Notturno orientale
Le grandi metropoli asiatiche,
sopra i dieci milioni di abitanti,
Shangay, Giakarta, Manila, Bangkok, Bombay,
propongono un modello di vita
che dura ventiquattro ore,
dove attività di business,
industriali e turistiche,
si succedono senza interruzione,
nemmeno sotto incessanti le pioggie monsoniche,
in un continuum spazio temporale,
che scandisce un modello di sviluppo
frenetico all’inseguimento degli standards di vita occidentale.
Eppure le notti pur nell’intensità del caos multiculturale,
derivanti dalla convivenza di etnie e popoli
profondamente diversi,
conservano una indesiderabile magia,
registrata  da cronisti occasionali che ripercorrono
le rotte di antichi viaggiatori del secolo scorso,
aggiornate dallo sviluppo tecnologico.
Negli aeroporti sempre attivi
atterrano attorno alla mezzanotte
aerei da cui sbarcano turisti e uomini d’affari
alla ricerca di commerci e divertimento
a prezzi scontati, offerte da negozi e bar
da cui arrivano luci scintillanti
e frammenti di World Music,
mercati di ambulanti provenienti da lontane contrade,
che conservano il ritmo e le tecniche di vendita
dei suk mediorientali e subsahariani,
grandi magazzini notturni dove sono offerte
merci sottoscosto,
con il fondato sospetto della presenza di traffici illegali,
alimentate da misteriose mafie locali.
Eppure quando l’alba si profila all’orizzonte
con l’odore di menta, di spezia, di gelsomino e di tè aromatico,
la folla notturna lentamente scompare
per fare posto al popolo del giorno,
composto da bambini in divisa
che sciamano verso le scuole di destinazione,
insieme a impiegati, operai, solerti segretarie d’azienda,
diretti verso i grattacieli centrali o verso
le zone industriali dei suburbi,
nel rinnovarsi di un ciclo temporale instancabile,
che scandisce il ritmo di queste terre lontane.

da IMMAGINI DAL MONDO

Immagini dal Mondo
Foto di repertorio, paesaggi,
scene da films,
documentari in sovraesposizione,
il mondo è un caleidoscopio,
di immagini e sensazioni indescrivibili,
che popolano l’inconscio
della nostra esistenza,
fissando i problemi,
allargando la nostra mente,
a trecentosessanta gradi,
come un angolo giro
intenso e vorticoso,
come il roteare di un
antico mappamondo,
con le latitudini e le longitudini,
che si intrecciano senza tregua,
allo zenith e all’azimuth,
al di là del nostro orizzonte virtuale,
attraversando mostruose megalopoli,
eleganti città fine secolo,
territori desertici e sperduti,
isole circondate da oceani incantati,
fiumi dagli estuari maestosi,
catene montuose a contatto
con l’atmosfera,
affrontando conflitti endemici,
questioni sociali irrisolvibili,
alla velocità del mondo moderno,
seguendo la rosa dei venti
della poesia dietro a
un’improvvisa ispirazione
per recuperare i significati più profondi
al di là della dimensione apparente,
di un acuto simbolismo
decisamente sopra le righe
di un pentagramma ideale.

da DIARIO DI BORDO

Diario di Bordo
Muoversi nella direzione Oriente-Occidente,
come l’equipaggio di un veliero
del Settecento che esplorava
gli antichi oceani alla ricerca
di nuove terre e nuove civiltà,
aggiornando i target e gli obiettivi
del viaggio virtuale,
ventimila leghe sopra i mari,
fra le contraddizioni e i problemi
del nostro tempo,
con il clima che cambia,
l’energia delle fonti tradizionali
che lentamente scompare,
guerre dimenticate che si rinnovano
anno dopo anno,
nelle foreste tropicali
e nel Sud del mondo,
masse di uomini che si spostano
per sfuggire alla miseria
e andare verso un mondo migliore,
con lo spettro conflitti di religione
come al Tempo delle Crociate,
e nuovi interrogativi che affollano la nostra mente
tenendo traccia su un diario virtuale
raccogliendo sulle ali della poesia
impressioni, suggestioni,
sogni del nuovo millennio.

San Lorenzo Bay
Miti avventurosi di secoli lontani
alla foce dell’emissario dei Grandi Laghi,
Superiore, Michigan, Huron, Erie, Ontario,
nel Canada dei Grandi Spazi,
all’infinito del grande freddo artico,
che durante l’inverno
batte in modo incessante,
l’interno e la costa atlantica,
fiume San Lorenzo dalla
portata strepitosa,
dove bastimenti e navi mercantili,
di provenienza globale,
attraverso il porto di Montreal
passando dalla navigazione oceanica
a quella fluviale,
dall’estuario dalle dimensioni siderali,
come le antiche imbarcazioni,
delle tribù indiane,
e degli abitanti delle colonie,
ai tempi della Guerra d’Indipendenza Americana,
sentendo la differenza fra l’acqua salmastra
e quella dolce dal senso primordiale,
che si perde d’inverno fra i ghiacci
implacabili formanti una tagliola
a cui è impossibile sfuggire
per cui bisogna interrompere il viaggio,
e svernare come gli esploratori
sulle rotte del Polo Nord,
con il cielo e mare dal colore profondo,
in estate e a primavera,
battelli e traghetti solitari,
che volano sul profilo della schiuma bianca,
sulle onde controvento,
alla ricerca dell’isola di Terranova.

da MONDORAMA

Anteprima
a una Etoile del  Teatro dell’Opera
Attraverso i tuoi occhi
vedo tecnici, montatori, customisti
che si muovono compulsivamente
per il palcoscenico per completare
gli ultimi preparativi,
il regista dà le ultime disposizioni
come un direttore dei lavori, alle proprie maestranze,
prima di una inaugurazione,
vorrei essere lo specchio del tuo camerino,
per impossessarmi della tua immagine
e proiettarla dentro me stesso,
l’etoile che guarda la sua bellezza e la sua grazia riflessi,
prima dell’incontro con il pubblico,
il viso dolce e intenso,
percorso da una leggera tensione,
che l’ultimo intervento sul trucco tende a smorzare,
un leggero stress percorre tutte
le linee del corpo avvolto
nell’elegante costume di scena, con il cuore che batte forte
per l’adrenalina dell’esordio ormai imminente,
la mente ripassa con attenzione
le coreografie principali del balletto,
si alza e percorre con passo leggero da silenziosa silfide,
la distanza che la separa dal palco,
dopo un tempo che sembra infinito,
la tenda di scena si apre, lo spettacolo inizia.

Freccia del sud
a Pietro Mennea
Una estate lontana nel tempo,
sulle propaggini del Gargano,
assolata, dominata dalla siccità,
dallo splendido panorama,
blu elettrico fino all’orizzonte,
mare incontaminato,
televisione in bianco e nero,
sintonizzata sulle Olimpiadi di Monaco,
finale dei 200 metri piani,
tifosi barlettani che incitano
un giovane atleta magro e slanciato,
dalla curva travolgente, sul rettilineo
a inseguire la medaglia di bronzo,
volto scavato, in cui si leggeva
la determinazione ad emergere,
oltre le privazioni di una vita povera.
Da allora adolescente un pò sperduto
mi è rimasto in mente l’entusiasmo
travolgente di quella gente del
nostro italico Equatore,
che assisteva, tanti amici e parenti,
dal sorriso solare, la lontana lingua
dialettale per me incomprensibile
a incitare il loro idolo vincente,
l’albergo bianco lucente di calce,
a conduzione familiare che rifletteva
il sole accecante come un Duomo di Trani
in scala ridotta dalle atmosfere gotiche.
Dopo quarant’anni,
adesso che la Freccia del Sud
se ne è andata via per sempre,
dimostrando con energia e determinazione
la forza millenaria e la costanza
dei popoli affacciati e immersi
sulle Rive del Mediterraneo,
la situazione è rimasta immobile,
la Questione Meridionale intangibile,
con la curva che porta sul rettilineo
finale, mestamente deserta.

La città delle onde varie
Sulla spiaggia di Durban,
la mattina in Sudafrica,
migliaia di persone fanno Jogging,
per una solerte abitudine,
bianchi eredi dell’Apartheid
e del business anglosassone,
neri, borghesi e non,
proiezione dell’Africa moderna,
indiani, in alcuni casi
con il costume dei Sikh,
eredi di quando il Mahatma Gandhi
venne in esilio in queste contrade.
La mescolanza sembra un’onda marina,
dalle svariate frequenze,
lentamente si diffonde nell’aria
alimentando un’antica suggestione,
di tradizioni e usanze perdute
nel tempo, quando il mondo
era ancora un cantiere in costruzione
e le differenze saltavano agli occhi,
provocando numerose tensioni.
Oggi la marea delle razze e delle culture,
lontane anni luce,
è stata riassorbita nella struttura urbana,
nelle architetture e nei quartieri.
L’India appare un paese lontano
anche se i Social Network e la Rete
accorciano le distanze in modo istantaneo.
i figli della discendenza originale
hanno ormai la mentalità Africaans,
la natura ha preso il sopravvento,
solo schegge di religione induista
ancora si manifestano,
insieme ai Coloni e ai Sari
delle donne, mantenendo in apparenza,
il profumo originale del
mondo di provenienza.