Nico (Nicola) Orengo è nato nel 1944 a Torino, dove prevalentemente è vissuto dopo la parentesi d’infanzia in Liguria e dove è scomparso nel 2009. Le sue raccolte di poesia: Motivi per canzoni popolari ( 1964), A-ulì-ulé (filastrocche, 1972), Collier per Margherita (1977), La scarpa in fondo al prato (1978), Canzonette (1981), Cartoline di mare (1984, 1999), Trotablu (1987), Narcisi d’amore 1974-1994 (1995), Spiaggia sdraio e solleone (2000). I suoi libri di narrativa: Per preparare nuovi idilli (1969), E accaddero come figure (1972), Miramare (1976, 1989), Dogana d’amore (1986, 1996), Ribes (1988), Le rose di Evita(1990), Gli spiccioli di Montale. Requiem per un uliveto (1992, 2001), La guerra del basilico (1994), L’autunno della signora Waal (1995), Il salto dell’acciuga (1997), L’ospite celeste (1999), L’allodola e il cinghiale (2001), La curva del Latte (2002), L’intagliatore di noccioli di pesca (2004), Di viole e liquirizia (2005), Hotel Angleterre (2007), Islabonita (2009).

https://it.wikipedia.org/wiki/Nico_Orengo

http://www.treccani.it/enciclopedia/nicola-orengo_(Dizionario-Biografico)/

 

POESIE

Nelle tane di riva
Nelle tane di riva,
sulla foce del vallone,
l’anguilla cerca il sale
dell’acqua, il mare,
dove ha visto la murena,
il polipo e l’ofiura;
un tuffo in tondo
prima di risalire fra
le morbide canne e
gli inganni dell’euforbia,
il fiume: vena
che abbandona,
verso l’alto, il mare.

Si tengono alla larga
Si tengono alla larga
dal mare i fiumi,
ma di vertigine sbandano e
precipitano.
Respinti a riva si estenuano
nella risacca, sognando
l’impossibile risalita.
L’anguilla, che lega il fiume
al mare in nodo di mistero,
d’acqua dolce si fa esempio,
per trascinare ancora e in alto
la sua memoria trasparente.

Lo spruzzo che leva
Lo spruzzo che leva
la roccia trascina il
granchio sott’acqua
vicino alla stella marina:
è l’inizio di una cruenta
mattina.

Vita di vento, vita d’acqua
Vita di vento, vita d’acqua
tirare i remi in barca
e aspettare una coperta
di sonno: lunga quanta
l’acqua di mare che ha visto
passare.

Vita d’acqua, vita di vento
farsi pesce nel mare
e morire contento.

A poche miglia
già si vede dove
il fiume nel mare
s’impiglia.

Basterà saltare
qualche onda, portare
il gozzo fra le prime
alghe di fiume
e poi lasciare che la trota
con il mare alla schiena
ritrovi il suo tema.

Amore che non va
Amore che non va
è arrivato fino a qua.
È amore che non può,
è amore che fa no.
È ragazza un po’ lontana:
i capelli scuri, gli occhi di lana.
È ragazza sorridente,
ma non puoi darle niente.
(Luglio soffocava gli aromi
e i pensieri si facevano strani)
– Io ti telefono domani –
Mi dice che posso farlo
quando più voglio:
il fatto è che telefono a uno scoglio.
(Già Giugno aveva un brutto grugno
ma i pensieri non avevano mugugno)
C’era una foresta
e dentro tutta la gente in festa…
O anche: c’era una volta…
(Ma è proprio vero, l’hanno tolta)
Ti telefono di lontano
e tu ci sei ma metti giù
piano.

Il mare: quant’acqua
Il mare: quant’acqua
da millenni inquieta
capriola tra il fondale
e la riva, sgomitola
vele d’onde e piane,
strappandosi, da terra
all’orizzonte,
in voragine di viola
e veli azzurri,
respirando infantile
o in scoppi d’asma,
vivendo il ventre
di una madre, ampia.

Langa di fumo e di profumo
Langa di fumo e di profumo.
Rose gialle nella curva
di Bossolasco per finire
ferme nella luce di tela
in Menzio, Paulucci e Chessa.
Vigne a ragnatela sulle schiene
di Dogliani che si incottano
nel merletto superstite
dello Schellino.
Nebbia che riprende
quel profumo e quel fumo
che si alza dalla terra
friata dall’acqua
e dall’arsura di una tenerezza
che pesa il tempo
sull’aprile della mano.

Bastian contrario
Bastian contrario dorme di giorno
la notte lavora o va d’intorno;
mangia l’acqua, beve il pane,
carezza il lupo, picchia il cane.

Il cane stupito gli fa miao miao
e il gatto seccato gli fa bao bao.

Non trovi più niente
Capitan del gran valore,
volta la carta e trovi:
un bel fiore,
un bel fiore che sta in giardino;
volta la carta e trovi:
un canarino,
un canarino che porta un cartello;
volta la carta e trovi:
un uccello,
un uccello che becca il grano;
volta la carta e trovi:
un villano,
un villano che zappa la terra;
volta la carta e trovi:
una guerra,
una guerra con tanti soldati;
volta la carta e trovi:
i malati,
i malati che stanno nei letti;
volta al carta e trovi:
i confetti,
i confetti che son così buoni;
volta la carta e trovi:
i ladroni,
i ladroni che assaltan la gente;
volta la carta e
non trovi più niente.

Fu di farfalla il battito
Fu di farfalla il battito
leggero, una ferita
che si allargò nell’aria,
un segno di matita
sospeso come un’onda
che s’incanta nel timore
di una riva.

L’ortica
L’ortica tutta sola
si prude si gratta
e si consola.