Ito Ruscigni è nato a Imperia nel 1936 e vive a Sanremo. Ha studiato presso l’Università di Urbino dedicandosi a ricerche storico-religiose. Ha pubblicato le raccolte di poesie: In uno itinere (1984, con illustrazioni di Aligi Sassu), L’Antro del Nume (1986), Notte dell’insonnia (1986, Premio Dino Campana), Negli specchi fantasma (1993), Il Giardino del Lepre (1999), Laminette Orfiche (2006), EIS (2006, Premio Carducci), Stella del Nord (2011), L’Opera Poetica 1952-2015 (2015). Ha pubblicato i saggi: Regola della Guerra e Apocalisse sull’escatologia giudeo-cristiana, Cristianesimo Dei e Demoni, L’Anima del Mondo tra Magia e Scienza, dedicato a Giordano Bruno e Galileo Galilei, Con Sofo: cose notabili, Mito, Misteri, Visioni (2013). Ha fondato e diretto per oltre trent’anni gli incontri culturali “Martedì Letterari“ del Casino Municipale di Sanremo.

i.ruscigni@gmail.com

 

POESIE

da IN UNO ITINERE

PASCAL, LA TUA  “SCOMMESSA”
Non è degna d’un dio
Pascal
la tua “scommessa “
L’azzardo
che istupidisce
non guada il precipizio
del guasto originale

La canna pensante
“natura lapsa” in bilico
fra tutto e il niente
stenta l’archetipo primigenio

Quel Mistero
che solo di Scrittura
s’alimenta
di scorie si ciba
e non di Verbo

D’ Epitteto il frigio
non ti cale la stoica pietà

Se breve la vita
non sconta
la somma che strazia
l’esistenza canuta
Ma in quel che compete
e non trascende
pure
il vivere onesto merita
Solo

FRATER ROSAE
Non strappare
la rosa
al suo roseto
Lascia che Zefiro
sposa del Sole
ad uno ad uno
dei suoi petali
la spogli

Dal  profumo
di Sapienza
allora apprenderai
che si possiede
solo
ciò che non si ha

STANCA  RAGIONE
C’è meno luce oggi nel sole

Stanca ragione
che un tempo ti sapevo amica
mestamente
dai vetri d’una bottega
m’hai sorriso
farmaco superfluo
a vecchi mali

Sei rimasta a casa stasera

Cammino
per svuotate strade
come i cani
seguendo l’odore delle cose

PICCOLO THOR
E se un giorno
tra le nuvole
ti ritroverò
scodinzolando
piccolo Thor
t’accuccerai
sereno
come quando
tra il lampo e il tuono
impaurito venivi
a cercar conforto

In silenzio
altri declivi mirando
ci genufletteremo
all’innominato
Mistero
che ci fa ritrovare
noi tre

da L’ANTRO DEL NUME

A WERNER HEISENBERG
Al guado di quale Rubicone
Dio si mise a giocare ai dadi
Heisenberg?

Ciò che “simul in atto”
o eterno presente
non ha un prima o un dopo
che probabili i concetti

Là dove tutto ciò che si muove è luce
perfetto sta nella sua fermezza

Non diverge
l’opinione tua dagli altri
se non nel risultato

La partita giocata
quanto più s’approssima alla vista
meno  concede allo scarto

Dei dati han letto la cifra
l’universo
che dall’Uno ai Molti si dimarca
Tu non vesti
di parole le cose
Nell’infinita potenza
cerchi la Mano

LUME DELLA RAGIONE
Appena
sfiora l’arco del viso
il lume che hai in  mano
e di certo non rischiara
il buio della notte
che piomba sul giorno

Pure
l’assennato uso
rende il passo sicuro
e scansa l’inciampo mortale

L’OLANDESE VOLANTE
Pietoso lo scoglio
infrange la chiglia

Su d’una romita spiaggia
ti rapina l’onda del ritorno

Risalpa la nave

Giochi di delfini
non schiumano la prora

Uccelli migratori
per memoria di generazioni
scartano le sartie

Alle tue vele
distorce lo sguardo l’ albatros
accelerando l’ali

Cimiteri come alveari
agogni

Favo del tuo riposo
la  Morte
aspetta che l’innocente
paghi il tuo prezzo

E IO
E io non darò nessun nome
a quel che è tra di noi
per paura che evochi la piena
che sin dall’inizio incombe

E al largo
in questo mare
che crespa l’onda del ricordo
naufrago nell’oblio

da NOTTE DELL’INSONNIA

SALMO PER CHERNOBYL E IL LAGO NYOS
E se accadrà l’impensabile
neanche esisterà
perché lo scaccerò dalla memoria

Angeli ardenti ruotano spade
sul pozzo indefinito
carnaio della seconda morte

Un sordo rumore scuote la melma
e  il miasma esce
a far morir  le stelle

Ma nella battaglia
in alto levo le braccia
Vexillifera rilucente
Geometria del Figlio

Su  questo Polo ho infisso lo sguardo

MATITA BLU
Matita blu
a nudo
il dare e l’avere
il conto scoperto
la cifra in rosso
partita  doppia
che  non si chiude mai

STAGIONI
Il prato
con l’erba secca
dell’estate
rinverdisce
alle piogge d’ autunno

Sveglierà  ancora
la primavera
le mie radici
assopite dall’inverno?

UNA VOLTA SOLA
Al centro della piazza
che raduna tutte le strade
indugi

Nessuna imbocchi

una esclude le altre

E  non sai
che una volta sola
può essere tutte le volte

da NEGLI SPECCHI FANTASMA

CHIAVI DEL MISTERO
Le chiavi in possesso dell’uomo
non sono d’oro e d’argento
come quelle in mano agli dei

Aprono e chiudono  solo nei sogni
in potenza e per imitazione

Coagula   nel giorno
la visione della notte
se vuoi cogliere il Segno

RICORDI
Ricordi
Oh  ricordi!
piragna  della mia memoria

Sfugge il tempo
alle trame di Penelope

Ma il conto
delle occasioni
perdute
degli appuntamenti
mancati
alla gola
mi presenta  lo stesso

E io lì rimango

IL DONO
Da  poco hai un dono
e già temi di perderlo

Un’onda lo  porta
un’altra se lo riprende

Si possiede solo
in quel lasso di  tempo

da IL GIARDINO DEL LEPRE

VENDETTA  DEL  POETA
Nasce dall’invidia
il veleno che nutre le  vipere
e colpisce il giusto

Ma ti colpirà
il sarcasmo del poeta

Vendetta
senza antidoto

POESIA
Nel  tempo
città e continenti
cambiano volti e nomi

Immutabile
rimani tu solo
Poesia
e  a te fedele rimango

CREAZIONE
Guardai il nulla
e riflessa
vidi la mia immagine
nel vuoto

Come in  uno specchio
da quel richiamo
nacque il mondo

L’onda dell’energia
increspa l’oceano dell’universo
e in quelle maree
attratte dal mio influsso
vivono le cose

L’ ASCIA DI PIETRA E LA FOLGORE  D’ARGENTO
Sofo
tra le rocce ho visto
la tua ascia  di pietra

Non l’ho raccolta
perché non è lecito
portare nel fango del divenire
l’immutabilità del Regno

La folgore d’argento accanto
quella indicata dal dio
e subito mutata in spada
ho raccolto

Rapida sotto  l’elsa
s’è  incastonata
l’ ape calata dal cielo
sulla moneta di bronzo

Il segno è stato dato

A balzi scendo dal monte
e nella pianura
rizza gli aculei la bestia
fiutando il pericolo

da LAMINETTE ORFICHE

LAMINETTA ORFICA
Smemorati
sul sentiero di sinistra
dove c’è il cipresso bianco
e la fonte dell’oblio
affamati di sangue bramate
“la vita di un giorno”
quella dei mortali
sottoposti  al giudizio
non esente da lacrime

Non vedete a destra
la fonte della memoria divina
che inerpica alle stelle?

FOLLIA DELL’AMORE
Lascia che i sentimenti
come alberi crescano
nelle crepe del muro
che  il tuo egotismo chiude

Irrompe in quella breccia
la divina follia dell’amore

SU UNA LASTRA D’ORO
Su  una lastra d’oro
ho scolpito le tue sembianze
viso altero  mani alzate
e seno prorompente

Come offerta votiva
la dono al genio del bosco
che narra l’amore
i baci e i sospiri
alle cime degli alberi
mossi da un fremito

TI NASCONDI
Ti nascondi
dietro un sì e un no

Un ventaglio orientale
cela il tuo volto

Vivere
è essere  scossi da un dio
cavalcare l’onda di uno tsunami

depositato sulla spiaggia incolume
o inghiottito dal mare

AMICIZIA DOPO L’AMORE
Cenere dopo l’incendio
è l’amicizia dopo l’amore

Il soffio della passione
ravviva la fiamma sopita
se cova la brace sotto
E ci sia ancora legna da ardere

VIVERE AL TRE O CINQUE PER CENTO
Alla fine con rammarico
ci si accorge si aver  vissuto
al tre o cinque per cento

E potrebbe anche bastare
se fosse colto il Centro

Perdere altro tempo
nel ricuperare
cose inutili logorate
È  demenziale

SU DI UNA BANCARELLA
Su di una bancarella
di libri invenduti
mi troverà un cercatore d’oro
Sorpreso d’una perla
sottratta ai mercanti

da STELLA DEL NORD

LA MIA POESIA
Un sito
scavato dall’archeologo
la mia poesia
Frammenti d’ un sapere antico
riportato alla luce
per divinare il futuro
Poesia oracolare

Non ho punti vendita
Idee senza mercato

II
Vetuste muse
disprezzate oggi
da acrobati di parole

li vedi
particelle di fisica quantistica
e non sai dove sono
e cosa fanno
travestiti

Saltimbanchi attratti dal potere

Storpiare fonemi
per creare un verso
è azzoppare un  uomo
e farlo camminare

Se quel che non ha l’autore
lo deve mettere il lettore
al danno s’ aggiunge la beffa

Giullari che non fanno ridere

Il linguaggio non è un’invenzione
Facoltà  biologica e culturale
autostrada dove corrono  le  idee
Confondere l’una con l’altro
inciampo mortale e vittima il vero

Conduttori di giostre
in periferia del Barnum
tra gli oggetti smarriti
hanno dimenticato la poesia

Mettere l’antifurto alla Poesia
Scippatori maldestri  senza  afflato
vol à la portière
nelle pause dei semafori

III
Con l’antico cuore d’Omero
Muse v’invoco
Fa Oh  Diva
che il concetto
acme del sillogismo
si raccolga in  immagine
L’inesprimibile
si riverbera  nel Simbolo
e diventa intellegibile

La lingua dei sogni
precede il parlare degli uomini

Il Logos non s’oppone  al Mito

ANDARE CONTRO CORRENTE
Governare
con la seduzione la massa
un branco  plebe
senza dignità di Popolo
non è consenso    Democrazia
ma inganno     Demagogia
Sondaggi  un  termometro
febbre dell’opinione
malattia della passione
ignora la verità   Persuasione

Per ritrovare il Bene
la Sorgente
bisogna risalire il fiume
Andare controcorrente

CASA DEL DOLORE
Casa del dolore
affacciata sul cimitero

La lampada votiva ha spento
le stelle della notte
e spezzato il tuo cuore
La legna accatastata
non accende più il focolare
In un angolo il carretto
con le ruote di legno
al traino di spensierati pensieri

Come un sacerdote
custodivi i tuoi campi
La lona  gli  alberi il casolare
erano i tuoi altari

Lontano laggiù la città
con i suoi veleni