Giustina Menegazzi è nata a Miane nel 1938 e vive a Treviso. Si è laureata in Lettere presso l’Università di Padova. Ha pubblicato le raccolte di versi: Scarpette rosa (La Solidarietà,1997), Le attese (Edizioni del Leone, 1998), Oltre la parola (Edizioni del Leone, 2001), La variante (Edizioni del Leone, 2006), La traccia invisibile (Edizioni del Leone, 2013); due opere in prosa: Tra Caporetto e la Vittoria. Lettere di una madre (Aurelia Edizioni, 2008), Un mattino d’inverno. Memorie d’infanzia (Aurelia Edizioni, 2009). Le sue poesie sono tradotte in inglese e francese.

giustina.menegazzi@alice.it

 

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POESIE

Frantumazioni
Si dissolvono
senza ricostruzione
senza sostituzioni
parole, eventi, persone.
Come acqua che scorre
scrosciante, fremente,
crudele nel suo inarrestabile
viaggio, si modifica,
si frammenta senza lasciare
certezze, l’estremo
corso delle cose.
Sì, ti appagano i doni
della natura che offre
illusioni all’anima
con la sua neutrale
distaccata lontananza
nella bellezza che non sai decifrare.

Una stagione
Una nuova stagione
si apre alla vita
nel suo vortice
inarrestabile.
Il cielo si frantuma
con nuvole dai colori infiniti.
L’aria si ferma statica
in attesa di eventi impossibili,
impaurita dai pensieri.
Il silenzio è rotto da echi lontani,
voci perdute nella memoria.
L’oggi è un atollo solitario
dove la coscienza si è smarrita.

Sul Montello
In un mosaico di insolite immagini
vivo attimi di profonda gioia.
Salendo verso il Montello,
il luogo dolce e aspro
smuove le corde della sensibilità:
improvvisi boschi folti e selvaggi
profumati di legno, di funghi, di castagni,
larghi prati illuminati dalla luce del sole.
Si susseguono le emozioni,
mentre la natura canta una canzone
all’animo assetato
di brividi di gioia,
di percezioni pure dell’essere,
di carezze che sciolgono
le intemperie del cuore.
Così il Montello
celebra un tesoro,
un angolo di tempo
con le suggestioni,
l’incanto delle sue visuali,
dei suoi ricordi storici,
della sua antica cultura.
Nei silenzi del Piave,
nella magia delle prospettive,
nel fascino della ricca vegetazione,
nelle larghe doline
risuonano le voci
di un’umanità sofferente e laboriosa.
Lassù sul Montello,
per una vita lontana da quella pace
può esserci un momento
di pace e di serenità

La luce del giorno
Alba di un nuovo giorno,
nastri di nuvole
rincorrono
nebbie di pure immaginazioni.
Nei giardini ancora incolori
neri merli
dal becco giallo
saltellano clandestini.
Vola intanto il tempo,
vola indifferente,
prima di ogni nascita.
Settimane, mesi, anni
nella solitudine
senza esaudire i desideri
lasciando nel deserto i sogni.

Il vento
Muove il vento leggero
i rami delle piante
nel piccolo giardino.
Dondolano in danza
leggiadra i rosai
con i fiori rossi ormai
appassiti dal caldo sole
di luglio, presagi del tempo.
Il verde resiste
con la sua forza
e il suo fascino misterioso.
Si muovono spinti
da mani sapienti
i fiori a grappolo
delle calendule
colore del cielo d’autunno.

Crepuscolo
Attraverso il pizzo della tenda
guardo il giardino.
I mattoni del pavimento
riflettono il rosa del tramonto
alto sul palazzo ancora illuminato dal sole
con le finestre aperte alla luce.
Ritorna al basso il mio sguardo attento
e felice di gioire il crepuscolo.
Il verde dell’erba è scintillante dopo la pioggia,
le piante sono ferme, statiche ma inebriate di vita,
restano superbi i due cipressi che fanno da sentinelle
vicino al lampione ed al cancello di ferro
dagli arditi ricami.
L’ulivo rimane impassibile e forte, le piante
dei limoni restano ancora al riposo dal freddo
in attesa di uscire al tepore, il ciliegio ha già
le gemme pronte ad accogliere la nuova stagione.
Il mio roseo geranio preferito si coccola come sempre
lungo il muro della casa, protetto e sicuro
ricco dei fiori, che mi ha regalato per tutta la stagione invernale.
Pallide rose di antico aspetto ancora fioriscono in una cornice
incantevole lungo il vecchio muretto di mattoni.
I rumori della città sono lontani,
le parole assenti aspettano la loro espansione
per rompere il silenzio appena sussurrate.

Nel silenzio del tempo
Non parole
solo luci
che illuminano
di colori ora delicati
ora accesi
vicende a ritroso,
scene di un passato
che ritorna
si muovono le persone
tirate da fili invisibili,
giocano nei ricordi
ritornano in ombra,
brillano fino a svanire.

Venezia
Alla ricerca di memorie
osservo antichi palazzi
illuminati dal sole.
Fermi, immobili
vestigia senza tempo.
Emozioni improvvise
scorrono nelle mie vene,
interpretano il senso dell’oggi
nella mia storia
e nel presente che vivo.
Ricordi sfumano
nel rifiuto voluto
di struggimento, di sofferenza,
mentre musiche mitteleuropee
al caffè “Florian” e “Quadri”
evocano inganni,
provocano turbamenti.
La nave da crociera
Minoin Lines
con i turisti alla ricerca
di gioie effimere
e di oblio
lenta
attraversa la laguna
senza fermarsi
visibile nell’invisibile.

The Christmas Fir
I come from far away,
From the mythical, legendary Dolomites
I bear the scent of the woods, the flowers,
Of wild herbs, of scented resin,
The vision of blue heavens, of starry nights,
Of magic and mysterious moons.
My story is that of the cosmos,
In the midst of clouds in the air,
I have lived the sense of time.
Every drop of rain has supported my life,
Together with those of the friends of the forest.
If you embrace my trunk
I squeeze you in silence,
Feel vibrating the strings of my existence.
Then suddenly the union with the universe
Will seem an immense river,
An embrace in all reality,
The communion with creation
Will open your soul.
My arms have left the snow today,
Rich in lights, thought’s signals
Images of our conditions as men,
Thrown into a difficult reality.
But the world should not end,
We will find again a sense and be reborn
In a valley fragrant of vegetation.
Past, present and future will be one.

Life is a dream
Life is a dream.
To exist is to dream.
A short path
moments of joy, pleasure, beauty,
indelible signs.
Then illusions fall,
The bitterness rises,
boredom, flight from reality,
madness, delirium, anguish,
black unrest.
Dreams leave sensations,
something survives in us
that we have to live,
fog without fog.
Past stories in our hearts,
family matters
over for good
before the truth,
lost loves
of those who believed in destiny.
The solution of the riddle
lies in the sense of things.
Maybe man will triumph
in the ups and downs of life.

Who we are
Who we are
in excruciating silence of hope.
About us
always in self criticism.
We can still change,
be men of a new day,
different from the previous
or remain
in illusory utopias,
in duplicity of heart
with mangled minds.
Fasts of serenity, of peace.
Useless voices in silence.
(traduzione inglese di Lilley Deevey)

Novembre à Borgo Antiga
Immergé dans le paysage automnal,
Caressé de brume légère,
San-Pietro-di-Feletto,
Là, haut le jaune des vignes et les verts enchantés.
Cadre de monts voilés
Images suggestives chéries
Sur la grande cîme de Conegliano.
Emotions nuancées
Dans la mémoire des voix et des musiques anciennes,
Pendant qu’on arrive à Borgo.
Édifices de réalité différente et variée,
forte impression
devant un vieil édifice de pierres,
détruit et abandonné.
de nombreuses maisons restaurées
d’ autres négligées et oubliées.
il règne une sensation
de dissonance,
d’ insuffisante recherche de beauté
de promiscuité pénible.
avec des jardinets, coins imprévisibles
soignés avec des fleurs, des plantes,
des fontaines, de l’herbe verte, des statues,
des greniers désordonnés,
des poulaillers abondent.
les couleurs lumineuses des fleurs
rachètent la tristesse du lieu
âpre, dur, anguleux
En manque de synthonie avec la beauté du paysage.
Avertissement de la présence
d’une humanité souffrante
dans la fatigue du travail, dans la douleur et dans la difficulté
propre d’exister.
(traduzione francese di Michèle Morisi-Viotte)