Giovanna Frene (pseudonimo di Sandra Bortolazzo) è nata ad Asolo nel 1968 e vive a Crespano del Grappa, in provincia di Treviso. Ha pubblicato: Immagine di voce (Facchin, 1999); Spostamento. Poemetto per la memoria (Lietocolle, 2000, Premio Montano 2002); Datità, (postfazione di A. Zanzotto, Manni, 2001); Stato apparente (Lietocolle, 2004); Sara Laughs (D’If, 2007, Premio Mazzacurati-Russo 2006); Il noto, il nuovo (prefazione di P. Zublena, con traduzione inglese, Transeuropa, 2011); Tecnica di sopravvivenza per l’Occidente che affonda (Arcipelago Itaca editore, 2015). Ha curato il prosimetron Orfeo è morto. Lettere intorno un’amica uguale (Lietocolle, 2002), di Federica Marte. Con Orlando Myxx cura il progetto poetico-fotografico “Maschilità XX”. Ha pubblicato poesie in riviste italiane e straniere. È inclusa in varie antologie tra cui: Nuovi Poeti italiani 6 (Einaudi, 2012); Poeti degli Anni Zero (Ponte Sisto, 2011); New Italian Writing (“Chicago Review”, 56/1, 2011); Parola Plurale. Sessantaquattro poeti italiani fra due secoli (Sossella Editore, 2005).

https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanna_Frene

giofrene@gmail.com

English

 

POESIE

da IMMAGINE DI VOCE

Descrizione
Gli pongono le mani intorno al sesso——a ogiva
per prima cosa mentre è ancora seminudo.
Ha gli occhi spalancati e non prova vergogna.
Anche la bocca è del tutto aperta      tanto che non può
parlare o forse nessuno lì ha il tempo per ascoltarlo.
Per seconda cosa mentre è ancora disteso
gli puliscono il corpo con una spugna morbida
sostenendo chi la schiena chi le braccia    perché non si [affatichi.
Bisogna preparalo a festa. Non si può
mancare alla festa——quando viene preparata.
Non è il momento di vergognarsi per tutte quelle donne.
Camminano avanti e indietro——vanno su e giù
per la camera come api in un giardino d’inverno.
La sua voce si perde nel loro brusio. Cercano
l’abito migliore——le scarpe più nere.
A cosa starà pensando mentre scruta il soffitto
quasi attonito…——Per terza cosa volevo dire
ora che sono vestito     che non riesco a parlare
con questa benda attorno alla testa e non posso
vedere con le palpebre così abbassate.
Gli guardo le mani sopra il petto———a crociera.
Un morto non ha polmoni per un ampio respiro: è tutto
concentrato sulla sua morte,
non pensa a domani:———domani
non esiste

da SPOSTAMENTO. POEMETTO PER LA MEMORIA

VII. [DELLA SEMINA NEI CIELI] chiamiamo la divina zucchificazione a poco a poco
fusione con la terra innesto generale infinita
semina germogliogermoglio che sfoglia sull’alberodolore
chiamiamo quale si vide nel campo memoria
fruttificare della sera tempo che si fissa
nell’oggetto del suo scorrere  e lo erode e si mostra
chiamiamo dispiacere dell’attesa potenzialmente
vicino al luogo dell’atto il sasso che sgoccia
dal ventre profondoalito di niente quando
segreta  la terra cova non so quale felicità: morte

da DATITÀ

La mano di Canova
l’abitudine di smembrare i corpi a partire dal cuore
e dalla testa non reseca la mente dal cervello materiale
rimasto nella sede dotata dalla natura deposta
dal suo scettro bestiale
—————————-l’immortalità è un transito
veloce più in fretta le disse la vegetazione innaturale
dei tendini artistici più stretta la scansione delle idee
più nitide le forme le fosse
—————————-l’inattività è l’abitudine
dei corpi unigeniti indivisi nella sfera immortale
non separi l’uomo ciò che l’arte ha unito nell’oscuro
del principio smembrando piuttosto il mondo che la natura

Per l’operazione subita
siamo per noi stessi
la stessa immagine per gli altri
sia da vivi che da morti

tutto questo anche la fruttificazione dei miei tagli
ricuciti è una preparazione all’inutile
un esercizio per il balsamo ad azione oggettuale
(virtuale) è un segno che forse l’essere abbracciante è
anche i nolenti i dolenti incalliti allibiti

tutto questo mi fa eclissare prima nel sonno
dell’ipotesi temporale stabilita come una foglia
ingiallita rinvigorisce alla roteante visione
dell’allontanarsi del ramo e non vede la terra
dell’attesa dove non appena stesa sarà putrefazione

così dormo ogni momento un’anticipazione
affatto vera verso l’occasione dei miei forni
crematori a involucro mi sento fluttuante——corporale
oscillante nella notte interiore a forma——|di corpo mentale|
scivolosa illucidita  dentro  un antro  di beato sfondamento

tutto quello che viene verso la mia immagine
azione pura di uno sguardo senza paragone
non sussiste come me in diversa maniera esistente
e dunque non mi differisce la visione viva del vivo——mentale
nell’esito di illusione dal percepire morta una——|mente corporale|

tutto quello che è non rimane nell’essere
non esce dall’essere non entra in niente non sta
stesa con me la mia assenza operante lontano
un giorno finirà la tensione di ostacolare il progetto
con l’apertura dal basso della soppressione
del sonno

da SARA LAUGHS

Castore e Polluce, in prospettiva aerea
L’ultima fioritura del corpo sarà—————eterea.

Il semprenero sempreverde sbuca e fiorendo—————fiorisce
e s’addice alla sua sorte che il virgulto adduca la sua—————morte.

Ma qui quale pietra serba il nome e come nel suo—————progressivo
inceneritosi decedere fissare nell’aria la perenne—————memoria
tra astri alternativamente semprevivi—————sempremorti?

La visione veduta offusca la ragione e ovunque—————semina
cecità: per i due occhi spenti insieme, per i due volti gemelli—–schiantati
non esiste ulteriore fioritura di mura neppure nel—————vento:
la prima semina fiorì in orbite in orbite fiorì il—————lampo.

Se il seme non muore non può nascere la—————pianta
se noi non moriamo non possiamo essere—————seppelliti
senza la cassa-bacello nessun—————tempo
di attesa legherebbe i vivi ai—————morti
perché cresca la pianta che non—————muore
il tempo della sospensione deve essere ogni volta—————seminato.

Se l’ultima semina seminò l’etere—————fiorito
e non un sasso cancellò l’anonimato stellare del—————fiore
qui rinvigorisce il puro ramo del domani al—————sonno
alterno [eterno, sempreverde, semprescuro]—————inferiore
e sotto la cenere lo stesso sentimento ovale di un—————momento
scaglia al cielo ingenerato un infuocato furore—————divino.

La disapprovazione del germoglio, il consenso del—————seme:
più vicino alla sua lontananza insedia la materia l’orto—————sfiorito:
il tempo corporale fiorendo—————sfiorirà:
la terra schizzata in alto e il prato profondamente—————spostato:
e l’azione carnale totalmente votata alla—————ustione:
il seme bruciato prima della fruttificazione—————apparente:
Nonpenso Nonfaccio & dunque [Corp.]—————Nonsono

Risplende lassù nel sonno il—————cielo
anzi è un’orbita vasta per sempre—————incandescente
prematura fioritura nell’alto—————osanna———nell’alto
osama os-oris – –
________
(In memoria dell’11 settembre 2001)

da IL NOTO, IL NUOVO

I. Giovanni dalle Bande Nere
…la sua propagazione non è l’opera di un istante, non

di qualcuno: che salvaguardia la tecnica e la scarsezza
di merce, lo scopo, indebolisce il mezzo; l’arma contro chi spara è puntata
scarica, solo se chi poi è colpito non si sposta per primo in avanti; si muore
per cancrena, per leggerezza di campo, di corazza, cavalli piccoli; vinti solo dal
[vinto.

si aprono i piedi immacolati delle nuove propagazioni come cammini
da registrare, parti di tre, disarmati: necessario negare il sopra, se sotto;
[necessaria
se dopo, l’abrasione; dire al monumento che se saldo, crolla, se crollato,
resiste al dispaccio finale che risolve il vuoto come “perché”:

è stato risposto che per salvare, perché lo serva e lo salvi, si rivolge
alla fonte della perdita, all’io non concesso, al fine respiro
dello strumento invocato, che precipita
con le mani, non se ritratte, o non volendo; servendosi:

come in terra, i nostri nemici sono
piccoli vermi, inermi schegge di colubrina sullo spessore, e sempre
nello stesso gioco non conta non poter vedere, prima che volere;
il cambiare le cose in prospettiva, come invenzione, postazione, circonferenze
[di età:

cerchi la gamba tra le gambe e non la vedi,
nome sottomesso a leggi, da sé vinta,
in sé corrosa.

III. Mattatoio H.G.
Oggi le nostre lancette girano solo all’indietro

(A. Politkovskaja)
I.
laddove tristezza, tiranno, potere che domina il mondo.
laddove tiranno, potere, tristezza che prescinde l’impronta sul muro,
la scavalca, la riforma con grappoli, istinto di fuga e insieme ritorno
per le chiare ragioni che incontrano sul posto lama e cibo,
sempre lo stesso posto, la virtù cardinale degli insepolti,
parassiti

II.
trasformati nel popolo dei ratti, rimuovono gli esseri umani. che aleggia
sul posto, il fruscio d’ali, va all’incontro con il marchio di esistere,
si interseca al vertiginoso concrescere botanico e sociale
per le chiare ragioni che non guarda negli occhi lo sguardo,
ritorna al buon senso, la virtù cardinale degli insensibili,
pulizia

III.
vivono ancora tra le nostre, crescono esposti al triste.
della distruzione, l’ala, che sopra il fatto, si rifà; potere.
altre tristi, rovesciate ai suoi piedi  per il vento, ventre del progresso.
lo scavalca per le chiare ragioni che se è per sé non incontra niente
di intero, spada che ritorna alla roccia, la virtù cardinale degli insidiosi,
patria

da TECNICA DI SOPRAVVIVENZA PER L’OCCIDENTE CHE AFFONDA

Sestina bosniaca, o del penultimo giorno dell’umanità
ovunque andassi, la gente mi considerava un debole
(Gavrilo Princip)
I.
se anche andassi per una valle oscura, non temerei alcun bene, perché tu sei con [me:
se anche andassi a ritroso, ritroverei il corpo esploso, la pallottola
per l’eternità, una pura paternità in prospettiva: in somma, un impero centrale

II.
…un proiettile non va esattamente dove si vuole: ma due su due sono un bivio
perfetto, imboccato a ritroso come per difetto, o per eccesso di zelo:
si spinge indietro la macchina fino al punto esatto del suo non-ritorno

III.
…devi vivere per i nostri figli: non sembra vero che il ritroso si ripresenti per
caso, aspetto di un gesto grave, vista la fragilità, che afferra al petto, non il posto [accanto,
vuoto il vuoto, sussurrato nella corsa del corteo pasquale di famiglia, che ha i suoi [Decreti solenni, le sue Astuzie

IV.
come la storia: dobbiamo ricominciare tutto daccapo! il ritroso, il secco, lo
sconcerto dei fiori raccolto con stizza da chi si accorge che non si tratta di una [tabacchiera, torna
indietro per cercare di smettere il calcolare, ma in un tempo incalcolabile

V.
…un tipico esempio della barbarie balcanica (…) ma in città non c’è alcun segno di [lutto:
un tipico esempio della barbarie viennese, o più che altro europea, ovunque
ci sia musica, nessuno piange a ritroso per più di un quarto d’ora, da sempre

VI.
come sempre vivere attentamente in perenne mobilitazione, anzi
pensare finalmente a un’eredità biologica senz’altro fondamento,
dove un riformato non riformi mai davvero il mondo, ma solo sempre lo finisca

Liquefazione – sestina bizantina
…essere in sé quello che si è costruito, e allo stesso tempo

galleggiare in superficie. buio come un pugno, dai piccoli padri

presenti, sempre presente il carro del vincitore, la discesa
strategica con le armi degli altri, tutte o poco

per volta, l’invisibile forma un monolite stridente
con la sconfitta, e la rigetta diritta a Ovest come

occasione per rispedire indietro le insegne del principio
“Orienta la spada sul seme della vicina distruzione”

: detronizzato il diminutivo, e prima destabilizzano
ancora il vuoto infiltrando l’ignoto, e altro, e in alto

si perda il gioco universale di unire ciò che l’uomo ha diviso
smembrando piuttosto il mondo che il suo potere

 

TRANSLATIONS

da THE KNOWN, THE NEW

Movement I: Advance (Vicinity of Ground Zero)
Thalburg
the heads will fall in the sand
of
the guiltless. the guiltless who
falling in counterlight always produce the same sign,
or sequence, or resistance: the friction remains regardless
“in the place of ”: a squall,
————————–singular the dust,
——————————————one singular fall.

let Their will be done o
thy kingdom come
in heaven——as in the center

(without desires, advancing feet)

[ground zero of the advance]

 

II. The “Coordination” Principle
…it was only a work, a small, bungled hill

above a popular dwelling; in the mere maintenance

the inversion was made: a small simulated butcher’s shop

on a laughing, fugitive lawn.

—————————(if) it was prohibited for all time

speaking of the driver and of the driven.

————————————-coordination of the only

existing, final vehicle, hanging up

everything rigorously to the infinite, with obligatory

frequency

IV.  The “Remodeling” Principle
…decide who should or should not inhabit the world,
like deciding
in succession who should choose to clear up the event, all
innocence or all deployment: the common occident of death, unmuted. the
river cut out, gesture burned, with apparent flows the out-of-posterity soon
extinguished.

by the double body, no soul can restore life, or the whole blame
spread to earth, mass grave; nor deviation, by a right;
civil war model of permission, designed

sentence by the executor, execution of orders,
order of the cutting instrument

punctuated by heads.

V. Brief movement
These figures are not static, they shift, they evolve.

(J. Littell)
the strict return flow of he who interweaves ground and first floor
as a flag to be flown on the barricades
at the moment of crossing the uninterrupted line
of furor

VI. The “Blacktop” Principle
one does not think of the exception, the foam that swallows the sea.
one does not dig one’s own grave, this inevitable,
unimaginable return, trampled, ground by stones;
among other stones, there were three just men, the weights and measures.

behind the stones, equal weights and measures under the shattering
the dark gravel flaking sucks up the sea;
they do not cover new ruins, other implosion lapilli
always return to the ground, like a timid lament…

VII. Guilt and simulation
È un carnefice chiunque contribuisce consapevolmente […],

in modo tangibile, alla morte o eliminazione di altri, o a fare
del male ad altri nel quadro di un programma di annientamento […].
(D. Goldhagen)

the order of forces, the unfulfilled idea of the good, invisible, is under
everyone’s eyes. it achieves its objective, the untouched banquet:

the body is sacred, saturated, is a fact: stepchild of intentions;
sustenance is a different power, but ever-sustenance in the ever-banquet:

force, or flesh of power, or all-power, or life that comes from life;
the simulation comes from this, our true imposed conclusion:

as it is put into action, by whom it is put into action, only thus it is not “as if”;
no was not said when it could have been, no was not said even though we may
have wanted to:

even a command, yet a desire, a priori
nature
(translated by J. Scappettone and J. Calahan)