Alberto Bevilacqua è nato a Parma nel 1934, scrittore, regista e sceneggiatore, nonché poeta e giornalista. Nei primi anni cinquanta iniziò a pubblicare i suoi scritti su invito di Mario Colombi Guidotti, responsabile del supplemento letterario della Gazzetta di Parma. La sua prima raccolta di racconti, La polvere sull’erba (Sciascia, 1955, e Einaudi, 2000), ebbe l’apprezzamento di Leonardo Sciascia. Nel 1961 pubblicò la raccolta di poesie L’amicizia perduta (Sciascia). Il suo primo successo editoriale fu il romanzo La califfa (1964). Il romanzo seguente, Questa specie d’amore, vinse il Premio Campiello (1966). Di entrambi i romanzi l’autore stesso curò poi la trasposizione cinematografica, vincendo con Questa specie d’amore il David di Donatello per il miglior film. Nel 1968, con L’occhio del gatto ha vinto il Premio Strega. Ha vinto due volte il Premio Bancarella, nel 1972 con Un viaggio misterioso e nel 1991 con I sensi incantati. Oltre ai molti successivi romanzi, ha dato alle stampe le raccolte di poesie: L’indignazione (Rizzoli, 1973), La crudeltà (Garzanti, 1975), Immagine e somiglianza. Poesie, 1955-1982. Antologia personale (Rizzoli, 1982), Vita mia (Mondadori, 1985), Il corpo desiderato (Mondadori, 1988), Messaggi segreti (Mondadori, 1992), Poesie d’amore (Mondadori, 1996), Piccole questioni di eternità (Einaudi, 2002), Legame di sangue (Mondadori, 2003), Tu che mi ascolti. Poesie alla madre (Einaudi, 2005), Le poesie (Oscar Mondadori, 2007), Duetto per voce sola. Versi dell’immedesimazione (Einaudi, 2008), La camera segreta (Einaudi, 2011). È Morto a Roma dopo lunga malattia nel 2013.

http://www.albertobevilacqua.net/

http://it.wikipedia.org/wiki/Alberto_Bevilacqua

 

POESIE

Compleanno
la mia anima dov’è andata a finire,
l’avevo qui, poc’anzi,
fra male di testa e pillole,
qualche foglio appuntato,…
forse ha scoperto che oggi ho
un anno in meno da vivere
(gliel’avevo occultato per prudenza)
o forse è stato
il vento di marzo, o i seccatori
che vanno e vengono, qualcuno
cleptomane di libri e cose inutili.
Che sia nei paraggi è indubbio,
faccio una confusione
di posta inevasa, reclami
di pagamento, cartoline
d’amore, per cercarla invano.

Anima amante
Anima amante mia per sbaglio
segnata
come una data
in un estraneo anno domini
io ti ho forse
perché ho tutto quello
che non dovrei avere per averti
mio sapore d’altrove
cerchiamo di fare in fretta
la nostra eternità
sta godendo di poche ore.

Il tuo nome
più il tono mi sale
alla gola
più parlo per tacerlo: si fa presto
a nominare il buio col buio
ma è la sagoma solitaria
silenziosamente possibile
al di dentro che fa paura:
vivrò nell’ignoranza
di ciò che so
fin nelle viscere
che somatizzano quel nome
e si torcono,
mi fanno sentire più vecchio ogni mattina.

Amore, convinciti
… amore, convinciti, è una sera
come le altre,
ci faremo luce insieme,
ora, fra poco,
dovrò
pur ritrovarla la lampada.
Era qui
solo un eterno fa.
Amore, il gioco
– aspetta, abbi pazienza –
sta per ricominciare: nessuna
assenza, manchi solo tu,
cosa vuoi
che sia, un’inezia.

L’addio
Addio. Ti abbraccio perché non ti vedo
che a tentoni, accecato
dai tuoi stessi occhi in me conficcati
per cui non so
se sia mio o tuo questo piangere:
amati giorni
che non ci hanno ricambiato l’amore
e sono
una frattura indicibile: i denti
stringono un grido, il pugno
anche più forte stringe
l’indimenticabile carezza che ti davo
come una moneta scaduta
…per un amore così breve perché,
mio Dio,
questa notte eterna e il filo che traluce
sulla remota ferrovia d’illuminati
treni che ormai corrono nel nulla?

L’amica lasciata
…sono le prime luci
nei cortili delle caserme,
il mondo appena inizia
a conversare con le sue frasi fatte;
ci fu qualcosa fra noi
sconosciuto e tenero in silenzio
che forse il clamore ha impedito
o l’averne parlato a voce troppo alta…
dimenticarsi a forza è impossibile,
bisogna pensarsi lungamente finché
il pensiero non prenda quella stanchezza
che anche la vita, mentre non sai, consuma.

Come un albero, come una rondine
Saremo un giorno lontani
se ciò che dicono è vero,
saremo un reciproco pensiero
o una cosa dimenticata
dalla nostra reciproca memoria:
io non so, tu mi auguro
al tuo strambo paradiso,
amica mia che salvavi
in ogni orrore innocenze sfuggite
alla distrazione del boia.
Ho esaurito la lista,
non ho che un Dio
da farti salutare
ma se lo incontri per caso, non darti
pena di cercarlo per questo:
che altro? resto
…è l’ultima davvero
telefonata fra noi, ma vorrei
lo tenessi presente che l’amore
è il mancato appuntamento e insieme
il momento azzeccato.

Dopo un addio
Ora
è dura davvero, per un di più
di te nel ricordo,
ma indicibilmente meno
di una tua ombra, una tua voce,
per un’ubbìa, pensa, che ti figura
alla ringhiera
già mentre salivo rincasando:
“come t’è andata oggi?”
ora che a un altro lo dici,
scopro che il difficile è questo:
l’essere
infelici con poco.

Similitudine a due
…hai la bellezza della farfalla che muore
sulla rovente lampada tenuta accesa
da un uomo insonne fino al giorno:
bruciata impronta del confine
fra il grande sogno e la notte breve.
Bellezza, un senso del nulla,
il solo forse,
che percepisce il mondo
che ci scruta dal fondo del suo specchio
dove riflette solo chi ci manca.