Cinzia
CAVALLO
Cinzia Cavallo è nata nel 1947 a Verona dove è scomparsa nel 2018. Ha pubblicato Territori di confine (Editing Edizioni, 2006), Laddove si quadra il cerchio (Edizioni del Leone, 2012, Premio Europeo Città di Massa 2015). Si occupa di critica letteraria e di teoria, collaborando a riviste online e cartacee. È stata impegnata per anni nella formazione di insegnanti in un progetto di prevenzione delle tossicodipendenze, si è occupata di espressività corporea specializzandosi in dance-movement therapy presso l’Istituto Riza di Milano.
POESIE
da I CERCHI NEL GRANO
Baghdad
Quando la dolcezza del vivere
seduce l’ insicura volontà,
quando il tuo piccolo spazio
esige cure eccessive e solitarie,
quando pavido nelle turbolenze
soffochi la tua voce indignata,
certo Baghdad è più vicina.
Quando vile nella notte lasci
sull’asfalto l’uomo morente,
quando permetti al denaro di
sottrarre dignità al tuo vivere
quando distratto trascuri per noia
la stanza segreta del tuo male,
Baghdad è sempre più vicina.
.
A tante guerre mai dichiarate,
a tante vittime non riconosciute,
ora e sempre sacrifichiamo tutti
il desiderio incompiuto di pace.
10 Formiche
Il futuro sarà delle formiche accorte
che impegnano saggezza a conservare
i frutti della terra, per quando carestie
annunciate sgonfieranno i sogni onnipotenti
di chi svuota per rabbia ed incoscienza
il forziere di risorse quasi arrivate a fine.
Il futuro premierà le formiche oneste,
che vigilano sul ventre vuoto del mondo,
per annullare dispersioni inutili d’ambiente;
e se Potere allargherà voragini di stoltezza,
su quel vuoto di pensiero, abili getteranno
flessibili e robuste passatoie di progetti.
Il futuro insegnerà alle formiche sagge
l’arte di contenere con astuzia i guasti folli
di tante cicale insofferenti a giustizia e a
ragione, alle quali molte volte esse invano
hanno già gridato, dalle loro fila serrate ed
ordinate, di risparmiare, per pietà, la Terra.
Il letto di Procuste
Sulla via d’Atene un brigante vigilava;
aspettava viandanti ingenui che
sfiniti per aver tra i sassi a lungo
peregrinato cedessero al conforto
d’un letto morbido, in cui giacere.
Scivolavano nel sonno e tra le grinfie
di Procuste che, maniaco di perfezione,
tagliava chi dal letto troppo uscisse
coi piedi ed allungava tra i tormenti
chi basso non arrivasse alla sponda.
Se ti svegli distesa su quel letto ed hai
accanto qualcuno che t’osserva con
impietosa malizia, cercando avido
cosce più lunghe e giovani identità,
alzati di là e porta i tuoi piedi nodosi
a camminare ancora lesti nel destino,
prima di pensarti scherzo di natura.
Raccogli le residue forze in una sacca
ed affronta calma la solitudine, prima di
lasciar gelare di rabbia il tuo corpo,
prima di consegnarlo per disperazione
al male oscuro che lo conservi inerte,
cosicché non erompa sanguinario ed
incontenibile contro un povero essere,
condannato dalla vorace perfezione,
a misurare spietato un mondo imperfetto
secondo un metro stretto e disumano.
da LADDOVE SI QUADRA IL CERCHIO
Perfezione
Felicemente imperfetto, attento,
dialogante con l’essenza profonda
il mio corpo vive sempre di relativo.
Accetta il tempo morbido e dolce
d’arrivare a toccare ossa solide,
sorvola audace una pelle ancora
liscia, scansando i resti di ferite,
che il cammino spera già redente.
Da un punto di svolta glorioso ha
avviato la cura profonda e saggia
del rispetto dei suoi cicli alternati;
ha accolto curioso i messaggi duri
come simboli d’un viaggio compiuto,
agganciando una mente errabonda,
finalmente satura di generare ostilità.
Sa conservare il segreto sottile che
unisce due misteri a lungo indagati;
così il sapere come una vita tanto
abiurata affretti il processo della fine
può convincere coloro che giochino
tutto in un piacere, sfidando il tempo
come giocatori d’una roulette truccata,
che la vita e la morte vadano riconciliate,
in modo tale che l’una finisca quando
l’altra arrivi calma e non trafelata,
per aver rincorso un corpo impazzito.
da SCAMPOLI DI ANIMA
Il guanto
Come un guanto segue
la sua mano, t’adattasti
dolcemente a lui, paga
d’esistere in quel contatto.
Quando egli si sottraeva.
per sentirsi libero
di toccare il mondo,
tu, impaurita e fragile,
aspettavi che la vita
tornasse al riaccendersi
d’incostante desiderio.
Esistere nel bisogno
impedì al suo cuore
di scegliere per amore
e privò la tua storia
dell’orgoglio di vivere
anche per te stessa.
L’orecchino
Rovescio la scatola dove l’ho di certo custodito.
Forse mi sta guardando, ma ora non lo trovo.
Con mani impazienti sconvolgo l’ammasso
di oggetti luccicanti, ma non preziosi e,
mentre con violenza li arruffo, brontolano
alla mia fretta ed imprecano arrabbiati.
Dispettoso quello si nasconde all’indifferenza
con cui l’ho sempre usato. Ricomparirà,
ne ho il sospetto, solo quando, setacciati
i nascondigli della logica, m’arrenderò
alla sua assenza. Rispunterà in un luogo
impensato, facendosi beffe della mia ansia
e vorrà sapere se gli riconosco un’anima
indipendente, fiera con cui andare e venire
dalla mia vita.
Verità
Chi ha coraggio dica la verità
e chiami fiore il fiore.
Ed esso si ergerà sullo stelo,
felice d’essere nominato,
fiero d’essere riconosciuto.
Chiami tempesta il vento forte
che scuote gli alberi del tempo
ed oblio la memoria negata.
Chiami odio l’amore avvizzito
e violenza lo spirito oltraggiato.
Quando tutto avrà un nome,
sarà più facile parlare alla vita.
da I CERCHI NEL GRANO
La scommessa
A fatica, benediciamo la sofferenza
che costruisce ali ai nostri pensieri.
Nessuno, che sosti felice ed appagato
tra le braccia solide dell’amante,
lascerà mai quel rifugio caldo,
tanto da incontrare se stesso
e veleggiare nell’ignoto di versi
agitati e malamente rassicuranti,
dove nostalgia, rancore, rimpianto,
muovano i flutti del mondo sommerso.
Non conoscerà il tempo eterno
dell’attesa estenuante ed inutile,
né, come Sisifo, rotolerà per destino,
su per il monte una matassa di speranze,
o s’ingegnerà col corpo a contrastare
la caduta rovinosa delle illusioni.
A quel marziano, che resterà fermo
tra le braccia amorevoli del Caso,
nessuno potrà rivelare che la sofferenza
sia l’inchiostro indelebile della vita.
I girasoli
Arerò le oscure profondità
ove soggiorna la mia coscienza
e spargerò per tempo i semi
d’una distesa di girasoli.
Camminerò nel giallo dei fiori,
scostando steli alti come persone,
robusti come alberi e ascolterò
quella voce saggia ed antica.
-Da sempre offriamo al vento
il sussurro di una verità discreta;
da sempre mostriamo al sole,
che ci muove, la nostra parte vera-.
Strano proposito induce gli uomini
a mostrare il cuore a macchine
di morte che lasciano deserta
una terra avuta in prestito limitato.
Eccitati dal progresso che li consacra
umani contro natura e ferinità , come
anime sconosciute a sé, negano al sole
i veri volti, pur di non perdere possibilità.
Ode al libro
Sulle pagine segnate di matita,
sui concetti portati a soluzione,
il mio occhio vaga veloce, vorace,
finché l’idea sostanziosa lo ferma.
Il dito tra i fogli marca la pausa dove
il cuore e la mente sostano insieme.
Sospeso tra leggere e capire, il momento
lanciato nel nulla s’afferra al significato
come il pesce all’amo che lo cattura;
e la via s’apre a quella voce profonda
che arriva da saggezza oltre il tempo.
Quanti “eureka” partecipano di un libro.
Quante pagine a costruire una storia
in sintesi circoscritte a vite sfiorate.
Quante parole a chiudere nella forma
di un sentimento altrimenti dilagante!
Dopo
Dopo la lotta,
dopo l’angoscia
dopo la paura,
sedersi quieti
ad aspettare il tempo,
conquistati dal destino.
Dopo la noia
dopo il vuoto
dopo l’eccesso,
distillare il segno
che spiega la vita,
affascinati dall’attesa.
Appena, sempre, forse, prima
della fine della storia
TRADUZIONI
The bed of Procustes
On the way to Athens a robber watched;
expected naive travelers, who, exhausted,
for having long wandered among rocks,
abandon themselves to the comfort
of a soft bed in which lying down.
Slipped into sleep and into the clutches
of Procustes, that perfection’s maniac
cut who with his feet came out
of bed and stretched in torment who,
bass, would not come to the bank.
If you wake up lying on that bed
and you’re next to someone who
looks at you with pitiless malice,
greedy, looking for thighs longer
or young identity, get up from
there and take your feet gnarled
walking briskly in destiny, before
considering yourself a nature’s joke.
Collect the remaining strength in a bag
and, calm, face your loneliness
before letting anger freeze the body,
before handing it over for despair
to the dark evil keeping it inert,
so bloodthirsty and uncontrollable
not erupts against a poor being
obliged by his voracious perfection,
an imperfect world to measure,
using a meter narrow and inhuman
Perfection
Perfectly imperfect, attentive,
dialoguing with the deeper essence
my body is still living in the relative.
It accepts the time soft and sweet
touching the bones still solid;
bold, he flies over a skin still
smooth, dodging remains of wounds
that hopes already redeemed.
From a turning point glorious
initiated by the wise and profound
respect of its alternating cycles.
So the body accepted, curious,
the tough messages as symbols
of a journey made?? , engaging
a wandering mind finally
saturated to generate hostility.
Body knows to preserve subtle
the secret that combines two
mysteries long investigated:
so knowing as a life renounced
hurries the process of the death,
can convince those who play
all in a pleasure, defying time
as players in a rigged roulette,
that life and death are reconciled
so the first ends when the other
arrivals calm and not out of breath
for running behind a crazy body.
Solitude
Vous, qui appelez désert
la solitude d’un arbre,
ignorez où ses racines
sucent lymphe vitale.
Quand il fleurit, vous, résolus
et distraits, évoquez la vie,
mais vous échappe la patience
infinie d’un obscur apprêt.
Solitude nécessaire,
où le cœur tendre se fortifie
et s’ouvre au contact profond.
Solitude rêvée, redoutée de celui
qui apprend à devenir soi-même et
après se tourne sûr au changement.
Baghdad
Quand la douceur secrète de la vie
réussit à séduire ta faible volonté,
quand ton petit espace exige de toi
des soins excessifs et solitaires,
quand, dans les turbulences,
tu suffoques ta voix indignée,
Baghdad est plus proche.
Quand dans la nuit tu délaisses
sur l’asphalte l’homme mourant,
quand tu permets à l’argent de
retrancher la dignité à ta vie,
quand, toujours ennuyé, tu négliges
la chambre inconnue de ton mal,
Baghdad s’approche davantage.
À beaucoup de guerres jamais déclarées,
à tant de victimes jamais reconnues, nous,
à présent et dans tous les temps,
sacrifions notre désir inachevé de paix.
Les fourmis
Le Future sera aux fourmis avisées qui
emploient de la sagesse à garder les fruits de
la terre pour le temps, dans lequel des disettes
annoncées dégonfleront les rêves omnipotents
de ceux qui vident, pour rage et inconscience,
la caisse des ressources presque épuisées.
Le Future récompensera les fourmis justes
qui veillent sur le giron vide du monde, en
annulant les dispersions inutiles du milieu;
et si –Pouvoir- agrandit des abîmes de sottise
sur ce vide de pensée, habiles, elles lanceront
de flexibles, robustes passoires de projets.
Le Future apprendra aux fourmis savantes
l’art de contenir avec finesse les fous ravages
de trop de cigales intolérantes à justice et
à raison, auxquelles, plusieurs fois, en vain
elles ont réprimandé, de leurs rangs serrés
et ordonnés, d’épargner, par pitié, la Terre.