Alessio
ZANELLI
Alessio Zanelli è nato nel 1963 a Cremona, dove vive. Scrive esclusivamente in inglese. Le sue poesie sono apparse su riviste italiane o italo-americane come Atelier, La Clessidra, Gradiva, Italian Americana, Italian Poetry Review, Voices in Italian Americana, e su numerose riviste internazionali, prevalentemente negli USA e nel Regno Unito. Ha pubblicato le raccolte: Straight Astray (Dritto fuori strada, Troubador, Leicestershire, 2005), Over Misty Plains (Per pianure nebbiose, Indigo Dreams, Devon, 2012), The Secret Of Archery (Il segreto del tiro con l’arco, Greenwich Exchange, Londra, 2019), Ghiaccielo/Skyce (Impremix Visual Grafika, Torino, 2021), Amalgam (Amalgama, Cyberwit, India, 2021), The Invisible (L’invisibile, Greenwich Exchange, Londra, 2024).
https://www.alessiozanelli.it/
https://poems.poetrysociety.org.uk/poets/alessio-zanelli/
https://www.pw.org/directory/writers/alessio_zanelli
https://www.worldliteraturetoday.org/2011/may/castaway-alessio-zanelli
POESIE
da STRAIGHT ASTRAY (Dritto fuori strada)
A Night With You, Pablo…
A night with you, Pablo, brooding
on the plots of time, the warpings of
the soul in order to second the body, the
grooves in which days run, life moves.
Ah, Pablo… how shrewd, how brisk, how
pert you were; but plain, and straight, and
sage, and quiet… A Pesar de la Ira.
What a fearless, fearful singer; extoller
of love and hate, detractor of elation and
dejection, master of felicity and sorrow.
How much godhead in your mundane
speaking… La Palabra; how much spirit
in your flesh… Cuerpo de Mujer.
You always knew… El Desconocido, I
just begin to; ah, Pablo… No Hay Olvido.
I won’t! I won’t! Oh Tierra, Espérame.
Too short, the night.
Too strong, the light.
Where is it I got lost, Pablo?
Whatever odyssey is this?
Eyeless, my hand.
Handless, my eye.
Eager, my mouth.
Too short, the night.
Ah… La Soledad!
Nothing is worth my suppliant words.
Una notte con te, Pablo…
Una notte con te, Pablo, meditando
sulle trame del tempo, il contorcersi
dell‘anima per adattarsi al corpo, i
solchi in cui scorrono i giorni e si muove la vita.
Ah, Pablo… com’eri acuto, pungente,
sfrontato, ma semplice, e schietto, e
saggio, e calmo… A Pesar de la Ira.
Che poeta impavido e temibile; cantore
di amore e odio, avversario di euforia e
sconforto, maestro di gioia e pena.
Quanto senso del divino nei tuoi discorsi
terreni… La Palabra; quanto spirito
nella tua carne… Cuerpo de Mujer.
Tu hai sempre saputo… El Desconocido, io
comincio solo ora; ah, Pablo… No Hay Olvido.
Non voglio! Non voglio! Oh Tierra, Espérame.
Troppo breve la notte.
Troppo forte la luce.
Dov’è che mi son perso, Pablo?
Che odissea è mai questa?
Senza occhi la mia mano.
Senza mani il mio occhio.
Bramosa la mia bocca.
Troppo breve la notte.
Ah… La Soledad!
A niente valgono le mie suppliche.
da OVER MISTY PLAINS (Per pianure nebbiose)
Getaway
Mist and dew
no longer inhabit the dale.
Plumes of smoke are the reeds
in the miry oxbows.
And the snow-hearted boy
who ran above the sky
on feet of Favonius
and with locks of Sol
now has sand in the lungs
and mineral pitch in the ears.
The acrid smell
of irreparable loss
in the nostrils.
He runs and runs
on roads of cement and iron
faster than ever before.
Away from what—he does not know.
In the eyes—
gray-purple clouds
riding over fields
of moony grass.
Fuga
Nebbia e rugiada
non abitano più la vallata.
Pennacchi di fumo sono i giunchi
nelle lanche paludose.
E il ragazzo dal cuore di neve
che correva sopra il cielo
su piedi di Favonio
e con ciocche del dio Sole
ora ha sabbia nei polmoni
e asfalto nelle orecchie.
L’odore acre
di perdita irreparabile
nelle narici.
Corre e corre
su strade di cemento e ferro
veloce più che mai.
Da che cosa fugge non lo sa.
Negli occhi
nubi grigioviola
che sorvolano campi
d‘erba color del chiaro di luna.
Mirroring
We are all the others.
Each of us.
All we are or attain in life
is also due to all the others.
Everybody—alone—is nobody.
We are the success and the failure
of everybody else,
we are the joy and the sorrow
of everybody else.
We are the result—
besides of ourselves—
of everybody else‘s life.
In each of us all the others are mirrored.
Each of us is the sum of all the others.
Each of us—
without exception.
Without anybody
being witness to us
we‘d be nobody.
And we‘d be nothing.
Rispecchiarsi
Noi siamo tutti gli altri.
Ciascuno di noi.
Tutto ciò che siamo o raggiungiamo nella vita
è dovuto anche a tutti gli altri.
Ognuno, da solo, non è nessuno.
Noi siamo il successo e il fallimento
di ogni altro,
la gioia e il dolore
di ogni altro.
Siamo il risultato,
oltre che di noi stessi,
della vita di tutti gli altri.
In ciascuno di noi tutti gli altri si rispecchiano.
Ciascuno di noi è la somma di tutti gli altri.
Ciascuno di noi,
non v’è eccezione.
Senza qualcuno
che ci sia testimone
non saremmo nessuno.
E non saremmo niente.
da THE SECRET OF ARCHERY (Il segreto del tiro con l’arco)
Aquanaut
Water prison.
Inside the bubble still—
environed, sunken, missed.
Terra firma.
Who says it‘s out of reach?
The sky is gliding by.
Chances surface.
Whatever means will do—
a raft, a wreck, a whale.
Acquanauta
Prigione d’acqua.
Ancora dentro la bolla:
avvolto, sprofondato, scomparso.
Terraferma.
Chi dice che è troppo lontana?
Il cielo scivola via.
Occasioni affiorano.
Qualunque mezzo andrà bene:
una zattera, un relitto, una balena.
Mare Nostrum
The sun still rises from the Dardanelles,
draws an arc to Africa
and sets upon the Pillars of Hercules,
while the eagle has ceased to sweep the surge,
does not fly from end to end anymore.
Sunken down the shoals
off the French Riviera,
hulks of warships act as treasure chests
to the thrill of blue-eyed divers
from outside the acknowledged world.
Someplace around Byzantium,
forlorn in the dark of a crypt
under layers of later erections,
the gold insignia Odoacer shipped to Zeno
await retrieval and upholding.
Looked-after by zealous Italic sitters,
ebony-skinned children
of well-to-do Germanic families
gather colored pebbles on the shingles
of Capri‘s exclusive inlets.
On the sand of deserted beaches
along the Gulf of Taranto,
captive in the spirals of fossilized shells,
the trumpet of Hannibal‘s exhausted elephants
reechoes through the millennia.
Mare Nostrum
Il sole sorge ancora dai Dardanelli,
disegna un arco verso l’Africa
e tramonta alle Colonne d’Ercole,
mentre l‘aquila ha cessato di scrutare i flutti,
non vola più da un capo all‘altro.
Sommerse nei bassi fondali
di fronte alla Costa Azzurra,
carcasse di navi da guerra fungono da scrigni del tesoro
per la gioia di tuffatori dagli occhi blu
provenienti da fuori del mondo conosciuto.
Da qualche parte nei pressi di Bisanzio,
abbandonate nel buio di una cripta
sotto strati di più recenti edifici,
le insegne d’oro che Odoacre inviò per mare a Zenone
attendono d’essere ritrovate e ostentate.
Accuditi da premurose serve italiche,
bambini dalla pelle d’ebano
di agiate famiglie germaniche
raccolgono ciottoli colorati sulle rive
di esclusive insenature di Capri.
Sulla sabbia di lidi deserti
lungo il golfo di Taranto,
prigioniero nelle spirali di conchiglie fossili,
il barrito degli sfiniti elefanti di Annibale
riecheggia attraverso i millenni.
Pasubio 1915-1918
Expectant sleepers man the crest,
a crag for post, a chink to rest.
They make of heights their firm terrain,
as silence, stillness, blankness reign.
No glint, no plume they watch out for,
don‘t guess a name for what‘s in store.
And whom grenades or slugs won‘t kill,
their poisoned souls or Jack Frost will.
Pasubio 1915-1918
Morti di sonno stanno sui crinali,
dirupi per garitte, crepe per guanciali.
Fan delle alture il loro saldo terreno,
di silenzio, quiete e vuoto il regno.
A bagliori o pennacchi più non badano,
del nome di ciò che verrà non si curano.
E chi di ferro o fuoco non morrà,
l’animo avvelenato o il gelo lo fredderà.
(Traduzione di Laura Riviera)
da AMALGAM (Amalgama)
Haters
They say I’m an insult to their unsullied world,
there’s not the slightest reason for me to exist,
if I ever ceased to exist no one would notice.
They say my rights subtract from theirs,
my freedom of expression is a scandal,
I pose an intolerable threat to society.
They’d do a number on me,
they’d take me to the cleaners,
at last they’d kick me to the curb.
They say things inhumane, tirelessly,
although they don’t hear what they say,
but at least they say what many just think.
Odiatori
Sono un insulto, dicono, al loro mondo immacolato,
non c’è, per me, la minima ragione d’esistere,
se mai smettessi d’esistere, nessuno ci farebbe caso.
I miei diritti, dicono, pregiudicano i loro,
la mia parresia è uno scandalo,
io sono, per la società, un’intollerabile minaccia.
Mi giocherebbero tiri mancini,
mi spoglierebbero di tutto,
per buttarmi, infine, nel pattume.
Instancabili, dicono cose disumane
e benché ciò che dicono non sentano,
almeno dicono ciò che molti solo pensano.
(Traduzione di Angela D’Ambra)
Native Place
La chiesetta là in collina
legge al mondo il suo destin.
—Pino Ruggeri
The unease it may elicit
from those who searched
into the name—only a few do
know it comes from “morbid”—
appears disproportionate to such
a nothing of a creek I’m old enough
to have had the chance to bathe in, a
young lad so scared of streaming water.
The belfry, jutting from the hillock, lures
the visitors from afar—looking higher
than it is—a harmless trick devised
by what once was a teeny clot of
houses, today an aging village
that’s long lost its pristine
innocence and is vainly
reclaiming its soul.
Paese natio
La chiesetta là in collina
legge al mondo il suo destin.
—Pino Ruggeri
L’inquietudine che suscita
in coloro che han fatto ricerche
sul nome – solo in pochi sanno
che deriva da “morboso” –
appare sproporzionata per una
nullità di fiumiciattolo, a me che sono
vecchio abbastanza da averci fatto il bagno da
ragazzo, per quanto atterrito dalla corrente.
Il campanile, svettante sulla collina, attira
i visitatori dalla distanza – mostrandosi più alto
di quanto non sia – un trucco innocuo ideato
da quello che un tempo era un minuscolo grumo di
case, oggi un villaggio senescente
che ha perduto da un pezzo la sua innocenza
primitiva e cerca inutilmente
di reclamare la sua anima.
(Traduzione dell’autore)
On The Way Home
The worry after the elation.
On the way home—a zigzag footpath
through infancy bramble bosks,
the moonshine and a chilly breeze.
Firm and nimble strides
towards an inimical fireplace—
the reckoning, the inescapable tussle
with the past, an obsessive tyrant.
A few stars among noctilucent clouds—
too bright the plenilune.
The lack of an irreplaceable aid,
for once—dear old inseparable friends.
Some more instants—
then the golden tremulous light,
the heat on the cheeks,
the rapid hearbeat and the gasp.
The long silence before the outburst.
Tears of relief or fits of laughter.
A postern in front, a quagmire behind.
The night in—a stranger, dark and endless.
Sulla via di casa
Dopo l’euforia, l’angoscia.
Sulla via di casa: un calle zigzagante
tra i boschetti di rovi dell’infanzia,
chiaro di luna e una brezza gelida.
Falcate decise e svelte
verso un focolare ostile:
la resa dei conti, la lotta ineluttabile
col passato, un tiranno assillante.
Rare stelle tra nubi nottilucenti:
troppo radioso il plenilunio.
L’assenza di un insostituibile ausilio,
per una volta, care vecchie amiche inseparabili.
Qualche istante ancora…
poi, la tremula luce dorata,
il calore sulle gote,
il battito del cuore accelerato e l’ansito.
Il lungo silenzio prima dello sfogo.
Lacrime di sollievo o scoppi di risa.
Innanzi, una postierla; a tergo, un pantano.
La notte dentro: una straniera, oscura e senza fine.
(Traduzione di Angela D’Ambra)