FRANCO MANZONI: RECENSIONI FORMATO FRANCOBOLLO

Franco Manzoni: fra umiltà e aristocratico disdegno

La coraggiosa rubrica di poesia che Franco Manzoni cura dal 2012 per la Lettura del “Corriere della Sera”, Soglie. Recensioni formato francobollo (Quaderni del Bardo Edizioni) ci trattiene sulla soglia di molte diadi, al limitare del buio e della luce, del possibile e dell’impossibile, del reale e dell’infinito, della ragione e della follia, del corpo e dell’anima, del laico e del divino. Là, insomma, dove si giocano la doppia vista e la grande potenza di fuoco della scrittura più renitente a farsi consumo di massa, più lontana dai giochi di potere, più estranea alle leggi del mercato. Franco Manzoni è poeta e del vero poeta ha mantenuto un’assoluta e invidiabile libertà di giudizio. Prestato alla critica, ha conservato della poesia, nelle acuminate recensioni della rubrica “Soglie”, la forza di trasgredire scuole, maniere, convenienze, affiliazioni. Un tale solitario destino gli consente di poterci indicare nuovi nomi di poeti e nuove esperienze della scrittura più antica della nostra civiltà, grazie alla sua autonomia dai giri di potere e dalle consorterie corporative che non mancano neanche nel mondo dei poeti. Per questo lo seguo fedelmente da anni e ne ammiro l’acutezza delle scelte, l’originalità delle proposte, la franchezza del pensiero, sempre disinteressate, sempre tese a illuminare chi stia nell’ombra, e tuttavia, e forse proprio per questa separatezza e umbratilità, offra una qualità di scrittura alta, elegante, innovativa e sospesa fra rispetto della tradizione ed esigenza dell’innovazione. Abbiamo bisogno di chi ci faccia capire come Manzoni, dove si nasconda, fra umiltà e aristocratico disdegno, la qualità alta della Parola, memore di questi versi della Dickinson: “Che orrore – essere – Qualcuno! / Che volgarità – come una rana – / che ripete il suo nome – tutto il mese di giugno -/ a un pantano che la sta ad ammirare!”

Roberto Pazzi

Prefazione

Un genere a suo modo unico

No, le Soglie. Recensioni formato francobollo non dovevano disperdersi come lacrime nella pioggia o sciogliersi avvolte sui fiori da portare al cimitero. Solo conservate gelosamente fra le carte di poeti e di poete come oggidì s’usa dire. Andavano protette come un bene culturale quasi alla stregua di un codice miniato. Dieci e più anni di perle settimanali appese sulla pagina de “la Lettura”, antico ed eroico volano del “Corriere della Sera” per sostenere libri e autori e le arti. Soglie ossia gocce di un farmaco salvavita: la Letteratura. Centinaia di titoli, autori ed editori. La memoria in archivio, dove le fatiche e le sfide dell’ispirazione e della scrittura incontrano una voce che valga le librerie non generose verso autrici e autori, noti o all’opera prima. Soglie come tour de force, un salto acrobatico, un numero da prestidigitatore, un funambolismo lessicale e concettuale, le sinossi più levigate e oneste, le parole appropriate collocate al posato giusto. Non più di 450 battute, spazi compresi, affidati da Antonio Troiano, responsabile della Cultura, a un autore in versi fortemente lirico e sublime come Franco Manzoni. Perché poi Franco è un lettore di professione alla Paolo Milano, così profondo e chiaro nella complessità dello scrivere, oggi, poesia, da sbalordire. Questo libro ne dà testimonianza ineludibile. Finalmente un sogno più mio che di Manzoni assume le sembianze e il corpo di quella cosa chiamata libro, uno di quei preziosi scrigni fatti di parole e di carta e di inchiostro, che nella loro apparente fragilità sfidano il tempo, più durevoli e duraturi del bronzo.  Se il mondo è destinato a finire in un libro, se non è che una infinita biblioteca, chi ha lit tous les livres è uno baciato dalla grazia e dalla bellezza e destinato all’immortalità. Ho ricordato, anzi ordinato, a Manzoni ogni settimana di lavorare alla costruzione del volume (che si avvale di una bella e affettuosa prefazione di Roberto Pazzi) In fine io penso e credo che Soglie, partita come una rubrichina, a poco a poco è cresciuta nell’interesse dei lettori tanto da venire a costituire un genere a suo modo unico, un esempio di scrittura che riesce a spiegare il nocciolo di un libro.

Antonio Carlo Ponti

Postfazione

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