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Non
chiamate deserto
la
solitudine di un albero,
non
sapete dove le radici
traggano
linfa vitale.
Al
suo fiorire voi, decisi e
distratti.
parlate di vita, ma
vi
sfugge l’infinita pazienza
di
un’oscura preparazione.
Necessaria
solitudine, in cui
il
cuore tenero si rafforza e
si
apre al contatto profondo;
sognata,
temuta solitudine
di
chi impara ad essere Sé, per
volgersi
sicuro al cambiamento.
Vous,
qui appelez désert
la
solitude d’un arbre,
ignorez
où ses racines
sucent
lymphe vitale.
Quand
il fleurit, vous, résolus
et
distraits, évoquez la vie,
mais
vous échappe la patience
infinie
d’un obscur apprêt.
Solitude
nécessaire,
où
le cœur tendre se fortifie
et
s’ouvre au contact profond.
Solitude
rêvée, redoutée de celui
qui
apprend à devenir soi-même et
après se tourne sûr au changement.
Quando la dolcezza del vivere
seduce l’ insicura volontà,
quando il tuo piccolo spazio
esige cure eccessive e solitarie,
quando pavido nelle turbolenze
soffochi la tua voce indignata,
certo Baghdad è più vicina.
Quando vile nella notte lasci
sull’asfalto l’uomo morente,
quando permetti al denaro di
sottrarre dignità al tuo vivere
quando distratto trascuri per noia
la stanza segreta del tuo male,
Baghdad è sempre più vicina.
.
A tante guerre mai dichiarate,
a tante vittime non riconosciute,
ora e sempre sacrifichiamo tutti
il desiderio incompiuto di pace.
Quand la douceur secrète de la vie
réussit à séduire ta faible volonté,
quand ton petit espace exige de toi
des soins excessifs et solitaires,
quand, dans les turbulences,
tu suffoques ta voix indignée,
Baghdad est plus proche.
Quand dans la nuit tu délaisses
sur l’asphalte l’homme mourant,
quand tu permets à l’argent de
retrancher la dignité à ta vie,
la chambre inconnue de ton mal,
Baghdad s’approche davantage.
À beaucoup de guerres jamais déclarées,
à tant de victimes jamais reconnues, nous,
à présent et dans tous les temps,
sacrifions notre désir inachevé de paix.
Il futuro sarà delle formiche accorte
che impegnano saggezza a conservare
i frutti della terra, per quando carestie
annunciate sgonfieranno i sogni onnipotenti
di chi svuota per rabbia ed incoscienza
il forziere di risorse quasi arrivate a fine.
Il futuro premierà le formiche oneste,
che vigilano sul ventre vuoto del mondo,
per annullare dispersioni inutili d’ambiente;
e se Potere allargherà voragini di stoltezza,
su quel vuoto di pensiero, abili getteranno
flessibili e robuste passatoie di progetti.
Il futuro insegnerà alle formiche sagge
l’arte di contenere con astuzia i guasti folli
di tante cicale insofferenti a giustizia e a
ragione, alle quali molte volte esse invano
hanno già gridato, dalle loro fila serrate ed
ordinate, di risparmiare, per pietà, la Terra.
Le Future sera aux fourmis avisées qui
emploient de la sagesse à garder les fruits de
la terre pour le temps, dans lequel des disettes
annoncées dégonfleront les rêves omnipotents
de ceux qui vident, pour rage et inconscience,
la caisse des ressources presque épuisées.
Le Future récompensera les fourmis justes
qui veillent sur le giron vide du monde, en
annulant les dispersions inutiles du milieu;
et si –Pouvoir- agrandit des abîmes de sottise
sur ce vide de pensée, habiles, elles lanceront
de flexibles, robustes passoires de projets.
Le Future apprendra aux fourmis savantes
l’art de contenir avec finesse les fous ravages
de trop de cigales intolérantes à justice et
à raison, auxquelles, plusieurs fois, en vain
elles ont réprimandé, de leurs rangs serrés
et ordonnés, d’épargner, par pitié, la Terre.
Sulla
via d’Atene un brigante vigilava;
aspettava
viandanti ingenui che
sfiniti
per aver tra i sassi a lungo
peregrinato
cedessero al conforto
d’un
letto morbido, in cui giacere.
Scivolavano
nel sonno e tra le grinfie
di
Procuste che, maniaco di perfezione,
tagliava
chi dal letto troppo uscisse
coi
piedi ed allungava tra i tormenti
chi
basso non arrivasse alla sponda.
Se
ti svegli distesa su quel letto ed hai
accanto
qualcuno che t’osserva con
impietosa
malizia, cercando avido
cosce
più lunghe e giovani identità,
alzati
di là e porta i tuoi piedi nodosi
a
camminare ancora lesti nel destino,
prima
di pensarti scherzo di natura.
Raccogli
le residue forze in una sacca
ed
affronta calma la solitudine, prima di
lasciar
gelare di rabbia il tuo corpo,
prima
di consegnarlo per disperazione
al
male oscuro che lo conservi inerte,
cosicché
non erompa sanguinario ed
incontenibile
contro un povero essere,
condannato
dalla vorace
perfezione,
a
misurare spietato un mondo imperfetto
secondo
un metro stretto e disumano.
On
the way to
Athens
a robber
watched;
expected
naive
travelers,
who, exhausted,
for
having
long
wandered
among
rocks,
abandon
themselves
to
the comfort
of
a
soft
bed
in
which lying down.
Slipped
into
sleep and
into
the clutches
of
Procustes,
that
perfection’s
maniac
cut
who
with
his feet
came
out
of
bed
and
stretched
in
torment
who,
bass,
would
not come
to
the bank.
If
you wake up
lying
on
that
bed
and
you're
next
to someone who
looks
at you
with
pitiless
malice,
greedy,
looking
for
thighs
longer
or
young
identity,
get
up
from
there
and
take
your
feet
gnarled
walking
briskly
in
destiny,
before
considering
yourself
a
nature’s joke.
Collect
the
remaining strength
in
a
bag
and,
calm, face
your
loneliness
before
letting
anger
freeze
the
body,
before
handing it over
for
despair
to
the
dark
evil keeping it
inert,
so
bloodthirsty
and uncontrollable
not
erupts
against
a
poor being
obliged
by
his
voracious
perfection,
an
imperfect world to measure,
using
a
meter
narrow
and
inhuman
Felicemente
imperfetto, attento,
dialogante
con l’essenza profonda
il
mio corpo vive sempre di relativo.
Accetta
il tempo morbido e dolce
d’arrivare
a toccare ossa solide,
sorvola
audace una pelle ancora
liscia,
scansando i resti di ferite,
che
il cammino spera già redente.
Da
un punto di svolta glorioso ha
avviato
la cura profonda e saggia
del
rispetto dei suoi cicli alternati;
ha
accolto curioso i messaggi duri
come
simboli d’un viaggio compiuto,
agganciando
una mente errabonda,
finalmente
satura di generare ostilità.
Sa
conservare il segreto sottile che
unisce
due misteri a lungo indagati;
così
il sapere come una vita tanto
abiurata
affretti il processo della fine
può
convincere coloro che giochino
tutto
in un piacere, sfidando il tempo
come
giocatori d’una roulette truccata,
che
la vita e la morte vadano riconciliate,
in
modo tale che l’una finisca quando
l’altra
arrivi calma e non trafelata,
per
aver rincorso un corpo impazzito.
Perfectly
imperfect,
attentive,
dialoguing
with
the deeper essence
my
body
is
still living
in
the relative.
It
accepts the
time
soft and
sweet
touching
the bones
still
solid;
bold,
he flies
over a
skin
still
smooth,
dodging
remains
of
wounds
that
hopes
already
redeemed.
From
a
turning point
glorious
initiated
by
the
wise
and
profound
respect
of
its
alternating
cycles.
So
the body accepted,
curious,
the
tough messages
as
symbols
of
a journey
made??
,
engaging
a
wandering
mind
finally
saturated
to generate
hostility.
Body
knows to preserve
subtle
the
secret
that combines
two
mysteries
long
investigated:
so
knowing
as
a life
renounced
hurries
the
process of the death,
can
convince
those
who play
all
in
a
pleasure,
defying
time
as
players
in a
rigged
roulette,
that
life
and
death are
reconciled
so
the first
ends
when
the other
arrivals
calm
and
not
out
of breath
for
running
behind
a
crazy
body.
Il guanto
Come un guanto segue
la sua mano, t’adattasti
dolcemente a lui, paga
d’esistere in quel contatto.
Quando egli si sottraeva.
per sentirsi libero
di toccare il mondo,
tu, impaurita e fragile,
aspettavi che la vita
tornasse al riaccendersi
d’incostante desiderio.
Esistere nel bisogno
impedì al suo cuore
di scegliere per amore
e privò la tua storia
dell’orgoglio di vivere
anche per te stessa.
Da “Scampoli di anima”
L’orecchino
Rovescio la scatola dove l’ho di certo custodito.
Forse mi sta guardando, ma ora non lo trovo.
Con mani impazienti sconvolgo l’ammasso
di oggetti luccicanti, ma non preziosi e,
mentre con violenza li arruffo, brontolano
alla mia fretta ed imprecano arrabbiati.
Dispettoso quello si nasconde all’indifferenza
con cui l’ho sempre usato. Ricomparirà,
ne ho il sospetto, solo quando, setacciati
i nascondigli della logica, m’arrenderò
alla sua assenza. Rispunterà in un luogo
impensato, facendosi beffe della mia ansia
e vorrà sapere se gli riconosco un’anima
indipendente, fiera con cui andare e venire
dalla mia vita.
Da “Scampoli di anima”
Verità
Chi ha coraggio dica la verità
e chiami fiore il fiore.
Ed esso si ergerà sullo stelo,
felice d’essere nominato,
fiero d’essere riconosciuto.
Chiami tempesta il vento forte
che scuote gli alberi del tempo
ed oblio la memoria negata.
Chiami odio l’amore avvizzito
e violenza lo spirito oltraggiato.
Quando tutto avrà un nome,
sarà più facile parlare alla vita.
Da “Scampoli di anima”
La scommessa
A fatica, benediciamo la sofferenza
che costruisce ali ai nostri pensieri.
Nessuno, che sosti felice ed appagato
tra le braccia solide dell’amante,
lascerà mai quel rifugio caldo,
tanto da incontrare se stesso
e veleggiare nell’ignoto di versi
agitati e malamente rassicuranti,
dove nostalgia, rancore, rimpianto,
muovano i flutti del mondo sommerso.
Non conoscerà il tempo eterno
dell’attesa estenuante ed inutile,
né, come Sisifo, rotolerà per destino,
su per il monte una matassa di speranze,
o s’ingegnerà col corpo a contrastare
la caduta rovinosa delle illusioni.
A quel marziano, che resterà fermo
tra le braccia amorevoli del Caso,
nessuno potrà rivelare che la sofferenza
sia l’inchiostro indelebile della vita.
Da “I cerchi nel grano”
I girasoli
Arerò le oscure profondità
ove soggiorna la mia coscienza
e spargerò per tempo i semi
d’una distesa di girasoli.
Camminerò nel giallo dei fiori,
scostando steli alti come persone,
robusti come alberi e ascolterò
quella voce saggia ed antica.
-Da sempre offriamo al vento
il sussurro di una verità discreta;
da sempre mostriamo al sole,
che ci muove, la nostra parte vera-.
Strano proposito induce gli uomini
a mostrare il cuore a macchine
di morte che lasciano deserta
una terra avuta in prestito limitato.
Eccitati dal progresso che li consacra
umani contro natura e ferinità , come
anime sconosciute a sé, negano al sole
i veri volti, pur di non perdere possibilità.
Da “I cerchi nel grano”
Sulle pagine segnate di matita,
sui concetti portati a soluzione,
il mio occhio vaga veloce, vorace,
finché l’idea sostanziosa lo ferma.
Il dito tra i fogli marca la pausa dove
il cuore e la mente sostano insieme.
Sospeso tra leggere e capire, il momento
lanciato nel nulla s’afferra al significato
come il pesce all’amo che lo cattura;
e la via s’apre a quella voce profonda
che arriva da saggezza oltre il tempo.
Quanti “eureka” partecipano di un libro.
Quante pagine a costruire una storia
in sintesi circoscritte a vite sfiorate.
Quante parole a chiudere nella forma
di un sentimento altrimenti dilagante!
Da “I cerchi nel grano”
Dopo
Dopo la lotta,
dopo l’angoscia
dopo la paura,
sedersi quieti
ad aspettare il tempo,
conquistati dal destino.
Dopo la noia
dopo il vuoto
dopo l’eccesso,
distillare il segno
che spiega la vita,
affascinati dall’attesa.
Appena, sempre, forse, prima
della fine della storia
Da “I cerchi nel grano”