FRAMMENTO, DICEMBRE
Attraverso la neve, dal giardino, sale
quell’aria delle fragole che allora, con fragile
incrinatura, Montale canticchiava con il capo
piegato sopra un piatto di minestra.
Ora che alla finestra il gelo si rapprende,
una minuscola bava spezza il cerchio chiuso
fra le labbra e la voce, ridiscende al vuoto
di un cielo annuvolato di dicembre:
noi restiamo quaggiù, senza più attendere.
LA POESIA DELLA SETTIMANA: SANESI
LA POESIA DELLA SETTIMANA: SOFFICI
AEROPLANO
Mulinello di luce nella sterminata freschezza
zona elastica della morte
Crivello d’oro girandola di vetri venti e colori
Si respira il peso grasso del sole
Con l’ala aperta W Spezia 37 sulla libertà
La terra ah! case parole città
Agricoltura e commercio amori lacrime suoni
Fiori bevande di fuoco e zucchero
Vita sparsa in giro come un bucato
Non c’è più che una sfera di cristallo carica di silenzio
esplosivo enfin
Oggi si vola!…
LA POESIA DELLA SETTIMANA: SABA
ULISSE
Nella mia giovinezza ho navigato
lungo le coste dalmate. Isolotti
a fior d’onda emergevano, ove raro
un uccello sostava intento a prede,
coperti d’alghe, scivolosi, al sole
belli come smeraldi. Quando l’alta
marea e la notte li annullava, vele
sottovento sbandavano più a largo,
per fuggirne l’insidia. Oggi il mio regno
è quella terra di nessuno. Il porto
accende ad altri i suoi lumi; me al largo
sospinge ancora il non domato spirito,
e della vita il doloroso amore.
LA POESIA DELLA SETTIMANA: BETOCCHI
ORA AD ALTRE SPERANZE
Ora ad altre speranze ecco si leva
non veduta la luna
e il cieco sguardo mio di cruna in cruna
delle finestre menacome a spente farfalle,
e alle assurde mura
trasumanate come aperta valle
da un riflesso di luna.E le attese e gli eventi
nell’alzato mio volto errano un poco
sostando e dubitando eguali al fioco
sospirare dei venti,e in me è tutt’uno
l’animo e questo moto, incerto e bruno.
LA POESIA DELLA SETTIMANA: NOTARI
LA MANO
Anche la mano
suppone un’altra vita:
le vene a reticolo bluastro
rimandano al sangue
alla magia del seme
che nutre e muore
come la passione.
Canali pronti per l’irrigazione
piccoli vermi che strisciano
nascosti
rami di cespuglio denudato:
aspetto un passero che si posi
affamato.
LA POESIA DELLA SETTIMANA: ROMAGNOLI
Il tredicesimo invitato
Grazie – ma qui che aspetto?
Io qui non mi trovo. Io fra voi
sto come il tredicesimo invitato,
per cui viene aggiunto un panchetto
e mangia nel piatto scompagnato.
E fra tutti che parlano – lui ascolta.
Fra tante risa – cerca di sorridere.
Inetto, benché arda,
a sostenere quel peso di splendori,
si sente grato se alcuno casualmente
lo guarda. Quando in cuore
si smarrisce atterrito “Sto per piangere!”
E all’improvviso capisce
che siede un’ombra al suo posto:
che – entrando – lui è rimasto chiuso fuori.
LA POESIA DELLA SETTIMANA: BERTOLUCCI
GLI ANNI
Le mattine dei nostri anni perduti,
i tavolini nell’ombra soleggiata dell’autunno,
i compagni che andavano e tornavano, i compagni
che non tornarono più, ho pensato ad essi lietamente.Perché questo giorno di settembre splende
così incantevole nelle vetrine in ore
simili a quelle d’allora, quelle d’allora
scorrono ormai in un pacifico tempo,
la folla è uguale sui marciapiedi dorati,
solo il grigio e il lilla
si mutano in verde e rosso per la moda,
il passo è quello lento e gaio della provincia.
LA POESIA DELLA SETTIMANA: PENNATI
E ALLORA GARRISCE
E allora garrisce
di varie verdi sfumature l’oceano
quando di grigie e bianchecoloriture a nembi
è ricoperto il cielo e sibila il monsone e stride
nell’aria e dove di scontroa tese sferzate colpisce
l’aria si gonfia di quel suo frastuono a ondosità
di solo suono nell’irruente scia.Poi all’orizzonte
uno squarcio di sole ne scalfisce il fianco
con una lama impensata di blu.
LA POESIA DELLA SETTIMANA: BEVILACQUA
ANIMA AMANTE
Anima amante mia per sbaglio
segnata
come una data
in un estraneo anno domini
io ti ho forse
perché ho tutto quello
che non dovrei avere per averti
mio sapore d’altrove
cerchiamo di fare in fretta
la nostra eternità
sta godendo di poche ore.
LA POESIA DELLA SETTIMANA: PAVESE
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi;
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla.Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.
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