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LA POESIA DELLA SETTIMANA: SILVANA DAL CERO

Silvana Dal Cero
UNO NESSUNO CENTOMILA
Quale volto di te ho colto
Amica mia?
Quale parte di te non ho mai visto
Amico mio?
Quali angoli del mio essere
Mi sono sconosciuti ombre ancora
Pur camminando dentro le mie stesse scarpe?

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L’ENEA DI CAPRONI E L’ULISSE DI BARONI

L’ENEA DI CAPRONI E L’ULISSE DI BARONI

Giorgio Caproni si è a lungo confrontato con la figura di Enea, non solo in poesia (basti pensare al poemetto Il passaggio di Enea del 1954-55 e all’omonima raccolta del ’56) ma anche in prosa. Scrive Filomena Giannotti nell’ampio saggio introduttivo al volume Il mio Enea, pubblicato da Garzanti nel 2020 e da lei egregiamente curato: «Ben sette degli otto articoli in cui l’autore è ritornato sull’argomento risalgono ai primi quindici anni dopo la guerra, tra il 1948 e il 1961 […] A questi sette vanno aggiunti un lungo articolo del 1979 su Genova […] e un pulviscolo di riferimenti minori e occasionali, lungo interviste e interventi di varia natura […], che mostrano quanto lunga, ininterrotta e capillare sia stata la meditazione di Caproni su Enea». Dopo la sconfitta, la distruzione di Troia, le Continua a leggere →

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LA VOCAZIONE DELLA POESIA

LA VOCAZIONE DELLA POESIA

Più luce, nonostante il buio dell’ignoto. Più speranza, nonostante le ferite. Più vita, o meglio densità di esperienze, accanto al permanente assedio del non-senso. Il nuovo libro di poesie di Nadia Scappini, Preghiere imperfette (Moretti&Vitali, con una lettera di Loredana De Vita, Postfazione di Paolo Lagazzi) arriva dopo un percorso ventennale, segnando una maturazione personale e spirituale che si riflette in quella espressiva, in un “riverbero” fatto parola che, accogliendo fragilità e contrasti, non acceca – “il giallo degli aquiloni sovrasta il nero” -, ma esprime Continua a leggere →

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LA POESIA DELLA SETTIMANA: FRANCESCA LUZZIO

Francesca Luzzio
MALEDETTO

Ancora quel maledetto ticchettio di acqua
che cade costante, monotono, angosciante:
parla d’identità che non può mutare
nella costanza del ritmo che
rende i giorni tutti uguali.

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“SCIAMANO” DI DONATELLA BISUTTI

SCIAMANO DI DONATELLA BISUTTI

La raccolta Sciamano di Donatella Bisutti (Delta3 Edizioni) possiede la qualità di riuscire ancora a stupire per la tensione poetica da cui è attraversata. Si inizia la lettura con una introduzione o nota poetica ove l’autrice afferma i principi che sono all’origine della propria scrittura e a cui è rimasta sempre fedele e che si presenta come una testimonianza – manifesto: “Nella mia poesia una dimensione mistica, contemplativa, è quasi sempre sottesa, e così una concezione della Poesia come cammino di conoscenza metafisica. Credo che essa non si possa interamente capire se non si tiene conto dell’influenza, in essa, del pensiero orientale e in particolare del pensiero zen”. E il Continua a leggere →

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LA POESIA DELLA SETTIMANA: MARIA GLORIA GRIFONI

Maria Gloria Grifoni
A…COME AMERICA
Comunicato stampa:
hanno visite la notte
in quel bagaglio di arti figurate
calze…sesso…e…litanie.
Le sazie masse urlano
A…come America…
hanno bussato a quella porta
ha risposto
un formato tessera.

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 I RE MAGI  DEL GIOVANE LEOPARDI

I RE MAGI  DEL GIOVANE LEOPARDI

Recanati 1809. Tra gli scritti del giovane Leopardi spicca per semplicità, fervore devozionale e sforzo di documentazione storica, in endecasillabi sciolti, un poemetto intimista di grande valore autobiografico: “I Re Magi”. Dalle Lettere sappiamo che in casa del Conte Monaldo Leopardi, in occasione del Santo Natale, si svolgeva l’annuale rappresentazione che coinvolgeva tutti i figli, anche i più piccoli. Per il Natale del 1809 il primogenito, battezzato Giacomo Taldegardo Francesco Salesio Saverio Pietro, presenta al padre alcuni suoi scritti come il padre reclamava. Opere non paragonabili alla grande stagione leopardiana, ma molto interessanti anche per il genuino spirito Continua a leggere →

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IL GUSTO DELL’HAIKU NELLA POESIA MODERNA

IL GUSTO DELL’HAIKU NELLA POESIA MODERNA

L’haiku è un componimento poetico di tre versi, composti rispettivamente da cinque, sette e cinque sillabe o, più esattamente, more. Nato in Giappone nel XVII secolo, deriva dal tanka (cfr. Elena Dal Pra, “Haiku. Il fiore della poesia giapponese da Bashō all’Ottocento”, Mondadori), genere poetico formato da cinque versi con un numero di more in sequenza di cinque, sette, cinque, sette, sette. Haiku e tanka sono forme di poesia breve, che esprimono la predilezione della cultura giapponese per ciò che è minuto, come leggiamo nelle “Note del guanciale” di Sei Shōnagon, perché «tutte le cose piccole sono belle». La poesia breve ha avuto cultori illustri anche nella cultura europea (per esempio Giuseppe Ungaretti, Sandro Penna, Tomas Tranströmer e molti altri). La poesia breve, con la Continua a leggere →

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PREGHIERE IMPERFETTE DI NADIA SCAPPINI

 

PREGHIERE IMPERFETTE DI NADIA SCAPPINI

Percorrere l’opera in versi e in prosa di Nadia Scappini, di cui esce ora  Preghiere imperfette (Moretti&Vitali), è come avventurarsi tra i vialetti, gli alberi, i fiori, i muschi e le pietre di un giardino luminoso e vibrante d’ombre, accogliente e percorso da soffi, fruscii, tremori provenienti da chissà dove, intrisi di un intenso profumo spirituale, palpitanti di un’eco viva della sacralità radiosa e dolorosa del mondo.  Procedendo, per così dire, in punta di piedi fra i territori della poesia (le raccolte La luna nuda, Il ruvido mistero, Un’ora perfetta e Come dire dell’amore, senza dimenticare il monologo in versi La bilancia del cielo), quelli della narrazione (i romanzi Le ciliegie sotto il tavolo e Sonia e il poeta, i racconti di Topografie interiori) e quelli della scrittura saggistica (le riflessioni su preghiera e poesia di e tuttavia Ti cerco, le escursioni tra cibo e convivialità di Limone ruffiano), Nadia è andata via via Continua a leggere →

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LE POESIE DI DAGERMAN

LE POESIE DI DAGERMAN

Stig Dagerman (1923-1954), svedese, è uno di quei talenti precoci che compiono tutto quello che li riguarda creativamente parlando entro i trent’anni, indipendentemente dal fatto che si sia deliberatamente tolto la vita al compimento dei 31 anni. Del resto aveva tentato di farlo qualche altra volta già prima e, a spiegarne almeno in parte la prospettiva autodistruttiva, c’è la sua vicenda biografica, anche se l’autore più tardi ha descritto l’infanzia come l’epoca forse più felice della sua vita. Ma, in seguito all’abbandono da parte della madre nei primissimi mesi dopo la nascita e per la difficoltà del padre minatore di garantire le condizioni essenziali alla crescita, il piccolo Stig fu ospitato e cresciuto dai nonni paterni. Nei nonni, similmente a quanto accadde allo scrittore austriaco Thomas Continua a leggere →