GUIDO I’ VORREI CHE TU E LAPO ED IO
Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io
fossimo presi per incantamento,
e messi in un vasel ch’ad ogni vento
per mare andasse al voler vostro e mio,
sì che fortuna od altro tempo rio
non ci potesse dare impedimento,
anzi, vivendo sempre in un talento,
di stare insieme crescesse ’l disio.
E monna Vanna e monna Lagia poi
con quella ch’è sul numer de le trenta
con noi ponesse il buono incantatore:
e quivi ragionar sempre d’amore,
e ciascuna di lor fosse contenta,
sì come i’ credo che saremmo noi.
un grande respiro in questi giorni soffocanti e apocalittici: la poesia, la grande poesia ci salva
VANNA, I’ VORREI CHE TU E LAGIA ED IO
Vanna, i’ vorrei che tu e Lagia ed io
fossimo prese per incantamento
e messe in un vasel ch’ad ogni vento
per mare andasse al voler vostro e mio,
sì che fortuna od altro tempo rio
non ci potesse dare impedimento,
anzi, vivendo sempre in un talento,
di stare insieme crescesse ’l disio.
E messer Lapo e messer Guido poi
con quel pistola a dare voti intento
con noi ponesse il buono incantatore:
e quivi ragionar sempre d’amore,
e ciascuno di lor fosse contento,
sì come i’ credo che saremmo noi.
Ho voluto offrire il punto di vista delle signore, anzi della signora che Dante pose al numero trenta, non proprio lusinghiero, nella lista delle donne più belle di Firenze (nella pistola sotto forma di sirventese oggi andata perduta).